Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 11 Febbraio, 2020
Nome: 
Antonella Incerti

Grazie, signor Presidente. Signor sottosegretario, colleghi, certamente oggi quello della qualità e della sicurezza alimentare, tema ampiamente dibattuto non solo in quest'Aula, così come quello della salvaguardia dei nostri prodotti, è tema di grande rilevanza e la mozione che noi presentiamo come maggioranza, oltre a puntualizzare alcuni elementi che sono emersi, tra l'altro, negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, tende anche a ribadire che esiste una proposta italiana di etichettatura, cioè il nostro Paese non è rimasto a guardare le proposte degli altri Paesi, come, appunto, veniva ricordato, ma c'è una proposta. Quindi, questa mozione serve anche a ribadire che, essendoci questa proposta - e mi fa piacere che il collega Nevi che mi ha preceduto lo abbia più volte sottolineato -, credo che il compito di questa mozione sia anche quello di stimolare una nostra attivazione, l'attivazione del nostro Governo, comunque del nostro Paese, in sede europea, affinché questa proposta - che, poi, io cercherò molto sinteticamente di illustrare - possa essere sostenuta, possa creare sinergie e avviare una negoziazione.

Questo credo che il nostro Governo debba fare, che noi dobbiamo fare, anche oggi con questo dibattito e credo che possano esserci tutte le condizioni in sede europea affinché la nostra proposta possa essere presa in considerazione, perché la tutela e la qualità della produzione agroalimentare è, in sede europea, uno degli aspetti più importanti di politica di sviluppo rurale e di sostegno dei mercati dei redditi nell'ambito più generale della PAC e, in particolare - lo sappiamo, l'avete sottolineato tutti -, è uno dei principali obiettivi della nostra politica agroalimentare, considerato che, ovviamente - come ricordato anche in più sedi -, il nostro Paese vanta il maggior numero di prodotti a marchio registrato, tra l'altro, oggetto di numerosi e sofisticati tentativi di contraffazione.

La disciplina dell'etichettatura, come è stato ricordato, e l'informazione che viene data ai consumatori è un aspetto fondamentale di tutela della qualità del prodotto. Per ribadire anche la nostra azione, voglio ricordare che, in ambito di legislazione europea, il nostro Paese ha implementato ciò anche attraverso una continua attività sia di sensibilizzazione, che anche di proposte, di cui, tra l'altro, le Commissioni agricoltura di Camera e Senato sono state protagoniste molte volte. Grande rilievo, quindi, alla possibilità di definire una legislazione che consenta di indicare in modo chiaro, per tutti i prodotti agroalimentari, l'origine nazionale, obbligatoriamente, della produzione agroalimentare, al fine proprio di tutelare qualità e autenticità del prodotto stesso. Quindi, azione a cui noi abbiamo partecipato attivamente. La produzione nazionale alimentare è, infatti, considerata una delle eccellenze, pertanto il suo legame territoriale è ritenuto fondamentale elemento di pregio, degno di essere segnalato al consumatore anche per le produzioni non a denominazione protetta.

Quindi, l'azione non coordinata verso gli obiettivi di sicurezza alimentare, trasparenza, protezione ha portato, come si ricordava, a un proliferare di sistemi di informazione nutrizionale. Io li ricordo solo sinteticamente, perché già sono stati illustrati: faccio riferimento, ovviamente, alle etichettature a colori, “semaforo inglese”, o al richiamato sistema di informazione nutrizionale “Nutri-score”, un sistema che ha sviluppato la Francia attraverso un gruppo di ricercatori, che già parzialmente usato in alcuni Paesi europei - ricordo Spagna, Francia e anche in Germania -, ma non è mai stato sostenuto dalla Commissione europea, che, tra l'altro, con un suo regolamento sull'informazione ai consumatori votato nel 2011 e che è in vigore dal 2014, vieta a tutti gli Stati membri di rendere obbligatorio un logo da apporre sulla parte frontale degli alimenti, sistema che rischia, come è stato ricordato, ovviamente di indurre in errore i consumatori europei, influenzando le loro scelte senza fornire indicazioni esaustive sui nutrimenti. Un sistema, tra l'altro - lo ribadiamo - che è apertamente in contrasto con il Regolamento dell'Unione europea che veniva ricordato appunto, il 1169 del 2011, a norma del quale il valore energetico e la qualità delle sostanze nutritive possono essere presentate usando forme e simboli, purché siano obiettivi, non discriminatori, si basino su ricerche scientifiche accurate e ricerche condotte presso i consumatori. L'Italia è il primo Paese dell'Unione europea per numero di prodotti agroalimentari conosciuti a denominazione di origine protetta DOP e IGP, prodotti che noi teniamo a ribadire hanno peculiarità che derivano da aspetti specifici, hanno disciplinari produttivi che ne già esplicitano le caratteristiche compositive e che prendono anche da norme di etichettatura, quindi, come dire, è inutile ribadire anche un'ulteriore informazione, peraltro non coadiuvata da elementi scientifici, in modo particolare proprio su questi prodotti, proprio perché l'etichettatura - mi riferisco appunto a quella proposta francese - non considera la peculiarità delle nostre produzioni made in Italy, che naturalmente hanno questa caratteristica che - ribadiamo appunto ancora una volta - sono il processo di una tradizione plurisecolare, trasmessa di generazione in generazione dagli agricoltori e i produttori italiani, che da sempre mantengono un altissimo livello di biodiversità, varietà, sicurezza, qualità. Inoltre, certamente una scelta che andasse in questa direzione minerebbe profondamente un patrimonio riconosciuto al mondo, che è appunto quello della dieta mediterranea, iscritta nella lista appunto del patrimonio culturale immateriale dell'umanità UNESCO dal 2010. Quindi il nostro Paese ha fatto questa proposta, l'ha fatta nel novembre del 2017, con un tavolo istituito al Ministero dello sviluppo economico e di altri Ministeri, tra cui appunto quello dell'agricoltura, dalle associazioni di categoria, che è andato a definire un sistema di etichettatura che considera le peculiarità dei nostri prodotti nazionali e le informazioni esatte sugli elementi nutrizionali. Questo è il nostro contributo, che noi abbiamo offerto, offriamo agli altri Paesi membri, in grado di assicurare, a differenza degli altri, una applicazione corretta del Regolamento europeo in vigore appunto dal 2011. In seguito è stata fatta appunto una fase di sperimentazione, sono stati coinvolti anche nostri istituti di ricerca, compreso quello superiore di sanità e il CREA. Quella proposta appunto, che è stata formulata all'inizio del 2019 e che è appunto conosciuta come Nutriform battery”, che è stata notificata alla Commissione europea, è un sistema che applica in modo corretto in particolare l'articolo 35 del Regolamento del 2011, perché descrive in modo chiaro i principi generali che le imprese dovranno rispettare nella realizzazione delle etichette; è un sistema proposto appunto a batteria, che va a indicare, come già è stato ricordato, l'apporto nutrizionale dell'alimento in rapporto al fabbisogno giornaliero e al corretto stile alimentare, evidenziando le percentuali di calorie, grassi, zuccheri e sale per ogni singola porzione rispetto alla quantità raccomandata dall'Unione Europea, sperimentazione che si è conclusa e che è un sistema che non crea in particolare e non creerà ostacoli alla libera circolazione delle merci (faccio riferimento ancora all'articolo 35).

