Data: 
Giovedì, 17 Aprile, 2014
Nome: 
Alessandro Bratti

A.C. 68-110-1945-A

DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE

Signor Presidente, noi ringraziamo per questo lavoro che il MoVimento 5 Stelle ci ha fatto fare in Commissione, ma vorrei ricordare che la riforma di cui stiamo discutendo è sul tappeto da otto anni e nasce molto, molto prima della stessa nascita del MoVimento 5 Stelle. Quindi, ne apprezziamo sicuramente il contributo, ma vorrei riportare, insomma, nella normalità la discussione e il lavoro che è stato fatto. 
  Come Partito Democratico noi sosteniamo da tempo una semplificazione normativa che riduca i margini di discrezionalità e di incertezza per le imprese. La riforma del sistema dei controlli delle agenzie e dell'ISPRA e l'introduzione nel codice penale dei delitti contro l'ambiente sono le tre condizioni necessarie non solo per contrastare l'illegalità ambientale ma per tutelare le imprese più innovative e per garantire al nostro Paese uno sviluppo di qualità. 
  Si aggiunga che la crescente preoccupazione dei cittadini riguardo al tema ambiente e salute richiede una risposta da parte delle istituzioni al passo con i tempi. Conoscenza, trasparenza, professionalità, sono caratteristiche fondamentali per cui la gente possa riconoscere negli organi tecnici quella autorevolezza indispensabile per avere fiducia e per sentirsi tutelata nel bene supremo che è la propria salute. 
  La costruzione di fatto di un sistema delle agenzie di protezione ambientale diventa, quindi, una priorità assoluta. La loro costituzione, con la legge n. 61 del 1994, ha segnato un traguardo importante, ma ora diventa indispensabile andare oltre. 
  Non partiamo da zero. Già oggi le agenzie e l'ISPRA contano oltre duecento sedi al servizio del Paese, 600 mila campioni analizzati ogni anno, quasi 100 mila operazioni tra ispezioni e sopralluoghi, oltre 73 mila istruttorie e pareri, più di 11 mila operatori coinvolti. Sono numeri importanti. 
  Aumentano le attività e diminuiscono i costi per il cittadino. Nel 2012 le agenzie regionali hanno ricevuto 563 milioni di euro di finanziamento pubblico da parte di regioni e province, l'80 per cento circa dal Fondo sanitario regionale. Numeri, dicevo, importanti, ma che non garantiscono un'applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale dei controlli necessari. Le agenzie del sud sono sicuramente le più in difficoltà, nonostante spesso le emergenze ambientali riguardino proprio quelle regioni: l'Ilva di Taranto, la Terra dei fuochi, l'Isochimica, Bellolampo, Malagrotta, Bussi, tutti casi di cui spesso ci siamo occupati in quest'Aula. 
  Con questo provvedimento si dà finalmente al Paese un'organizzazione efficace ed efficiente del sistema dei controlli. Non si tratta solo di verificare il rispetto delle norme di assoluta importanza......si intende anche quella complessa attività di monitoraggio e raccolta dati che serve per migliorare il grado di conoscenza dei numerosi fattori ambientali. Si tratta per il decisore politico, cioè noi, di avere a disposizione dati certi, scientificamente validati, prodotti da organismi tecnici autonomi, che consentano di decidere al meglio per il bene delle nostre comunità. 
  Non c’è territorio oggi nel Paese dove, rispetto alla costruzione di un qualsiasi tipo di impianto, non vi sia conflittualità sociale, una conflittualità spesso dovuta alla scarsa fiducia dei cittadini verso le istituzioni politiche e amministrative, ma anche verso quelle tecniche, sempre più accusate di essere asservite alle decisioni della politica. 
  Nel provvedimento che andiamo a votare noi cerchiamo di dare più autonomia alle agenzie e all'ISPRA, definiamo in maniera chiara il rapporto fra controllore e controllato, chiediamo più professionalità a chi dovrà dirigere queste organizzazioni che, pur rimanendo strutture tecniche strumentali, formuleranno pareri che saranno vincolanti per le autorità competenti. 
  Si costruisce un vero e proprio sistema a rete coordinato dall'ISPRA. Rimane la completa autonomia dei livelli regionali e si realizzano sinergie fra gli enti che oggi sono lasciate alla buona volontà delle persone. 
