Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 6 Febbraio, 2017
Nome: 
Ludovico Vico

A.C. 4200-A

Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, signora sottosegretaria, è evidente che si tratta di un decreto-legge e si fa un decreto-legge quando c’è una ragione di urgenza. E così si dispiega questo provvedimento, che ci apprestiamo a convertire. 
Però, ritengo che questo primo atto del Governo Gentiloni, a cui ha corrisposto anche l'incarico del Ministro per la coesione, il professor De Vincenti, vada letto con un qualche elemento di coerenza, perché sia il decreto che il Ministero seguono alla stagione dei mesi precedenti del 2016 del Governo Renzi, quando attraverso il masterplan si sono definiti positivamente la costruzione, la firma e l'attivazione dei Patti per il Sud nelle regioni dell'Obiettivo 1, ma, accanto agli stessi, anche i contratti istituzionali e di programma nelle città metropolitane, a cui, in verità, si aggiungevano anche altre città non metropolitane, che precedentemente avevano firmato questi contratti. 
Quindi, il decreto e le ragioni degli interventi urgenti per la coesione sociale, così come si dispiegano in questo provvedimento, proseguono lungo una strada, che ovviamente avrà un percorso futuro sempre – come mi permetto di auspicare – più consono anche alla domanda e al monitoraggio, che il Ministero e l'intero Governo stanno compiendo in queste settimane. 
Mi soffermerò su alcuni degli articoli che sono sottoposti alla nostra conversione in Aula. 
Il primo è il completamento della procedura di cessione del gruppo Ilva, già illustrato anche dal relatore, e non a caso mi limiterò ad alcune brevi considerazioni. Mi permetterò di dichiarare che trattasi di un punto di coerenza e di conseguenza, la scrittura dell'articolo 1 che ci viene sottoposta, perché lungo il completamento della procedura di cessione del gruppo Ilva, che è definito con altri provvedimenti già convertiti in legge. Mi piacerà richiamare il tempo della cessione, il collegamento e il vincolo del piano ambientale al subentro. 
Bene, questo articolo 1 del decreto in oggetto ci richiama ad un principio, che è «chi inquina paga». E chi deve governare il processo di inquinamento, in relazione alla transazione e alla confisca dei beni del gruppo Riva transati, non potevano che essere – ecco perciò il punto di coerenza – i commissari. 
Mi limito a questa considerazione perché, come dire, si deve evincere il processo di ambientalizzazione, in quello stabilimento che è dichiarato, fin dal primo decreto, impianto strategico di interesse nazionale, insieme all'intero gruppo, che spesso non viene richiamato, perché si tratterebbe di richiamare appunto Genova, Novi Ligure, Marghera, Pratica di mare.
Sempre nell'articolo 1 e nell'articolo 1-bis è stato molto importante che in sede di Commissione bilancio si sia provveduto al finanziamento della cassa integrazione straordinaria per i dipendenti Ilva, nella modalità del prosieguo per l'intero gruppo. Essendo già avvenuto per Genova e per Novi Ligure, ovviamente non poteva che avvenire, alla scadenza dei prossimi giorni, per i lavoratori e per gli impiegati di Taranto e di porto Marghera. 
Mi permetterò di aggiungere che io auspico che, in sede negoziale tra le parti, tra i commissari e i sindacati, si giunga da parte dei commissari all'adesione alla cassa integrazione straordinaria con rotazione. 
Ma nell'articolo 1 – quindi torno un attimo indietro – signor Ministro, signor Presidente, si sono spenti i fari su una destinazione finanziaria notevolissima, che il Governo già nel decreto aveva iscritto, in direzione dell'emergenza sanitaria di Taranto e indirizzata totalmente alla ASL di Taranto. Non c’è nessun filo di polemica da parte mia; tuttavia, va rilevato che già nell'iscrizione nel decreto erano stati stanziati e sono confermati 70 milioni di euro per l'emergenza sanitaria a Taranto, a cui si accompagnano, come il relatore con estrema correttezza ci ha richiamato, gli ulteriori interventi e anche gli emendamenti accolti, e mi riferisco al 5-bis, ossia alla radioterapia oncologica per le regioni meridionali del Sud, tra cui una delle sedi anche in questo caso è Taranto. 
Vi è anche l'accoglimento di un altro emendamento, che è la bonifica del deposito ex Cemerad di materiali radioattivi di secondo livello, che in maniera definitiva, con questo ulteriore emendamento accolto, affidandola alla Sogin, auspichiamo che si completi. È qui la sostanza di ciò che c’è intorno all'articolo 1 e al suo articolato. 
