Dichiarazione di voto finale
Data: 
Mercoledì, 8 Febbraio, 2017
Nome: 
Stefania Covello

A.C. 4200-A

Grazie, signor Presidente. Questa sera ci apprestiamo a votare un importante decreto, naturalmente composto da tante misure di grande rilevanza per tutti i territori del Mezzogiorno. Per anni il Sud è stato derubricato, e questo lo vorrei ricordare alla collega Prestigiacomo che tanto stimo, ma che non ha detto cose proprio esatte rispetto al passato del Sud che è stato mortificato dai Governi Berlusconi. Per anni il Sud – dicevo – è stato derubricato dall'agenda politica e le sue risorse sono state usate a bisogno per le varie emergenze che magari riguardavano altri territori. Cito per esempio quello delle quote latte a supporto di questa memoria oppure i tagli lineari del Ministro Tremonti che hanno azzerato il Fondo per le politiche sociali e la non autosufficienza. Mi piace ribadirlo perché mai nessun Governo come questo ha dedicato tante risorse in questo settore ai soggetti più deboli e più sofferenti. Il PD in questa legislatura ha avuto il grande merito, attraverso la segreteria Renzi, di aver restituito dignità politica alla questione meridionale, con misure concrete e con fatti concreti. 
Non farò l'elenco delle cose fatte, ma quello che mi preme sottolineare è evidenziare una svolta culturale sul Mezzogiorno, i cui effetti si vedranno più in là di quanto le categorie di una politica subalterna ai social siano attualmente in grado di fare. La Svimez, nell'ultimo rapporto, ci ha detto che PIL e occupazione dopo sette anni sono tornati a crescere, così come alcuni settori vitali non sono più in contrazione, ma sono invece in estensione. La cultura contadina ci insegna che un terreno incolto da anni e riadattato a coltivazione nel primo raccolto vedrà una resa certamente non straordinaria, ma quel lavoro di dissodamento, di cura, rafforzerà i raccolti futuri. Nell'ultimo anno abbiamo siglato, il Governo centrale con i governi regionali hanno siglato patti istituzionali con le otto regioni e con le città metropolitane. 
I prossimi anni vedranno movimentati per il Mezzogiorno oltre 95 miliardi. Certo, c’è chi ritiene che questo non sia sufficiente, ma di sicuro non può dire che abbiamo dimenticato il Sud, anzi, come ho già detto prima, è tornato protagonista principale dell'agenda politica di Governo. Ciò che si sta facendo, lo sappiamo, non basta, però è un buon inizio rispetto al buio politico dei vent'anni passati. Lo sappiamo bene, è un ottimo inizio soprattutto perché proseguiamo un lungo tracciato segnato dalla legge di stabilità prima, dalla legge di bilancio poi, e oggi vi poniamo anche correttivi migliorativi. Penso alle misure per Ilva, come e bene magistralmente hanno detto i colleghi Vico, Massa, i colleghi pugliesi durante la discussione sulle linee generali e durante il dibattito. 
Noi siamo portatori di un'autentica cultura riformista, noi non diciamo che vogliamo chiudere l'Ilva, assecondando gli ambientalisti, e poi andiamo dai lavoratori e gli diciamo di non preoccuparsi, perché tra reddito di cittadinanza e bonifica possono stare tranquilli. Noi sappiamo che quei lavoratori non sono tranquilli, così come sono preoccupati i cittadini pugliesi per la salute propria e dei propri figli. Non usiamo il dolore delle persone, come ha fatto qualcuno, per farne strumento di lotta politica, mai ! Noi vogliamo che Ilva diventi esempio positivo e paradigma di come lavoro, ambiente e salute si possano integrare, e si devono integrare, ponendo rimedio a lustri di errori. 
In questo decreto investiamo sulla salute, destiniamo risorse per la rete di cura in un comprensorio che è segnato dagli effetti di una industrializzazione pesante. Il riformismo è anche questo. Lo facciamo anche rafforzando le strutture di oncologia e radioterapia nel Mezzogiorno, perché sappiamo che, purtroppo, vi sono ancora differenze territoriali che vanno affrontate, consentendo un pieno esercizio di diritto costituzionale alla salute per chi affronta una malattia terribile come quella tumorale nel Mezzogiorno. Abbiamo cambiato e rafforzato il credito d'imposta, puntiamo a far crescere le aliquote di agevolazione e ne estendiamo l'accesso alla Sardegna, per le grandi imprese passiamo dal 10 al 25 per cento e per le piccole al 20 per cento per l'acquisto dei beni strumentali, perché si deve pensare alla produttività, e di conseguenza al lavoro. 
