Discussione generale
Data: 
Lunedì, 4 Dicembre, 2017
Nome: 
Alfredo Bazoli

1-01644

Presidente, credo che sia una buona notizia, cosa positiva, questa mozione condivisa tra maggioranza e opposizione che punta a mettere all'attenzione del Governo e delle istituzioni nazionali la condizione ambientale della città di Brescia. È una condizione difficile, complicata e delicata, peculiare, che dipende dal fatto che la nostra è una città che ha conosciuto in passato uno sviluppo industriale impetuoso, importante, significativo, che ha garantito benessere economico ma che ha lasciato dietro di sé anche strascichi di natura ambientale, in ragione del fatto che molte delle produzioni, delle realtà economiche, delle aziende, delle imprese che hanno insistito sul territorio vasto della provincia di Brescia erano imprese che avevano una ricaduta ambientale pesante, in un'epoca nella quale le regole, l'attenzione a queste tematiche non erano certamente quelle di oggi.

Quindi, noi oggi abbiamo un territorio, quello della città e della provincia di Brescia più legato allo sviluppo industriale, che è in una condizione certamente di difficoltà e di sofferenza, e sulla quale c'è una grande attenzione - io credo giustificata - da parte dell'opinione pubblica. Bisogna mettere in fila le cose per rendere chiarezza sullo stato, sulla condizione della nostra città, della nostra realtà e dell'area vasta del comune di Brescia. Noi sappiamo da dati certi, clinicamente accertati anche tramite studi epidemiologici, che nel sangue della popolazione bresciana c'è una concentrazione e una presenza di PCB e di diossine che è largamente superiore alla media nazionale. Questo dipende dal fatto che noi abbiamo aree inquinate, abbiamo un sito di interesse nazionale, il sito Caffaro, che è un sito nel quale gli sversamenti delle attività industriali del passato hanno determinato una concentrazione di PCB estremamente rilevante ed elevata, che addirittura ha comportato l'interdizione alla frequentazione di una porzione molto rilevante del territorio cittadino.

Sappiamo però che PCB e diossine sono anche il frutto di ricadute ambientali di attività molto presenti nel tessuto economico imprenditoriale bresciano, in particolare delle attività delle acciaierie, che anche oggi sono molto sviluppate, ma che in passato non avevano quelle regole di monitoraggio delle emissioni che ci sono oggi. E sappiamo che quelle lavorazioni producevano diossina che poi, appunto, a ricaduta, è arrivata sul territorio bresciano e che oggi determina questa concentrazione anomala di PCB e diossine nel sangue dei cittadini bresciani. E sappiamo anche che queste sostanze hanno effetti cancerogeni: questo ce lo dice l'Istituto superiore di sanità sulla base di studi ormai accertati. Quelle sostanze hanno effetti cancerogeni certi per alcuni tipi di tumori e probabili per altri tipi di tumori, e non è un caso che l'incidenza di alcuni tipi di tumori sulla popolazione bresciana sia superiore alla media nazionale. In più aggiungo che a Brescia c'è stato anche un problema molto rilevante di inquinamento della falda, quindi delle acque superficiali, quelle anche destinate al consumo umano e alla irrigazione. Inquinamento di cromo esavalente, figlio, anche questo, della produzione industriale, in particolare proveniente dalla Val Trompia, che ha causato questo inquinamento della falda.

Quindi, come si capisce, una condizione ambientale ecologica di particolare delicatezza, che ha giustamente, io credo, allarmato la popolazione bresciana. Ed è per questo che noi chiediamo in maniera bipartisan, come si dice, quindi maggioranza e opposizione, una particolare attenzione al Governo e alle istituzioni nazionali su questa particolare e delicata situazione ambientale che ci troviamo a dover fronteggiare, sapendo, e bisogna però dirlo con grande chiarezza, che a Brescia, sotto questo profilo, non siamo all'anno zero. A Brescia le istituzioni cittadine, le istituzioni provinciali e tutto il contesto economico, una volta preso atto e preso coscienza negli ultimi anni di questa condizione ambientale, ha cercato di avviare tutte le attività necessarie per cercare di ovviare a questa situazione di grande difficoltà. E bisogna dirlo questo, perché bisogna sapere che non siamo all'anno zero, ma che siamo in una fase di consapevolezza che ha comportato anche azioni concrete a difesa dell'ambiente bresciano.

Voglio ricordare alcune cose che sono state fatte. Voglio ricordare che l'azienda di servizi A2A, che è una costola della nostra storia municipale bresciana, che oggi rappresenta una grande eccellenza nel panorama delle aziende erogatrici di servizi in Italia, è intervenuta sui pozzi per ovviare e sanare il problema del cromo esavalente. Oggi il cromo esavalente nell'acqua potabile che arriva nelle case dei bresciani non è più un problema grazie all'intervento di A2A. Noi abbiamo un tessuto economico che ha preso coscienza della condizione di estremo impatto ambientale anche delle proprie attività. Voglio ricordare, a questo proposito, il consorzio Ramet, che è il consorzio che riunisce le 22 più importanti imprese metallurgiche di Brescia, che ha promosso riduzioni significative delle emissioni con investimenti molto rilevanti, tanto che oggi si può ritenere che, da quel punto di vista, la città e la provincia di Brescia siano un'eccellenza in campo europeo in tema di tutela da emissioni inquinanti.

