Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 13 Settembre, 2017
Nome: 
Marco Donati

Grazie, Presidente. Gentili colleghi, oggi terminato questo dibattito sono sicuro che se potessimo verificare con gli uffici della Camera dei deputati il numero di accessi alla web-tv credo non ci sorprenderebbe scoprire che la discussione sulle mozioni presentate e sulle quali oggi siamo chiamati ad esprimere un voto è una delle più visualizzate di questa legislatura. In questo momento, Presidente, sono migliaia le persone che stanno guardando con apprensione a questo dibattito e molte altre, impossibilitate a causa del loro lavoro, sono fisicamente davanti ai propri clienti, nei banchi e in tutta Italia, ma sempre con un pensiero a questa discussione e all'indirizzo che la Camera darà al Governo. Una discussione, questa che svolgiamo oggi in Aula, che preoccupa tanti piccoli imprenditori e che da tempo richiede un punto fermo per consentire a tanti operatori di progettare il proprio futuro e i piccoli o grandi investimenti che ne conseguono. In effetti, Presidente, c'è un tema di merito e un tema legato al tempo, sul quale tornerò tra poco.

Intanto, faccio una premessa molto pratica, legata ai dati del commercio ambulante che molti colleghi prima di me hanno ricordato: gli operatori ambulanti su area pubblica rappresentano in Italia un comparto distributivo davvero significativo; delle 360 mila aziende presenti nell'intera Unione europea oltre il 50 per cento opera in Italia. Per la precisione, ci sono 190 mila aziende prevalentemente a conduzione familiare che occupano circa 630 mila persone (questi sono i dati dell'Istat del 30 giugno 2016). È possibile anche stimare che negli 8.200 mercati sono circa 60 mila i posteggi a cui vanno aggiunti anche quelli singoli presenti in 5 mila fiere. Si tratta, quindi, di un comparto molto importante, che detiene ben il 12 per cento dei consumi nazionali, il 20 per cento dei punti vendita italiani e che interessa 26 milioni di consumatori. Questi operatori in questi anni hanno avuto, Presidente, un vero concorrente che è stata la crisi, una crisi che grazie al lavoro di questo Governo inizia finalmente a farsi meno pesante. Si tratta di un settore che in Italia ha proprie peculiarità e caratteristiche spesso diverse dal resto d'Europa e sul quale sicuramente occorre intervenire. Purtroppo, in passato i Governi a guida centrodestra che hanno preceduto l'attuale hanno commesso l'errore di applicare la “Bolkestein” al commercio su area pubblica senza minimamente valutare le conseguenze che tale applicazione comporterebbe per migliaia e migliaia di operatori.

Vengo ora al merito. La mozione che ho presentato, assieme all'onorevole Becattini e ad altri colleghi che ringrazio per il lavoro e il contributo che hanno portato a questa discussione, è finalizzata a superare le problematiche emerse nel corso degli ultimi anni a seguito dell'approvazione, appunto, del decreto legislativo del 26 marzo 2010 - questa data è molto importante perché ricorda la guida del Governo di centrodestra - con il quale appunto il nostro ordinamento ha recepito la direttiva europea e, in particolare, l'articolo 12 della direttiva “Bolkestein”. Con tale articolo si prevede che, qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili, gli Stati membri sono tenuti ad applicare una procedura di selezione tra i candidati potenziali. Il legislatore nel 2010, in attuazione di quanto stabilito dalla direttiva “Bolkestein”, non ha inserito il commercio al dettaglio svolto sulle aree pubbliche fra i settori esclusi dall'applicazione della direttiva ma, al contrario, ha stabilito che lo stesso sia sottoposto agli obblighi previsti nel decreto, ovvero procedure selettive, limitazione della durata delle autorizzazioni nonché divieto di rinnovare automaticamente le concessioni e di accordare vantaggi al prestatore uscente. A un accordo in Conferenza unificata Stato-regioni è poi stato rimandato il compito di individuare i criteri per il rinnovo e il rilascio delle concessioni, includendo anche le concessioni in essere. L'accordo in Conferenza unificata sancito il 5 luglio 2012, la cosiddetta “intesa”, ha rinviato l'entrata in vigore delle norme del decreto legislativo n. 59 a dopo il 7 maggio 2017, prevedendone l'attuazione in tre anni, dal 2017 al 2020, e in questa parentesi un regime transitorio di licenze. Tale previsione ha una durata tra i 9 e i 12 anni durante la quale i comuni avrebbero dovuto effettuare bandi privilegiando gli ambulanti che già svolgono le attività ed è stata prevista appunto la possibilità di assegnare fino a 40 punti alle graduatorie in essere. Sulla materia lo scorso dicembre si è espressa però l'Autorità garante del mercato e della concorrenza auspicando la modifica dei documenti di riferimento del settore, in special modo l'intesa in particolare per ciò che riguarda la durata delle concessioni e i criteri di selezione.

