Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 1 Aprile, 2019
Nome: 
Filippo Sensi

Presidente, mi permetto, se lei lo consente, di illustrare la mozione con la quale il gruppo del Partito Democratico si impegna a sostenere la candidatura di Milano a sede della sezione specializzata delle controversie in materia di metallurgia, life sciences e chimica farmaceutica del Tribunale unificato dei brevetti, sezione al momento assegnata a Londra.

Viviamo giorno per giorno i palpiti e le angustie nelle quali la sciagurata decisione dell'allora Governo conservatore britannico di sottoporre a referendum la Brexit dall'Unione europea ha precipitato il Paese: angustie che dopo oltre mille giorni da quel voto non solo non sono finite, ma nei prossimi giorni, se possibile, si intensificheranno, oggi stesso, con conseguenze assai gravi non solamente sul Regno Unito, ma su tutti i Paesi dell'Unione, Italia compresa. De te fabula narratur, verrebbe quasi da dire, Presidente, pensando alle rovinose conseguenze che spesso scaturiscono da decisioni che vorrebbero tutelare in maniera propagandistica prima gli inglesi, o traduco, prima agli italiani, e che finiscono per essere l'esatto contrario: un atto di autolesionismo da incubo, che ha danneggiato e danneggia per primi gli inglesi, per primi gli italiani, che avrebbe voluto difendere. Non si fidi, Presidente, di chi promette scorciatoie e anni bellissimi, l'abolizione della povertà o tasse talmente piatte da essere rimaste a terra, e la fatica del Governo non sia un'esimente, una scusa, un pretesto per chi ha così tanto promesso, così poco realizzato; talmente poco da riprovarci con le stesse identiche promesse, disattese, al prossimo giro di giostra elettorale di qui a due mesi scarsi.

Tra le conseguenze non secondarie di questo divorzio, i cui estremi devono ancora essere negoziati nel dettaglio ed in corsa, c'è tuttavia anche la riallocazione di agenzie ed organismi di stanza a Londra, che (vedremo quanto consensuale sarà questa separazione) saranno redistribuite tra le città dell'Unione. Come già successo per l'Agenzia del farmaco, che solo per un disgraziato insulto del caso sfuggì qualche mese fa all'assegnazione alla migliore sede candidata, Milano: come diceva il leggendario Freak Antoni (chiedo licenza, Presidente), la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo.

Niente affatto sfiduciati da quello scacco torniamo a proporre Milano come sede del Tribunale unificato dei brevetti, disciplinato da un Accordo istitutivo promulgato dal Parlamento e dal Consiglio dell'Unione europea il 17 dicembre 2012, e ratificato dall'Italia con la legge n. 214 del 3 novembre 2016. Ricordo, Presidente, che la legge n. 201 del 2017, del 4 dicembre 2017, ha inoltre ratificato il protocollo sui privilegi e le immunità del Tribunale unificato dei brevetti, necessario per conferire ad esso uno status giuridico in territorio italiano; ratifiche che sono arrivate nel corso della passata legislatura, dopo anni di ritardi, ed hanno dato piena attuazione agli accordi sul Tribunale unificato dei brevetti.

Come funziona il tribunale? Si articola su due livelli; non vorrei annoiarvi, ma è importante illuminarne l'organizzazione interna, con il tribunale di primo grado e la corte d'appello cui si affianca la cancelleria. Per il tribunale di primo grado sono previste diverse divisioni: la divisione centrale, con sede a Parigi e sezioni specializzate a Londra per i brevetti chimici e farmaceutici e a Monaco per i brevetti meccanici; e le divisioni locali o regionali.

Le divisioni locali sono istituite presso ciascuno Stato contraente su sua richiesta. Sono considerate large division, per volume di affari, quelle istituite in Francia, Germania, Italia, Gran Bretagna e Olanda; small division quelle dei rimanenti Stati contraenti. Le divisioni regionali sono invece istituite tra due o più Paesi, e destinate a trattare casi di diversa localizzazione entro la regione di competenza che può riguardare anche Paesi non confinanti tra loro: per adesso c'è solo una corte regionale baltica per Svezia, Estonia, Lituania e Lettonia, ed un'altra per Bulgaria e Romania. Fin qui il tribunale di primo grado.

La corte d'appello sarà unica, e avrà sede in Lussemburgo. Presso la corte d'appello vi è inoltre il registry, la cancelleria, con sottosezioni nelle varie divisioni locali. È previsto anche un centro di mediazione ed arbitrato che avrà sede a Lisbona.

Badi bene, Presidente, che il Tribunale unificato non rientra nell'architettura istituzionale dell'Unione europea: è un organismo definito da un Accordo intergovernativo tra 25 Stati membri dell'Unione, ma ad oggi non ha ancora iniziato a funzionare perché mancante della ratifica da parte della Germania, come ricordavano i colleghi. Per l'entrata in vigore dell'Accordo è infatti necessaria la ratifica di almeno 13 Stati firmatari, inclusi i 3 con il maggior numero di brevetti europei, cioè Germania, Francia e Regno Unito. Nel testo dell'Accordo, inoltre, che determina anche le varie sedi del Tribunale, è menzionata esplicitamente la capitale britannica: di conseguenza il futuro della sezione di Londra richiede una revisione dell'Accordo stesso all'unanimità.

Tornando ai rilievi fatti in apertura di intervento, le complesse vicende relative all'entrata in vigore della Brexit, indipendentemente dalle sue condizioni di applicazione, al momento in corso di definizione, pongono il problema della sede centrale nella capitale britannica. È comunque compito del Tribunale l'applicazione del diritto comunitario in materia, per cui il mantenimento della sede londinese risulterebbe perlomeno incongruo, diciamo così.

A Milano, Presidente (le do questa notizia), è già stata individuata una sede prestigiosa, ampia e perfetta alla bisogna come sede della divisione locale del Tribunale; e sottolineo che la sede assegnata alla divisione locale risulterebbe, per dimensioni e caratteristiche strutturali, adeguata anche nell'ipotesi di assegnazione di una sede specializzata della divisione centrale del Tribunale unificato, quale quella attualmente stabilita a Londra, in particolare in materia chimica e farmaceutica.

Ricordo in conclusione che con il venir meno della Gran Bretagna dal mazzo europeo, l'Italia dall'attuale quarto posto passerebbe al terzo per numero di brevetti presentati annualmente, con una percentuale superiore al 10 per cento sul totale europeo di 1,8 milioni. Ce n'è d'avanzo, insomma, Presidente, per impegnare il Governo a sostenere in tutte le sedi competenti la candidatura di Milano quale sede della sezione specializzata delle controversie in tema di metallurgia, life sciences e chimica farmaceutica del Tribunale unificato dei brevetti, al momento assegnata a Londra; e a concludere quanto prima l'accordo per la sede locale con le autorità comunitarie competenti, al fine di dimostrare l'effettiva capacità dello Stato italiano di tenere fede agli impegni presi (giuro, Presidente, non citerò alla TAV), premessa indispensabile per l'assegnazione della sezione centrale specializzata. Questo è l'auspicio e l'impegno per Milano che, a nome del Partito Democratico, le consegno perché ne faccia tesoro.