Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 31 Marzo, 2016
Nome: 
Donata Lenzi

Signora Presidente, quest'Aula discute di nuovo di ISEE, è una cosa positiva perché in realtà l'ISEE tocca migliaia, anzi milioni, di famiglie italiane, ed è uno strumento fondamentale delle politiche di assistenza. Io vorrei iniziare ricordando in quest'Aula che il tema dell'assistenza sociale è in Italia un tema di una Cenerentola, il nostro sistema di politiche sociali è il più frammentato e il più corporativo e come tale incapace spesso di rispondere ai bisogni delle persone. Vorrei ricordare a quest'Aula che in metà delle regioni italiane – non tutte ma direi pressappoco, da Roma in giù, comprese quelle da cui vengono alcuni dei colleghi che sono intervenuti – il tema dell'ISEE non c’è per determinare l'accesso alle strutture socio-assistenziali, ai centri diurni, all'assistenza domiciliare perché quei servizi non ci sono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il primo problema che noi dobbiamo affrontare è garantire all'intero Paese un livello adeguato di servizi. L'ISEE è un pezzo di una riforma sistemica dei servizi sociali... Allora l'ISEE era un pezzo di una riforma di sistema che doveva prevedere i livelli essenziali di assistenza anche per le politiche sociali, il Fondo nazionale sociale di una cifra adeguata era stato portato a zero, questo Governo l'ha riportato a 400 milioni di euro, ancora insufficienti ma almeno il segno e più, e il terzo era lo strumento di un indicatore di situazione economica familiare che desse attuazione non solo all'articolo 3, ma anche all'articolo 38 della Costituzione, e che quindi fosse di punto di riferimento per superare un welfare dove i servizi che ricevi dipendono troppo spesso da quale lavoro fai, quale contratto di lavoro hai, in quale regione abiti, in quale comune abiti e finanche quali patologie, quale tipo di disabilità hai, essendo per ognuno di questi elementi pensata e costruita una risposta diversa. Per arrivare ad avere una risposta più omogenea e più uniforme le tre cose che ho detto all'inizio – livelli essenziali, Fondo sociale e utilizzo di un unico indicatore di situazione economica equivalente – fanno parte di un omogeneo disegno di intervento. Se c’è una cosa positiva nel dibattito di oggi, che è sempre comunque positivo, è che nessuno ha messo in discussione il fatto che un indicatore di situazione economica della famiglia ci voglia. Poi, come lo andiamo a fare è oggetto di discussione, ma che ci voglia l'abbiamo condiviso tutti. Come lo andiamo a fare ? Il Consiglio di Stato è intervenuto e, per quanto mi piacerebbe poter avere un'interlocuzione diretta con chi ha deciso, noi dobbiamo però prendere atto di questa decisione e trarne le conseguenze, che sono conseguenze significative e di sistema, proprio perché ho ricordato che l'ISEE interviene all'interno del sistema assistenziale. La prima conseguenza è di carattere generale, perché nel momento in cui il Consiglio di Stato afferma che le indennità a qualsiasi titolo date a una persona con disabilità sono di per sé stesse di natura ontologicamente risarcitoria, ne consegue che noi non potremo mai utilizzare lo strumento dell'indicatore di situazione economica o del reddito per determinare chi ha diritto a quella prestazione e questo rimette in discussione ipotesi sulle quali si sta discutendo da tempo, per esempio ventilate oggi nell'articolo di fondo del Corriere della Sera di Sergio Rizzo in merito alla relazione di ieri del presidente dell'INPS. In quell'articolo c’è un'altra cosa che, oggi che parliamo di disabili, forse potremmo dire che non è possibile dedicare ancora quattro colonne al problema dei falsi invalidi e a tutte le cose conseguenti a una criminalizzazione della disabilità a prescindere dalla realtà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), dopo che abbiamo fatto 854.000 verifiche e trovato 67.000 casi in cui è stata corretta la diagnosi, e ritirata o modificata l'indennità, ancora, l'unica volta in cui si parla di disabilità, è per denunciare la situazione dei falsi invalidi. Aggiungo a quest'Aula come forza di maggioranza, rivolgendomi alla Presidenza, noi dobbiamo rispondere alla segnalazione contenuta nella stessa denuncia di un mancato adeguamento da parte di questa Istituzione al rispetto della legge n. 68, perché anche questo vuol dire concretamente occuparsi del tema della disabilità. Vengo a quello che dobbiamo fare per dare attuazione a quella sentenza: rispondere all'incertezza che i comuni, le famiglie e le persone hanno adesso, quale retta pago oggi, questo è il primo problema. Non basta modificare la norma e non è una sentenza della Corte costituzionale – anche se qui qualcuno l'ha considerata in questo modo – il Consiglio di Stato non può sopprimere pezzi di norme, ma dobbiamo pensare che si modifica la norma, leggi regionali e regolamenti comunali, il tutto rapidamente, per poter rapidamente rispondere a quanto è contenuto nella sentenza. L'unica strada che noi abbiamo individuato per una risposta veloce, che risponda a questa esigenza, è il ritorno al calcolo pre-ISEE del 159 del 2013, così come era contenuto nel decreto n. 109. 
Quindi, ritornare alla situazione precedente ci permette di dare ai comuni la possibilità di avere già i programmi adeguati dal punto di vista informatico e documentale e sapere quali sono le possibilità di entrata e di uscita, così che le famiglie siano in grado di fare le loro previsioni. Ma questa è una risposta sull'urgenza e noi chiediamo al Governo di agire rapidamente. Non è una risposta di sistema, è un anno di sperimentazione, perché anche in quest'Aula noi abbiamo ripetuto più volte che consideriamo il 2015 un anno in cui si è sperimentato il nuovo ISEE, c’è un monitoraggio, c’è un organismo di controllo del monitoraggio che contiene al proprio interno la rappresentanza delle associazioni e degli enti locali, è necessario avviare un percorso di revisione del meccanismo dell'ISEE, raccogliendo anche le sollecitazioni che sono venute dai colleghi che non riguardano solo il tema della disabilità, ma quello delle borse di studio universitarie, il tema delle famiglie e altri che sono stati sollevati, in modo tale che lo strumento trovi un proprio migliore equilibrio. Mi permetto di aggiungere a tutto ciò la sollecitazione che vedo come prima ed essenziale: semplificare quello strumento. Se abbiamo semplificato il 730, merito di questo Governo – arriva in modo telematico, possiamo capirlo e rispondere, compilarlo da soli – è impossibile pensare che l'ISEE non sia comprensibile, non solo a chi ne ha bisogno, ma spesso agli stessi operatori dei CAF. È necessaria una drastica, decisa semplificazione oltre che il tentativo di rispondere sempre meglio alle esigenze di equità che qui sono state sollevate. Bene, semplificare, valutare, correggere; due piste di lavoro, una sull'urgenza, una quella di sistema, magari all'interno del collegato che dovremo affrontare a giorni. Questa mozione prevede questo. Apprezzo il fatto che l'ISEE rimanga alla base del nostro sistema assistenziale, ricordo a quest'Aula, o informo chi non lo sa, che è appena uscita una sentenza, questa sì, della Corte costituzionale, la sentenza n. 2 del 2016, dove viene ribadita la necessità di tener conto del reddito delle famiglie... Annuncio il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...