Su questo tema è dunque calata la scure dell'incertezza, Presidente. È arrivato il momento di mettere un punto fermo su questa vicenda che coinvolge sì piccoli imprenditori ma anche l'intero settore e il suo indotto, che hanno una loro rete di investimenti. Penso ad esempio, Presidente, ai produttori di mezzi con i quali gli operatori svolgono il proprio lavoro e ad altre componenti dell'indotto. I tanti piccoli imprenditori coinvolti sono persone, quindi, che sicuramente stanno guardando al futuro con molta preoccupazione e che oggi chiedono di intervenire perché in apprensione per la propria attività d'impresa e per le proprie famiglie.

Le disposizioni introdotte dal decreto legislativo n. 59 del 2010, Presidente, non sembrano tenere pienamente conto delle peculiarità e della eterogeneità del settore, soprattutto in Italia, che affianca attività di commercio svolte su posteggio fisso, all'attività svolta in forma itinerante e con turnazioni e che coinvolge non solo i centri storici, e i tradizionali mercati rionali, ma anche aree periferiche meno qualificabili, come limitate. Per questi motivi la mozione a mia prima firma mirava a proporre il superamento della direttiva Bolkestein e l'applicabilità di una direttiva che sicuramente in questo settore rischia nel nostro Paese di creare gravi difficoltà a piccole e micro imprese, nonché a correggere l'errore fatto nel 2010 di inserire il commercio su aree pubbliche nella normativa, impegnando il Governo: “ad assumere iniziative volte ad una revisione del decreto legislativo del 2010, escludendo il commercio su aree pubbliche dall'applicazione della direttiva del 2006”.

Allo stesso tempo, nell'accettare la riformulazione proposta, invito il Governo a fare presto, a non abbandonare la strada di promuovere in sede europea proposte per meglio definire la portata e gli effetti della direttiva e a convocare, questa volta davvero, sottosegretario, un tavolo rappresentativo che valuti interventi normativi concreti che tengano conto delle diverse caratteristiche, delle dimensioni, della professionalità acquisita dagli operatori, della tutela dell'occupazione nel settore e dei luoghi nei quali si svolge il commercio ambulante, contenute ora nella riformulazione. Su questo vi era già stato un incontro proficuo tra il Ministro Calenda e i rappresentanti di numerose associazioni che purtroppo, ad oggi, non ha visto maturare gli effetti sperati.

Presidente, mi consenta una valutazione, quasi una battuta, prima di concludere: c'è un detto secondo il quale nella vita si nasce incendiari e si muore pompieri. Lo ribalto, negli anni passati i partiti di centrodestra hanno spento le aspettative dei commercianti su area pubblica e oggi incendiano le piazze con slogan, felpe e megafoni. In questi mesi le regioni governate dal centrodestra sono state le più veloci ad applicare la normativa che oggi proviamo a modificare. Ritengo questo atteggiamento incoerente e non rispettoso di tante persone che attendono una risposta dalla politica e da questo Parlamento.

Vado a concludere. Nell'ultimo anno per volontà del Partito democratico, e in seguito alle disposizioni contenute nel decreto “mille proroghe”, i Governi guidati da Matteo Renzi e successivamente da Paolo Gentiloni hanno ben compreso la necessità di un intervento normativo che tenga in considerazione l'esigenza della piccola e media impresa. Uno ruolo importante è stato svolto anche dal presidente di ANCI Antonio Decaro che ha giustamente messo in evidenza le difficoltà amministrative legate all'applicazione dell'intesa, dimostrandosi allo stesso tempo interlocutore delle richieste arrivate da tanti operatori. Nel chiedere, vista l'imminente fine legislatura, di dar seguito velocemente a quanto contenuto nell'impegno di questa mozione nella riformulazione proposta dal Governo, dichiaro il mio voto favorevole e quello del gruppo del Partito Democratico sul testo a mia prima firma. Prima di concludere però allo stesso tempo, anche se non ricompreso precedentemente nella mozione che avevo sottoscritto con gli altri colleghi, ricordo l'impegno del mio gruppo nelle sedi parlamentari sul tema riguardante le concessioni demaniali e anche sul tema delle guide turistiche sui quali so che il Governo è impegnato a trovare una soluzione. Su questo il Partito Democratico è parimenti impegnato a trovare una soluzione nell'interesse di cittadini e imprese.

Mi consenta di concludere, Presidente, su una conferenza stampa alla quale oggi ho avuto modo di assistere con la web-tv della Camera (non ero presente alla conferenza a cui hanno partecipato molti colleghi, in particolare il gruppo di Forza Italia che l'ha promossa). Quella conferenza dimentica totalmente che oggi siamo qui a parlare perché sette anni fa il Governo di centrodestra, a guida Silvio Berlusconi, decise di introdurre la Bolkestein. Se non ci fosse stata quella decisione (ricordo che nel dibattito parlamentare esponenti del Partito Democratico mossero critiche all'introduzione della direttiva così come è stata considerata), oggi questo dibattito non ci sarebbe e non saremmo a discutere di problematiche che purtroppo riguardano tante persone che in questo momento ci stanno guardando. Sottosegretario a lei l'invito ad aprire presto questo tavolo. So che lo farà, so che su questo è impegnato anche il Ministro Calenda. Occorre davvero nei prossimi mesi una risposta concreta che vada nella direzione di quanto si è discusso anche nei mesi precedenti nell'incontro tra il Governo e gli ambulanti. Il voto del Partito Democratico è favorevole sulla mozione così come riformulata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).