Relatore per la maggioranza
Data: 
Martedì, 29 Luglio, 2014
Nome: 
Walter Verini

A.C. 559-A

 Signor Presidente, quando pensiamo a Piazza Fontana, all’Italicus, a Piazza della Loggia, alla strage alla stazione di Bologna, quando pensiamo a Ustica, quando tornano alla memoria gli omicidi politici, a partire da quello di Aldo Moro, quando pensiamo allo stragismo, agli omicidi delle mafie, a partire da quelli di Falcone e Borsellino, siamo, innanzitutto, vicini alle vittime, al dolore dei familiari, ma riflettiamo anche sulle finalità di queste terribili vicende, che sono state studiate e compiute quasi sempre per terrorizzare il Paese, favorire risposte autoritarie e, in definitiva, per fermare le possibili occasioni di cambiamento che l'Italia sperava e poteva, in quei momenti, costruire. 
In quasi tutti questi avvenimenti di strage o terrorismo, le inchieste, da subito o nei decenni, hanno subito deviazioni, rallentamenti, quando non veri e propri arresti, a causa della mancata collaborazione di pubblici ufficiali con l'autorità giudiziaria, come scrive, nella relazione al progetto di legge che stiamo discutendo, il presentatore Paolo Bolognesi, collega deputato, ma anche presidente dell'associazione delle vittime della strage alla stazione di Bologna, di cui proprio sabato ricorre il 34o anniversario. 
E Bolognesi continua: dalla strage di Piazza Fontana in poi, le omissioni, le bugie, la distruzione di documenti hanno impedito che si potesse giungere alla scoperta dei responsabili materiali e morali degli attentati che hanno devastato il Paese. Quando si è arrivati allo scoperta di questi comportamenti, di queste condotte tanto più gravi, perché tenute da pubblici ufficiali che con onore e lealtà avrebbero dovuto servire la causa della verità e l'interesse democratico del Paese, non si è potuto comminare sanzioni e pene adeguate, limitandosi l'ordinamento a prevedere per simili casi reati gravi, ma per così dire minori, come, per esempio, la falsa testimonianza, l'omissione o la soppressione di atti d'ufficio. Per questo, il progetto di legge che la Commissione giustizia della Camera ha licenziato con voto unanime, con una sola astensione, si propone di colmare un vuoto grande nell'ordinamento, dando, nel contempo, un segnale importante e coerente con la coscienza civile del nostro Paese. 
L'articolo unico del provvedimento, come risultante dall'approvazione degli emendamenti da parte della Commissione, introduce nel codice penale la nuova fattispecie delittuosa di «depistaggio e inquinamento processuale», riscrivendo l'articolo 375 del codice, oggi relativo alle circostanze che aggravano alcuni delitti contro l'amministrazione della giustizia. Le aggravanti sono, invece, collocate nel nuovo articolo 383-bis del codice. Attualmente, il codice penale prevede reati che perseguono un simile obiettivo, cioè indirizzare su una falsa pista le indagini penali svolte dall'autorità giudiziaria: come una falsa testimonianza, la calunnia, l'autocalunnia, il favoreggiamento, il falso ideologico, le false informazioni al pubblico ministero. Si tratta, come per il depistaggio, di comportamenti, anche omissivi, volti, con diverse modalità, ad ostacolare l'acquisizione della prova o l'accertamento dei fatti nel processo penale. 
L'articolo 1, comma 1, del provvedimento sostituisce, appunto, l'articolo 375 del codice penale, per punire con la reclusione da 2 a 8 anni chiunque compia una delle seguenti azioni, finalizzata ad impedire, ostacolare o sviare un'indagine o un processo penale: mutare artificiosamente il corpo del reato, lo stato dei luoghi o delle cose o delle persone connessi al reato; distruggere, sopprimere, occultare o rendere inservibili, anche in parte, elementi di prova o elementi, comunque, utili alla scoperta di un reato o al suo accertamento; formare o alterare artificiosamente, anche in parte, elementi di prova o elementi comunque utili alla scoperta di un reato o al suo accertamento. Il comma 2 abroga, nell'ambito del processo penale, la fattispecie di frode processuale (articolo 374, secondo comma), in qualche modo assorbita dalla previsione del nuovo articolo 375. Rimangono, pertanto, nell'articolo 374 le sole ipotesi di frode nel processo civile e nel processo amministrativo. 