A questo punto mi piacerà solo svolgere alcune riflessioni sull'articolo 4, che in alcuni punti del nostro Paese ha sollevato degli interrogativi, delle perplessità spesso anche delle polemiche, come è normale che sia. Noi con l'articolo 4 prevediamo un'agenzia per la somministrazione del lavoro nei porti di Taranto, Gioia Tauro e in futuro anche di Cagliari, anche qui con due punti di coerenza. Uno, trattasi del porti hub transhipment. Punto due, l'aspetto che la norma chiarisce è che non c’è nessuna concorrenza con l'articolo 17 della legge n. 84 del 1994. 
E chiarisco: in gran parte dei porti italiani agiscono le compagnie portuali; nella fattispecie di Taranto e di Gioia Tauro, esiste a Taranto e non esiste a Gioia Tauro. Esiste però a Genova, Napoli, Livorno, La Spezia, non ho bisogno di citare questo. I lavoratori delle compagnie portuali usufruiscono, quando non sono avviati al lavoro, di una indennità: si chiama indennità di mancato avviamento (IMA) e vengono pagati durante la fase di mancato avviamento.
Nella fattispecie di Taranto, ancor meno di Gioia Tauro, i lavoratori delle compagnie portuali non saranno mai e in nessuno un momento concorrenti ai lavoratori dell'agenzia per il posto che si istituisce in questi provvedimenti, perché la precedenza assoluta è assegnata ai lavoratori del porto dell'articolo 17 di cui menzionavo prima il riferimento della legge e dell'anno. Quindi, i lavoratori dell'agenzia che si istituisce possono essere solo avviati alle attività non portuali dentro i programmi di sviluppo della perimetrazione dei porti che sono qui indicati. Anche questo è un elemento che ha tranquillizzato, da un canto, circa mille lavoratori tra Taranto e Gioia Tauro e, d'altro canto, come io auspico, non solleva alcuna perplessità ai lavoratori delle compagnie portuali dei porti in oggetto, ma, soprattutto, dei porti italiani, che sono così importanti per la nostra economia. 
Un ultimo elemento su cui intendo soffermarmi, che è stato acquisito sulla base di un emendamento del Governo; in verità, gli emendamenti sarebbero due, il 7-quater e il 7-ter, se non erro, il credito d'imposta che è stato già qui menzionato. Anche qui, mi sembra che i provvedimenti di urgenza, con questo emendamento che ora è diventato parte integrante del testo che viene sottoposto alla conversione, offrano uno spazio di profilo meridionale, e non solo di provvedimento d'urgenza, e in un qualche modo anche abbastanza coerente con le premesse del masterplan, ovvero dei fondi strutturali, da un canto, e del sostegno agli investimenti. Il credito di imposta è rafforzato, a mio parere, voglio ripeterlo, il credito di imposta per il Sud determina un ampliamento dell'aliquota fino al 45 per cento, ovviamente l'aliquota per gli investimenti, e vorrei aggiungere che questo innalzamento dell'aliquota mette in moto anche un altro beneficio, che è quello secondo il quale lo stesso sarà calcolato al lordo degli ammortamenti fiscali. 
In questo quadro, intendo sempre ricordare che è esigibile dal 1o gennaio 2017 il bonus occupazione per le regioni dell'Obiettivo 1, che anche lì ha un elemento simbolico rispetto ai giovani del Mezzogiorno, perché è riferito esclusivamente a loro fino ai 25 anni, e, ovviamente, si amplia nel momento in cui la condizione del cittadino meridionale è quella di poter esibire una condizione di disoccupazione di almeno sei mesi.
Signor Presidente, particolarmente signor Ministro, noi chiediamo, signor Ministro, a lei l'impegno di cui sappiamo lei è capace. Il Mezzogiorno ha bisogno di un monitoraggio continuo, sia sul versante della spesa, ma è onesto anche dire soprattutto sul versante della spesa che non viene spesa. È un modo per rendere più esplicito, si direbbe nel Mezzogiorno, di cosa stai parlando; e, soprattutto, compiere un altro sforzo, avviandomi alle conclusioni, di operare, dal punto di vista e dalla postazione centrale del Governo, per costruire sempre più interventi di profilo interregionale. 
Questo è l'altro aspetto che non è secondario, che non è consegnato solo alla capacità, quando c’è, e tante volte c’è, dei singoli governatori, ormai li chiamiamo così, delle regioni meridionali. 
Secondo la Costituzione, sono i presidenti delle regioni. E, quindi, accanto al loro sforzo, quando c’è, penso a una cabina di regia (ma è una parola ripetitiva, questa). In questo momento, abbiamo un Ministero e un Ministro, ovviamente con tutta l'azione che il Governo potrà svolgere. Se questa funzione, partendo dai patti che sono stati già avviati, dai contratti che sono stati già avviati, fa in modo di riproporre il Sud dentro la prima scelta del Governo Gentiloni nel mese di dicembre scorso, continuo ad essere fiducioso, come viene detto spesso, che possiamo farcela.