E, ancora, gli accordi, sempre di quella filiera produttiva così importante e così impattante per l'economia bresciana, e non solo, per lo smaltimento delle scorie, che sono state un grande problema per le discariche anche del bresciano e che, invece, tramite questi accordi, potranno essere smaltite in maniera più virtuosa tramite anche utilizzi interessanti e utili. E poi, ancora, fatemi dire gli interventi puntualmente promossi dall'amministrazione comunale di Brescia per la risoluzione dell'inquinamento di porzioni importanti e significative di aree della città di Brescia. Voglio ricordare il parco Calvesi, il campo di atletica Calvesi, che oggi è interamente finanziato, la cui bonifica oggi è interamente finanziata; ma, ancora, la scuola Deledda, la scuola elementare Deledda, e ancora il parco Passo Gavia, e così tanti interventi significativi che sono stati finanziati, progettati e poi realizzati grazie alla caparbietà e all'indirizzo assunto dall'amministrazione per cercare di risolvere questo enorme problema che la città di Brescia e la provincia di Brescia si trovano a dover fronteggiare.

E ancora, voglio ricordarlo, i 50 milioni di euro che il Ministero dell'ambiente ha destinato al risanamento dell'area inquinata del sito di interesse nazionale della Caffaro. Cinquanta milioni di euro, di cui trenta destinati, in particolare, alla risoluzione di uno dei problemi principali con i quali dobbiamo fare i conti per quanto riguarda il sito di interesse nazionale, che è esattamente il problema dell'inquinamento della falda. Ebbene, 30 milioni di questi 50 che sono stati destinati dal Ministero dell'ambiente, già destinati per delibera del CIPE al sito di interesse nazionale della Caffaro, questi 30 milioni saranno destinati alla soluzione del problema dell'inquinamento della falda e del sito della Caffaro, con un progetto che è già stato vinto e la cui realizzazione sarà iniziata nel 2019. Questo per dire che noi siamo dentro una cornice nella quale tutti gli attori coinvolti per la soluzione di questi problemi così rilevanti, così impattanti, così importanti per l'opinione pubblica bresciana, sono oggi al lavoro per cercare di risolvere i problemi.

Ed è per questo che noi chiediamo con forza che dentro questo percorso che le istituzioni bresciane e che le realtà economiche bresciane hanno intrapreso ci sia il sostegno continuo e convinto delle istituzioni nazionali, del Governo, dell'Istituto superiore di sanità, che devono continuare nel monitoraggio e devono aiutarci a completare quel percorso. I 50 milioni che sono stati stanziati per il sito di interesse nazionale sono molto importanti, ma non sono sufficienti. È un inizio che noi prendiamo come un inizio positivo, un'indicazione positiva della voglia di continuare su questo percorso, ma noi chiediamo alle istituzioni nazionali di continuare ad assisterci in questo percorso, e, anzi, noi chiediamo qualcosa di più. Chiediamo che Brescia, proprio per il contesto in cui si trova, proprio per quello che abbiamo fatto, proprio per la forza delle istituzioni economiche, politiche, delle realtà istituzionali che rappresentano la nostra città, possa rappresentare un modello per l'Italia. L'Italia è vasta, non solo Brescia, ovviamente, conosce queste problematicità ambientali, ma Brescia credo che possa rappresentare un modello da replicare in altre realtà italiane, se anche le istituzioni nazionali ci daranno una mano, se anche il Governo ci darà una mano, se anche l'Istituto superiore di sanità ci darà una mano, cioè se tutti insieme lavoreremo per far diventare questa condizione delicata ambientale della città di Brescia un modello, un esempio da replicare come esempio virtuoso per risolvere problemi e criticità di natura ambientale, che hanno creato così tanta preoccupazione e allarme nell'opinione pubblica bresciana.

Questo credo che sia, quindi, un po' il senso e il significato di questa mozione che abbiamo sottoscritto a più mani con diversi gruppi parlamentari. Il senso e il significato è: aiutateci a continuare in questo percorso, sapendo, care istituzioni nazionali, che la realtà bresciana è una realtà impegnata in questo senso in maniera molto virtuosa. E, quindi, noi chiediamo di diventare un po' il punto di riferimento nazionale per le tematiche che riguardano bonifiche e sanificazione degli ambienti dal punto di vista dell'inquinamento ambientale complessivo. Credo che possa essere davvero un modello, e quindi noi chiediamo che il Governo ci dia una mano in questo senso.