Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 6 Dicembre, 2016
Nome: 
Giovanni Burtone

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Signor Presidente, signor sottosegretario, la crisi ha cambiato anche la classificazione delle malattie sociali. Prima l'obesità veniva considerata la malattia del benessere. Purtroppo oggi viene considerata anche la malattia della crisi economica e sociale. Ci sono dati che ci dicono che anche un'alimentazione sbagliata porta all'obesità specialmente se gli alimenti sono eccessivamente ricchi di grasso. L'Eurostat in uno studio presentato il 20 ottobre 2016 ha sottolineato che circa il 35 per cento dei cittadini in Europa è in sovrappeso e di questi il 16 per cento si trova in una condizione di obesità. L'obesità è una malattia grave, specie se la si collega con le altre malattie direttamente connesse che possono essere consequenziali a questo stato patologico. Il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari, gli infarti del miocardio, la vascolopatia degenerativa, l'ipertensione arteriosa ma anche il tumore del colon. Quindi obesità come malattia sociale ma non c’è dubbio tuttavia, secondo studi molto affermati e significativi, che l'obesità dell'adulto è collegata con l'obesità infantile. Tale ragione è la prima motivazione che ci ha indotto a presentare questa mozione che sottoponiamo al Governo perché soltanto se si fa una politica di prevenzione, se si fa una corretta informazione sin dall'infanzia la patologia può essere ridimensionata e lo facciamo in questo Parlamento considerato che l'Italia ha questo triste primato in Europa: circa il 20 per cento di bambini ed adolescenti in un'età oscillante tra gli otto e dieci anni si trova in condizione di sovrappeso e di questi circa il 9 per cento è in condizione di obesità. L'obesità giovanile e infantile è anche essa molto grave non soltanto per gli effetti fisici ma perché ci sono condizioni patologiche che si creano oltre all'obesità assai preoccupanti l'ipertensione arteriosa nell'infanzia ma anche problemi legati alla sfera dell'apparato uro-genitale. E quindi la necessità di intervenire con una strategia abbastanza ampia, significative ed incidente, tenendo conto che c’è anche su questo tema una questione meridionale, perché le regioni in cui è più diffuso il sovrappeso dei bambini sono soprattutto le regioni meridionali, la Campania, lo diceva la collega, la Sicilia; ed è un paradosso, perché in questi territori e nel Sud abbiamo la patria della dieta mediterranea, che è antitetica allo stato di obesità, ma è chiaro che la crisi ha deviato nell'utilizzo di alcuni alimenti e sulle tavole sono più presenti alimenti che creano questa condizione patologica. È per questo che noi dobbiamo con attenzione porre al Governo alcune linee, che partono però – in questo il Governo può fare ben poco – dalla famiglia, perché la sfera in cui intervenire è proprio quella della famiglia, dove viene sottovalutato l'aspetto del sovrappeso; ed invece la famiglia ha il compito di vigilare, oltre che sul consumo di alimenti, anche sulla sedentarietà della vita dei propri figli, e di indurre al movimento, allo sport.
La prima attenzione va quindi posta a livello familiare. Successivamente, non c’è dubbio (e qui entriamo negli impegni del Governo), il compito spetta a chi opera nel Sistema sanitario nazionale. La collega giustamente indicava nel pediatra una figura significativa: il pediatra deve intervenire preventivamente, cercando di consigliare l'alimentazione, l'allattamento materno, perché sappiamo che questo è antitetico all'avvio di un processo di obesità infantile. Il medico di famiglia e il pediatra debbono seguire anche la crescita, sia in altezza che del peso, del bambino, ed effettuare una valutazione sull'indice di massa corporea: quando questo comincia a presentare una patologia bisogna intervenire, chiaramente con l'indicazione di una dieta più equilibrata, ma anche con un'indagine diagnostica, partendo dalla famiglia, perché spesso un genitore obeso ha in famiglia anche un bambino obeso; partendo dalla famiglia, ma anche cercando nella diagnostica quali possono essere le cause. 
Non c’è dubbio che sull'obesità incide spesso qualche patologia dell'apparato endocrino, e quindi è necessario che vengano potenziati, signor sottosegretario, questi interventi in maniera preventiva. Noi sappiamo che il Governo è attento, sapendo che un'altra istituzione sentinella può essere la scuola, deve essere la scuola, non soltanto perché in alcune scuole c’è anche la refezione scolastica: io credo che lì l'alimentazione debba essere equilibrata. Qui non si vuol fare alcuna battaglia ideologica «pan-vegana», tutt'altro, così come non ci sono battaglie ideologiche da fare contro i distributori di bevande direttamente nelle scuole; però non c’è dubbio che un'istituzione come quella scolastica questo problema se lo debba porre, innanzitutto distribuendo pasti equilibrati dal punto di vista dietetico, e sulla macchinetta della distribuzione un accordo può essere determinato tra questi distributori e le associazioni anche di produttori, perché in alcune stagioni vengano distribuite delle bevande di frutti di stagione, in modo da avere anche una genuinità nell'utilizzo di alcuni prodotti.
La scuola però è importante, non soltanto perché lì si può fare e si deve fare più attività motoria, ma anche perché può essere un elemento di formazione per l'adolescente, per il bambino, rispetto all'utilizzo di alcuni prodotti, così come per la famiglia: una famiglia che molto spesso, quando può – e questo lo sottolineo, perché il Governo ha posto nel passato alcune attenzioni –, fa svolgere un'ulteriore attività fisica ai bambini nelle palestre, nelle piscine, nelle scuole calcio. Lì si riversano tanti bambini e tanti familiari, ed è lì che si deve anche incidere come elemento educativo: perché ad un bambino non basta insegnare come fare un dribbling o come colpire bene col collo del piede, ma bisogna anche dire che se si fa un'ora e mezza di allenamento, e poi si consuma un alimento sbagliato, questo è estremamente negativo, e quindi l'importanza dell'alimentazione.
Concludo, signor Presidente. Credo che noi indichiamo nella nostra mozione delle cose significative. Il Sistema sanitario spende 2 miliardi e mezzo: si può fare molto e si deve fare molto in termini preventivi, perché questo significa sottolineare il diritto alla salute.