  Si mettono in rete i numerosi laboratori provinciali, si integrano le specializzazioni tecniche maturate all'interno delle singole agenzie. Si determinano dei livelli di prestazione tecnica ambientale uniformi per tutto il territorio nazionale, per cui vengono definiti dei livelli di tutela ambientale di base uguali da Aosta a Mazara del Vallo. Questo è difatti il cuore del provvedimento: garantire che un inceneritore sia controllato tre volte... garantire che un inceneritore sia controllato tre volte all'anno, ovunque esso si trovi, definire procedure autorizzative uguali per la stessa tipologia di impianti è non solo far bene all'ambiente, ma evitare anche una sorta di dumping industriale, per cui vi sono luoghi, a parità di legislazione, dove alcune attività inquinanti possono proliferare e altri in cui questo non è permesso. 
  Avremo finalmente un sistema i cui dati forniti siano considerati ufficiali. Troppo spesso si citano per convenienze a volte strumentali numeri che provengono dagli organismi o professionisti più vari. Le agenzie regionali trovano in questo schema più autonomia, integrano le conoscenze. Già oggi in queste organizzazioni abbiamo eccellenze di grande livello scientifico. 
  In questi giorni si parla molto dei risultati del panel di esperti che, sotto l'egida delle Nazioni Unite, ci segnalano la drammaticità dei cambiamenti climatici. Alcuni di questi studiosi operano all'interno del sistema delle agenzie e dell'ISPRA. Grazie a questo sistema abbiamo una rete di allerta per le radiazioni nucleari di grande efficacia e centri funzionali del sistema di protezione civile che forniscono dati, gestiscono le reti, i livelli dei fiumi, la qualità delle acque superficiali e profonde. Ora, tutte queste eccellenze potranno essere definitivamente messe in rete. Anche l'ISPRA in questo disegno assume un ruolo più importante: non solo supporto tecnico ai Ministeri, ma perno di un sistema nazionale. 
  Abbiamo discusso molto riguardo alla necessità di mantenere accanto alle funzioni tecniche quelle di ricerca. Tanti sono i ricercatori all'interno di ISPRA e tante sono le ricerche che hanno permesso di attivare processi virtuosi. La nostra idea è che ricerca e attività tecnica siano due facce della stessa moneta: ricerca che serve a sviluppare nuove tecniche di monitoraggio, nuovi sistemi di analisi, nuove metodologie di controllo, una ricerca finalizzata, che vede anche il concorso di altri enti quali l'università, il CNR, l'ENEA, le NGO. 
  Un'attenzione particolare merita il tema ambiente e salute: il rispetto dei limiti ambientali e un efficiente sistema di controlli sono di fatto attività di prevenzione sanitaria. Questa è la ragione per cui sempre più stretta dovrà essere la collaborazione tra il sistema e l'Istituto superiore di sanità. 
  Vedete, nel provvedimento sulla Terra dei fuochi abbiamo messo ingenti risorse sugli screening sanitari. Era un intervento doveroso anche per rispetto delle richieste della gente di quei territori, ma non c’è dubbio che se una parte di quelle risorse le avessimo dedicate alle attività di prevenzione avremmo preso una decisione giusta. 
  Alcuni nodi rimangono irrisolti, lo sappiamo: il rapporto tra magistratura e sistema, passando dal tema degli ufficiali di polizia giudiziaria, alla carenza di personale nel sud, la qualità di alcune attività che non sono all'altezza della richiesta dei cittadini, la carenza dei finanziamenti adeguati. Ne siamo consapevoli, ma siamo anche convinti che oggi, dopo circa otto anni, costruiamo in questo Paese un sistema per la protezione ambientale più forte, dando una organizzazione moderna e innovativa in grado di affrontare le complesse sfide che i tempi attuali ci impongono. 
  Un altro importante tassello verso la costruzione di un Paese più moderno, che finalmente consideri l'ambiente non solo il principale bene comune da tutelare, ma anche una grande opportunità per ritornare a crescere. Queste, signor Presidente, sono le ragioni che ci portano ad esprimere un voto favorevole sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).