Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 14 Dicembre, 2016
Nome: 
Fabio Melilli

A.C. 4158

Signora Presidente, signora Ministra, mi permetto di svolgere qualche considerazione su quello che è oggi il momento finale della conversione in legge del decreto che ci ha consentito e ha consentito al Paese, in questi mesi, di lavorare rispetto ad una vicenda molto difficile e drammatica che ha colpito molti paesi e molte città dell'Italia centrale. Io, innanzitutto, a nome del Partito Democratico, mi sento di ringraziare tutti i gruppi parlamentari che oggi hanno dichiarato il loro voto a favore e hanno consentito l'accelerazione dei nostri lavori per poter consegnare al Paese una norma organica, di sistema. Forse mai i Governi del nostro Paese hanno costruito, all'indomani di una tragedia come quella del terremoto – altre ce ne sono state nel nostro Paese –, un sistema di norme che orgogliosamente oggi difendiamo e rispetto al quale naturalmente voteremo a favore. 
Il Governo ha fatto un lavoro prezioso, perché ha costruito un impianto normativo, che qualcuno può definire anche complesso e lungo, ma che consente di affrontare i giorni subito successivi al terremoto, ma anche i mesi che ci attendono, con grande potenzialità e con grande capacità di dare soluzione ai problemi. La prima annotazione che mi sento di fare è sicuramente quella della grande forza del nostro Paese, signora Presidente, che non smetteremo mai di ringraziare per la solidarietà, l'attenzione che ha voluto dimostrare, in ogni parte d'Italia, alle zone colpite dal terremoto. La seconda è l'efficienza delle Forze dell'ordine, dei volontari, del Corpo forestale dello Stato, delle forze locali, che dimentichiamo spesso di citare, ossia i comuni e le province, che hanno lavorato intensamente in quei primi giorni, all'indomani sia del primo che del secondo terremoto. A noi, come legislatori, spettava il compito di dare una cornice operativa, complessiva – e questo abbiamo fatto –, nel delineare norme che consentano di affrontare non soltanto il primo tempo dell'emergenza, ma anche quello della ricostruzione. Non sta a me ricordare – lo hanno fatto i colleghi prima di me – la grande innovazione nell'avere impegnato risorse per finanziare le seconde abitazioni, elemento essenziale perché quelle comunità tornino a vivere, per la loro caratteristica e per le loro vocazioni turistiche. Abbiamo fatto un'operazione che, però, non si limita solo alle canoniche norme che presiedono alla ricostruzione. Abbiamo costruito tutti insieme un impianto normativo che spero consentirà a quelle terre di poter rinascere, concentrando la nostra attenzione sulle condizioni per ricreare lo sviluppo, per dare modo a quelle terre di essere più forti di quanto non fossero prima. Hanno ragione i colleghi e le colleghe che sono intervenuti prima di me: Camerino, come Amatrice – per citare due luoghi simbolo del terremoto – hanno bisogno di trovare, di rinnovare la forza nelle loro caratteristiche, siano esse universitarie o la grande forza del tessuto produttivo agroalimentare. Però, lasciatemi dire che l'abbiamo fatto all'inizio con un impianto culturale che è preciso e definito. Tutti insieme abbiamo detto di non derogare alle norme, di fare un'operazione di costruzione di norme che non abbiano il sentore della troppa straordinarietà. Allora, sono un po’ stupito, Presidente, nell'ascoltare le accuse alla lentezza, perché delle due l'una: o si costruiscono norme straordinarie, che nel passato non hanno dato grande prova di sé, se debbo essere molto sincero, o, nel quadro delle norme esistenti, si favorisce un'accelerazione dei processi senza superpoteri, come è stato fatto spesso nel passato.
