Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 24 Gennaio, 2017
Nome: 
Vittoria D'Incecco

Signor Presidente, signor sottosegretario, è fuori dubbio che il ricorso a terapie non esenti da effetti collaterali anche severi è aumentato nella pratica clinica con una leggerezza che ha portato a reazioni anche gravi e mortali, come stabiliscono i dati di cronaca e le pubblicazioni scientifiche su eventi annunciati nel bugiardino del farmaco che sono troppo spesso ignorati. In Italia, purtroppo, la statistica ci vede al primo posto in una classifica, quella del ricorso facile all'antibiotico, di cui poco c’è da vantarsi e che è segno che in alta percentuale gli antibiotici potrebbero essere evitati. L'uso spesso precauzionale che induce oggi i medici alla prescrizione di farmaci e di antibiotici, anche quando non ricorrano proprio le indicazioni cliniche, è legato spesso al timore di ripercussioni legali in caso di complicanze della malattia o al fatto che l'attuale sistema assistenziale mutualistico, oggi, fa, purtroppo, del medico anche un burocrate e lo costringe a togliere tempo per formulare una buona diagnosi, soffermarsi su una terapia mirata e, soprattutto, impegnarsi nelle raccomandazioni sulla prevenzione e cura, attraverso, ad esempio, un abbigliamento più caldo e adeguato, l'assunzione di bevande calde e agrumi nelle malattie dovute o aggravate dal raffreddamento corporeo, che favorisce la replicazione virale, vedi l'abuso di anti febbrili anche sopra i quattro anni di età o l'uso di indumenti di cotone o tessuti acrilici inadeguati alle basse temperature invernali. I medici dovrebbero, invece, avere il tempo di fare più prevenzione sullo stile di vita e alimentare, poiché molte virosi epidemiche potrebbero essere mitigate con il buonsenso che portava in passato a riscaldare il corpo dopo una malattia da raffreddamento e ad osservare regimi alimentari ricchi di frutta, verdura e cereali integrali e poveri di proteine animali. Gli italiani abusano di antibiotici anche per automedicazione, ma anche di cortisonici e antinfiammatori, non sapendo che per molte malattie di stagione sono inutili e, a volte, persino dannosi. Sarebbe utile, senza preconcetti, che nel bagaglio di conoscenze terapeutiche ci fossero alternative farmacologiche come i farmaci complementari che integrati e non sostituiti alla farmacologia chimica potrebbero ridurne gli effetti collaterali da accumulo ed aiutare nella prevenzione e cura dei disturbi. In discussione generale, signor Presidente, signor sottosegretario, nella giornata di ieri, ho già parlato ampiamente delle gravi conseguenze dell'abuso e dell'uso improprio di antibiotici in agricoltura, specificando le severe ripercussioni sull'impatto ambientale e sulla salute pubblica. 
Non mi voglio ripetere, è importante però sottolineare che gli antibiotici usati negli esseri umani e negli animali spesso appartengono alle stesse classi. Negli ultimi dieci anni è aumentato fino a un massimo di otto volte l'utilizzo negli allevamenti di tre classi di antibiotici ritenuti dall'Organizzazione mondiale della sanità di notevole importanza per la salute umana: le cefalosporine, i macrolidi e i fluorochinoloni. Questi farmaci richiedono più urgentemente la gestione dei rischi del loro uso negli alimenti umani. Gli esperti dicono che gli allevamenti intensivi di migliaia di animali in spazi ristretti e sovraffollati consentono all'infezione di diffondersi più rapidamente e c’è necessità, per prevenzione e cura, di una quantità sempre maggiore di antibiotici. Questo, però, è riconosciuto come fattore importante nel facilitare lo sviluppo e la diffusione di organismi che non rispondono ai farmaci esistenti. Ogni anno nell'Unione europea la resistenza agli antibiotici provoca 25.000 decessi e una spesa sanitaria di un miliardo e mezzo; a detta dell'Organizzazione mondiale della sanità è una delle maggiori minacce per la salute globale. Una delle cause della diffusione dell'antibiotico-resistenza sono gli allevamenti intensivi; siamo il terzo maggiore utilizzatore di antibiotici negli animali da allevamento in Europa, dopo la Spagna e Cipro, e il nostro uso è più alto di quello di altri Paesi di simili dimensioni, il triplo della Francia, il quintuplo del Regno Unito. Nonostante gli allarmi arrivati dall'Agenzia europea per i medicinali, dall'Organizzazione mondiale della sanità e da ultimo anche da un magazine come The Economist, che qualche mese fa accese il dibattito a livello internazionale, ben poco si è fatto del nostro Paese per evitare abusi che portano dritti alla resistenza dei batteri agli antibiotici. Negli ultimi decenni, a causa dell'intensificazione degli allevamenti, gli antibiotici sono diventati uno strumento utilizzato dall'industria della carne per mantenere in vita animali che una volta portati al di sopra delle loro possibilità, con bombardamenti ormonali per la produzione di latte e carni, si ammalano con estrema facilità. In Italia, il 71 per cento degli antibiotici venduti, il 71 per cento, compresi anche quelli a consumo umano, è destinato agli animali; a tal proposito è urgente accelerare le procedure per la predisposizione del Piano nazionale per l'antibiotico-resistenza, signor sottosegretario, che preveda di monitorare i dati in modo trasparente, abolire l'uso sistematico e profilattico degli antibiotici, realizzare un piano obbligatorio di riduzione del consumo di antibiotici negli allevamenti italiani, di fare il monitoraggio trasparente dei dati e la riduzione del consumo di antibiotici, anche attraverso l'obbligatorietà della ricetta elettronica del farmaco veterinario, per fare controlli e monitoraggi sul consumo di antibiotici. Oltre a questo, con questa mozione, il Partito Democratico chiede al Governo di incentivare le campagne di prevenzione relative ai vaccini, di promuovere campagne di informazione sull'uso responsabile degli antibiotici in commercio, di sostenere azioni per un cambiamento culturale della popolazione, sostenendo la formazione degli operatori sanitari e rilanciando la ricerca e lo sviluppo di nuovi antimicrobici, di prevedere incentivi finanziari per mettere a disposizione dei medici test diagnostici che possano in tempi reali evitare la somministrazione inutile di antibiotici e di dotare gli ospedali di servizi di microbiologia permanente. Bisogna agire in fretta, signor sottosegretario, e in modo efficace, contro un'emergenza che potrebbe provocare, fra pochi anni, più morti del cancro e che già causa 7.000 morti ogni anno nel nostro Paese. Con questa raccomandazione il mio gruppo accetta le condizioni del Governo, esprime parere favorevole alla nostra mozione e a quelle che seguono le nostre finalità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).