Il comma 3 prevede che alla condanna per il delitto di depistaggio e inquinamento processuale consegua, in caso di reclusione superiore a 3 anni, la pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici. 
Il comma 4 introduce l'articolo 383-bis nel codice penale e vi colloca le circostanze che aggravano alcuni delitti contro l'amministrazione della giustizia. In particolare, in base al primo comma, quando la commissione dei delitti di false informazioni al PM, false dichiarazioni al difensore, falsa testimonianza, falsa perizia o interpretazione e depistaggio comporti la pronuncia di una sentenza di condanna alla reclusione a danno di un terzo, il legislatore prevede un aggravio di pena per colui che ha ostacolato l'amministrazione della giustizia. La pena da applicare è così determinata: reclusione da 3 a 10 anni, se la condanna derivata dalla falsità, dalla frode o dal depistaggio è alla reclusione fino a 5 anni; reclusione da 4 a 12 anni, se la condanna derivata dalla falsità, dalla frode o dal depistaggio è alla reclusione superiore a 5 anni; reclusione da 6 a 20 anni, se la condanna derivata da quei reati è all'ergastolo. 
Il secondo comma prevede un aumento della pena, da un terzo alla metà, quando alcuni delitti contro l'amministrazione della giustizia sono commessi da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, nell'esercizio delle funzioni; oppure quando sono commessi – e questo secondo noi è rilevante – in relazione a procedimenti penali relativi ad associazioni sovversive, associazioni terroristiche, attentato contro il Presidente della Repubblica, attentato per finalità terroristiche o di eversione, atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, attentato contro la Costituzione, insurrezione armata, devastazione, saccheggio e strage, sequestro di persona a scopo di terrorismo o eversione, banda armata, mafia, strage, associazioni segrete, traffico internazionale di armi e materiale nucleare, chimico o biologico. Queste ultime aggravanti operano sulle pene previste per i delitti di simulazione di reato, calunnia, autocalunnia, false informazioni al pubblico ministero, false dichiarazioni al difensore, falsa testimonianza, falsa perizia o interpretazione, frode processuale, depistaggio, intralcio alla giustizia e induzione a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria (tutti rubricati e numerati nei rispettivi articoli del codice). 
Mi avvio alla conclusione, Presidente. Se le circostanze concorrono, la pena è aumentata dalla metà fino al doppio. A mero titolo di esempio, il delitto di calunnia commesso da un pubblico ufficiale, in relazione per esempio ad un procedimento penale per associazione mafiosa, la cui pena base è la reclusione da due a sei anni, con l'applicazione di quest'ultima aggravante, potrebbe essere punito con la reclusione fino a 18 anni, cioè la pena massima base aumentata del doppio. 
Infine, il comma 5 dell'articolo 1 modifica la disciplina della prescrizione del reato, prevedendo il raddoppio dei termini di prescrizione per il delitto di depistaggio e inquinamento processuale aggravato. 
Rimane aperta, per la discussione e per le decisioni che l'Aula vorrà prendere, la questione dell'incentivo al cosiddetto ravvedimento operoso, dell'incentivo a favorire atteggiamenti di dissociazione e collaborazione da parte di chi ha partecipato alla formazione dei reati che sopra abbiamo elencato. Ma siamo sicuri che l'Aula potrà trovare in questi giorni una soluzione equilibrata e positiva, con quello stesso spirito di collaborazione che ha guidato i lavori della Commissione giustizia in un positivo rapporto con il Governo, qui rappresentato dal sottosegretario Ferri. 
Ecco, questi in sintesi i contenuti del provvedimento, che riteniamo vada a colmare un vuoto, come proprio in questi giorni ha detto anche l'Unione dei familiari delle vittime per strage, un vuoto che ha gravato e spesso causato ferite terribili e danni incancellabili al nostro Paese, al suo cammino democratico, alla sua coscienza ed alla sua memoria (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).