Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 23 Gennaio, 2017
Nome: 
Vittoria D'Incecco

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Grazie, Presidente. È straordinario, Presidente, vedere come quando si parla di salute, quando si parla di problemi seri, le idee si riconfrontano e molto è stato già detto nell'illustrazione che mi ha preceduto, però tante cose, tanto è il peso di questo tema, bisogna ribadire. Si tratta di 25.000 morti, ogni anno, in Europa e negli Stati Uniti, per infezioni da germi resistenti agli antibiotici. Ecco perché c’è l'emergenza. Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a un drammatico aumento di batteri patogeni resistenti a più agenti antibatterici e i batteri multiresistenti sono attualmente considerati come una malattia globale, emergente e un importante problema di salute pubblica, appunto. L'esposizione ad agenti antibatterici determina la pressione selettiva necessaria per la crescita e la diffusione di agenti patogeni resistenti; pertanto, l'aumento dei tassi di resistenza deriva, in ultima analisi, dall'abuso e dall'uso improprio di agenti antibatterici, sia quando vengono utilizzati nell'uomo, che quando sono usati su animali da allevamento o rilasciati nell'ambiente.
Questo non è più un problema medico, signora Presidente, signora sottosegretario, la resistenza antimicrobica è diventata una minaccia per la salute globale, che richiede l'azione coordinata di molti soggetti diversi per affrontare la resistenza agli antibiotici alla sua radice. Dobbiamo intervenire su tre contesti di utilizzo degli antibiotici per poter pensare di ridurre e controllare la resistenza degli antibatterici, l'utilizzo di questi farmaci negli animali e nella catena alimentare per prima, nell'ambiente e nella comunità al secondo posto, e al terzo posto nel contesto sanitario. 
Gli interventi per limitare la presenza e la diffusione di batteri resistenti nel contesto degli animali possono comprendere i seguenti passi: vietare l'uso di antibiotici come promotori della crescita animale, limitare l'utilizzo per applicazioni non terapeutiche, ridurre la diffusione di batteri attraverso la catena alimentare migliorando la biosicurezza agricola e lo sviluppo di strategie di trattamento alternative e aumentando le condizioni e le pratiche igieniche lungo la catena alimentare, lo sviluppo di programmi di formazione principalmente diretti a veterinari e allevatori sulla manipolazione degli alimenti e sui sistemi di sorveglianza, e in ultimo la sorveglianza sulla resistenza agli antibiotici utilizzati negli esseri umani e negli animali. 
L'Autorità europea per la sicurezza alimentare sta giocando un ruolo fondamentale nell'individuazione dei rischi emergenti nella zona di batteri nel settore alimentare e diverse proposte sono state fatte per l'armonizzazione di monitoraggio-reporting di batteri resistenti. Gli antibiotici che sono diventati fondamentali per la salute umana devono essere chiaramente identificati e il loro uso limitato agli esseri umani, solo al fine di evitare la cross resistenza. A questo proposito, l'Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito un elenco di agenti antimicrobici essenziali per uso umano da evitare negli interventi non umani. La conformità con le raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, tuttavia, e questo mi dispiace, non è né obbligatoria e né regolamentata. 
Il compito del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie è fondamentale per identificare, valutare e comunicare minacce emergenti per la salute umana con la resistenza antimicrobica. L'abuso di antibiotici ha contribuito ad accelerare lo sviluppo della resistenza agli antibiotici e in questo senso la medicina umana ha svolto un ruolo chiave per una inappropriata prescrizione, talvolta, come si diceva, causata da linee guida obsolete o pressioni farmaceutiche, esagerata disponibilità di antibiotici o/e per automedicazione, e questi comportamenti riflettono una generale mancanza di consapevolezza sulla minaccia globale che la resistenza agli antibiotici rappresenta per la nostra società. I programmi educativi per l'uso razionale degli antibiotici rivolti ai medici di base, agli informatori farmaceutici e alla comunità in generale devono essere diffusi per alleggerire la richiesta esagerata dei pazienti sui medici e ridurre il consumo di antibiotici. 