È chiaro che in questo contesto, anche rispetto a questa proposta, rimane per noi fondamentale il ruolo dei consumatori, poiché per loro, per qualsiasi sistema di etichettatura, dovrà essere messa in campo un'informazione completa e trasparente. Il nostro compito, nel sostenere anche questa proposta, è quello di garantire ad ogni Stato membro dei percorsi di educazione alimentare (veniva ricordato come uno degli elementi ovviamente di crescita, anche rispetto al consumo e al tipo di stile di vita, agli alimenti che si consumano), ma anche una vera e propria formazione nel leggere l'etichetta del prodotto. È quindi fondamentale, nel cammino che l'Europa sta impostando, nel dibattito che si sta avviando per la definizione di un protocollo in questo senso, imparare a leggere veramente ciò che viene riportato appunto sull'etichetta, nonché le differenze tra i vari sistemi di etichettatura, in modo che il consumatore possa acquisire maggiore consapevolezza nelle sue scelte di acquisto e quindi possa scegliere e decidere in piena trasparenza.

Questa mozione quindi, in modo molto semplice, chiede alcuni punti di impegno al Governo: ovviamente, come ricordavo in apertura, adoperarsi in tutti i modi affinché le autorità europee esamino in modo attento, tengano in considerazione lo schema di decreto ministeriale, il cosiddetto Nutrinform battery, presentato dall'Italia, anche in ragione della prossima pubblicazione del rapporto appunto che tenderà ad armonizzare i vari sistemi di etichettatura presenti nella Comunità europea; ad adoperarsi, sempre in sede europea, affinché i prodotti DOP e IGP, come ho già anticipato, siano esclusi dall'applicazione di sistemi di etichettatura nutrizionale, come stabilito a livello nazionale per il sistema di etichettatura a batteria, tenuto conto che, anche se sono volontarie queste etichettature, questi sistemi rischierebbero di compromettere il valore storico, culturale e tradizionale; impegna appunto a promuovere campagne di informazione affinché questi sistemi volontari di etichettature non producano discriminazioni a tutti i prodotti di qualità appunto, non solo quelli italiani, e ostacoli alla libera circolazione dei prodotti - in questo caso sì, i nostri - agroalimentari italiani e a valutare l'opportunità, anche lavorando in concerto con gli altri Stati membri, cercando appunto delle alleanze, percorsi anche di educazione alimentare (si faceva riferimento alla scuola: naturalmente possono essere vari i sistemi, naturalmente il sistema educativo è uno degli elementi fondamentali), formare la conoscenza dei sistemi di etichettatura, destinati ai consumatori, sempre per garantire una maggiore consapevolezza delle caratteristiche reali nel momento dell'acquisto dei prodotti, a tutela del prodotto italiano, ma anche della salute del cittadino, più complessivamente.

Questa mozione, quindi, chiede anche che ci sia la ricerca di sinergie, perché solo in questo modo noi possiamo, credo, dar forza a questa nostra proposta, che noi riteniamo quella più chiara rispetto appunto alla scelta del consumatore, grazie.