Certo, nel primo decreto, che riguardava il terremoto del 24 agosto, limitato, anche se nella sua drammaticità, a piccole comunità, forse non avevamo bisogno di derogare ad alcune cose come, invece, si prevede nell'emendamento che il Governo ha presentato al Senato, come consentire ai comuni di avere più personale, di costruire un processo ricostruttivo che si avvalesse di nuove risorse rispetto a quelle di cui pure i comuni disponevano. Abbiamo dovuto cambiare un po’ il tiro, perché il secondo terremoto, che ha devastato in modo così vasto l'Italia centrale, ha avuto bisogno di un'attenzione maggiore e anche di qualche deroga, che speriamo tutti utilizzino con saggezza e con trasparenza. Ripeto che lo abbiamo fatto con un'attenzione da parte del Governo e del Senato, che ha avuto più di noi l'occasione di poter riflettere sulle norme, costruendo un impianto che ha una sua organicità. Non ho grande esperienza parlamentare, ma nel leggere le carte, nel leggere quello che è accaduto nelle precedenti occasioni che sono state date al Parlamento per normare sul sisma, credo di poter dire che torneremo su questo argomento. Anche la stessa legge di bilancio lo ha fatto in qualche modo, soprattutto sul versante dello stanziamento delle risorse. Non mancherà occasione, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, di tornare a ragionare delle cose che vanno aggiustate, che vanno affinate. Infatti, credo che dall'esperienza sul campo si possa trarre insegnamento per costruire norme di grande saggezza. Lo faremmo nelle prossime settimane, ascoltando i territori. Anche in questo caso, lo dico naturalmente senza polemica all'onorevole Vicepresidente Baldelli: noi sul territorio ci stiamo e, mi creda, non abbiamo bisogno dei resoconti giornalistici per comprendere quali sono le difficoltà, quali sono state le difficoltà di quelle terre, ne abbiamo esatta percezione perché con quegli uomini e con quelle donne parliamo ogni giorno. Sappiamo quanto è difficile, quanto è stato difficile dare risposte alloggiative immediate, dare soluzione al sistema produttivo agroalimentare ed artigiano, che ha avuto bisogno di luoghi per tornare a produrre, per tornare a condurre una vita normale, avendo scelto di non abbandonare quelle terre. Sappiamo, però, che alcune decisioni prese dal Governo sono state da noi condivise, soprattutto quelle relative alla necessità di costruire un sistema organico. Il terremoto ha devastato quattro regioni e noi abbiamo scelto, tutti insieme, di dare un'unica guida alla ricostruzione. C’è stata un'unica guida nell'emergenza, con la grande saggezza e capacità di intervento della nostra Protezione civile ed un'unica guida doveva esserci nella ricostruzione. Voglio formulare, ancora una volta, a nome del Partito Democratico, gli auguri a Vasco Errani, che sta lavorando intensamente, giorno dopo giorno, per tentare di percepire i bisogni e di dare risposte. Non credo ci sia distrazione rispetto a quello che emerge dalle grida, a volte legittime, della popolazione colpita. C’è lentezza nella costruzione degli edifici ? Probabilmente è così, ma vorrei ricordare che il primo decreto, che è norma vigente dal primo momento in cui il Governo lo ha emanato, non consentiva di avere disponibilità di personale. Chi conosce il nostro Paese sa che le intelligenze, le passioni, le professionalità debbono misurarsi sul territorio e non è semplicissimo trovare uomini e donne che si spostano e vanno a lavorare in quei luoghi. Lo dico per averne contezza anche in questi giorni in cui le regioni stanno predisponendo i bandi per attrarre professionalità. Lo dico per avere contezza soprattutto della situazione dei comuni di Accumuli e di Amatrice, che non hanno grande facilità nel costruire disponibilità per il personale che va a lavorare in quei luoghi. Credo che piano piano riusciremo a mettere in piedi un sistema amministrativo che saprà superare le difficoltà. In questi giorni sono stato ad ascoltare – perché di ascolto c’è molto bisogno – anche quello che hanno costruito le professioni, l'ordine degli ingegneri, l'ordine degli architetti, che stanno riflettendo su come ricostruire. Non è percorso semplice. Credo che un po’ di dibattito ci voglia, perché noi dobbiamo vincere non soltanto la scommessa della ricostruzione, ma una scommessa ancora più difficile, che è quella di far tornare quelle terre appetibili per gli uomini e per le donne che dovranno costruire economia in quei territori. Lo dico perché il tema riguarderà non soltanto l'economia, ma riguarderà il sistema infrastrutturale, come è stato ricordato da qualcuno, riguarderà la capacità di quelle terre di essere attrattive in un futuro non remoto, ma in un futuro, speriamo, prossimo. Lo facciamo passo dopo passo. Vorrei che i colleghi leggessero – molti lo hanno fatto, naturalmente – anche l'impianto normativo, non di natura primaria, che è stato costruito dalla Protezione civile e dallo stesso commissario in questi giorni, ce n’è data contezza anche nei lavori dell'Ufficio studi della Camera, che dà il senso di quanto complessa sia l'operazione nella sua interezza. 
Credo che noi possiamo fare un grande lavoro, e questo grande lavoro il Governo lo ha costruito anche gettando le basi per iniziare un percorso nuovo che questo Paese non ha mai drammaticamente iniziato, cioè quello della prevenzione. Noi dobbiamo rendere quei luoghi sicuri non tanto e non soltanto nelle abitazioni, ma nei luoghi che sono i luoghi simbolo, e sono gli ospedali e le scuole. Dobbiamo farlo rapidamente, perché, al di là della distruzione che il terremoto ha provocato, c’è un allarme che la continua presenza di scosse sta determinando nella popolazione, cioè l'insicurezza di mandare a scuola i propri figli, l'insicurezza dei malati nel trovare ospedali a norma, sismicamente tutelati, e credo che di questo ci sarà bisogno rapidamente. Le regioni ci stanno lavorando, ci sta lavorando il Governo, e credo che presto potremo dare anche qui risposte di grande efficienza che consentano al Paese di lavorare davvero sulla prevenzione. È un percorso lungo, inevitabilmente ma credo – concludo, Presidente – che tutti insieme, e il voto di oggi lo potrà sicuramente rafforzare, saremo in grado di dare sempre di più il senso di uno Stato, di un'istituzione che lavori al fianco dei cittadini. Concludo dicendo, Presidente, nel rispetto naturalmente – ce lo ha ricordato prima in modo ineccepibile la Ministra – delle prerogative delle regioni, che bisognerà che riflettiamo anche un po’ sulle competenze sociali che le regioni hanno, perché c’è bisogno di grande attenzione al sociale. Grazie, Presidente, e grazie a tutti per il voto sostanzialmente unanime a questo provvedimento.