Ma guardiamo l'ambiente: l'uso eccessivo di agenti antimicrobici per trattare gli esseri umani e gli animali ha anche causato l'accumulo di questi composti nell'ambiente e l'impatto di tale accumulo sulla comparsa di resistenza agli antibiotici, purtroppo, non deve essere sottovalutato. Agenti antibatterici hanno diverse vie d'ingresso nell'ambiente: attraverso gli impianti fognari che derivano da abitazioni civili o ospedali, o attraverso letame, che deriva da allevamenti animali e che possono inquinare le acque. L'accumulo di agenti antibatterici nell'ambiente seleziona microrganismi resistenti trasformando l'ambiente in un serbatoio enorme di geni resistenti agli antibiotici. Impianti di trattamento delle acque reflue sono diventati un punto caldo per il trasferimento igienico orizzontale e la selezione di determinanti genetici che forniscono la resistenza agli antibiotici, oltre al contatto dei germi ambientali con sostanze inquinanti, metalli pesanti, pesticidi, disinfettanti o detergenti. 
L'attuale normativa sulla qualità dell'acqua si concentra principalmente sulla presenza di indicatori di microrganismi, ma non affronta le concentrazioni di antibiotici di fognature e impianti di depurazione. Le strategie per mitigare i rischi di esposizione ambientale dovrebbero essere finalizzate a migliorare i sistemi industriali per servizi igienico-sanitari e la decontaminazione delle acque di depurazione dell'ospedale. 
Guardiamo anche gli aspetti sanitari: la concomitanza di un elevato consumo di antibiotici, i pazienti in condizioni critiche e un afflusso permanente di specie patogene all'interno del contesto sanitario alimenta lo sviluppo di resistenza e offre uno scenario ideale per la diffusione, appunto, di microrganismi resistenti e trasferimento orizzontale di geni di resistenza. 
La gestione dei microrganismi antibiotico resistenti nelle strutture sanitarie è, quindi, una questione chiave. Il grado di resistenza agli antibiotici in queste strutture dipende da fattori intrinseci legati ai particolari comportamenti di ogni centro, e da fattori esterni come l'afflusso di agenti patogeni resistenti che hanno origine nella comunità. Differenze intrinseche nei tassi di resistenza tra gli ospedali possono derivare da molte variabili, quali l'uso di stanze di degenza per singolo malato verso stanze che accolgono più ricoverati, il comportamento igienico del personale, la gestione degli antibiotici, la pulizia ambientale, l'adesione ai programmi di igiene delle mani e il controllo delle infezioni. 
Per ridurre al minimo le conseguenze indesiderate dell'uso di antibiotici, l'attuazione di programmi di gestione degli antimicrobici dovrebbe essere obbligatoria. Possono essere prese le seguenti misure per prevenire l'insorgere e la diffusione della resistenza agli antibiotici in tutto il mondo e, quindi, i vari impegni che noi chiediamo al Governo: l'uso razionale degli antibiotici in medicina umana e veterinaria, l'attuazione di misure di controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie, lo sviluppo di strategie per ridurre i rischi di esposizione ambientale, lo sviluppo di test diagnostici rapidi, promozione della ricerca e sorveglianza sulla prevenzione della resistenza antibatterica, la promozione della ricerca e sviluppo di nuovi antimicrobici e antibatterici, e il miglioramento generale della consapevolezza che l'uso di antibiotici è legato al rischio di aumentare la resistenza, nonché la promozione delle vaccinazioni per evitare altre infezioni. 
Su tutti i predetti punti chiedo l'attenzione del Governo, soprattutto per accelerare le procedure per la redazione del Piano nazionale contro l'antibioticoresistenza e per l'obbligatorietà della ricetta elettronica del farmaco veterinario. Le misure proposte richiederanno un'azione concertata di tutte le parti interessate, non solo del Governo, non solo dei responsabili politici, ma anche delle autorità pubbliche sanitarie, delle agenzie di regolamentazione, delle aziende farmaceutiche, della comunità scientifica in generale. Soprattutto sarà necessario realizzare modifiche normative e prevedere investimenti economici, ma il trattamento di pazienti con infezione da patogeni resistenti ai farmaci, signora sottosegretario, è molto costoso, a causa di tempi di ospedalizzazione più lunghi e l'uso di farmaci più costosi, per cui, come abbiamo detto, questa è un'emergenza e credo che non si possa più aspettare.