Queste misure servono ad accrescere la potenzialità produttiva, non la macchina di rappresentanza. Sulla portualità in questo provvedimento si dà il via, per un periodo massimo di 36 mesi, ad un'agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale, aventi lo scopo di sostenere l'occupazione, di accompagnare i processi di riconversione industriale delle infrastrutture portuali e di evitare grave pregiudizio all'operatività e all'efficienza portuale. Una misura attesa, quella, dai porti di transhipment come Gioia Tauro, Taranto e Cagliari, interessati da crisi di settore che ne ridimensionano attualmente le potenzialità, crisi da cui devono uscire. È un altro tassello a supporto della riforma del sistema portuale italiano e che vede il Mezzogiorno interessato per la sua naturale posizione geografica quale piattaforma logistica nel cuore del Mediterraneo, che non deve più essere un cimitero marino, ma, invece, il punto di arrivo di economia, di produttività, di turismo. 
Diamo impulso ai processi di rigenerazione urbana, come nel caso di Bagnoli, ed affrontiamo criticità sulle quali sono aperte procedure di infrazione comunitaria, come nel caso dei depuratori di acque reflue. Il commissariamento unico punta a superare la frammentarietà che si registra a tutt'oggi e deve essere occasione di responsabilizzazione anche degli enti territoriali competenti, perché ridurre l'inquinamento è una premessa fondamentale, è una premessa anche per una migliore valorizzazione delle nostre coste in chiave di attrattività turistica non solo in termini di risanamento ambientale. Sulla cultura continuiamo nella strategia di rafforzamento in vista dell'appuntamento di Matera 2019 e si rafforzano gli strumenti al servizio delle politiche di coesione e per un migliore uso delle risorse, perché il nostro obiettivo è quello di ridurre quello spread sociale tra annunci di impegni di spesa e misure effettivamente realizzate. Questo decreto è il primo decreto varato dal nuovo Governo in continuità con il Governo Renzi, e questi tasselli che ne compongono il testo possono non richiamare grande attenzione, ma sono di strategica importanza per i nostri territori. 
Ritengo, e ne sono sempre più convinta, che bisognerebbe introdurre una sorta di VIM. Non amo molto le sigle, parlo di valutazione di impatto per il Mezzogiorno, per approfondire nel merito i provvedimenti e per valutarne l'effettiva portata a supporto di questi territori e monitorarli. La questione meridionale oggi non è una questione di quantità di risorse soltanto, eppure sono state tantissime le risorse che i Governi Renzi e Gentiloni hanno destinato al Mezzogiorno. Però, è anche e soprattutto una questione di classe dirigente, di sfida aperta al cambiamento. 
I masaniellismi, che poi sono l'altra faccia della medaglia del gattopardismo, hanno un corto respiro, e, come eterogenesi dei fini, rischiano solo di alimentare singoli protagonismi, come quelli a cui stiamo assistendo adesso, oggi, trascurando le vere emergenze. In quest'area del territorio nazionale risiede il potenziale di riscatto significativo di questo Paese per sconfiggere la crisi. Una cultura autenticamente riformista si oppone a chi, à la carte, del Mezzogiorno riscopre la centralità solo per motivi tattici e di opportunismo. Oggi questo voto coincide con l'appuntamento che a Napoli si sono dati tutti i nostri vescovi delle diocesi meridionali, e quindi noi seguiremo con grande attenzione quei lavori, perché il Mezzogiorno ha bisogno di tutte le energie disponibili e anche di quel tipo di ispirazione. 
L'esame di questo decreto ha dimostrato, anche grazie alla saggezza e all'alta competenza del Ministro De Vincenti, unitamente alla nostra sottosegretaria Sesa Amici, che, quando a prevalere è il merito e non subentrano le strumentalizzazioni, si possono conseguire importanti risultati. Come diceva il collega Cariello, possiamo ritenerci più che soddisfatti anche per il lavoro fatto insieme ai colleghi degli altri gruppi parlamentari, superando molto spesso e molto volentieri le diversità per il bene del nostro amato Mezzogiorno. Per tutte queste ragioni, a nome del Partito Democratico, dichiaro voto favorevole al provvedimento.