Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 30 Giugno, 2015
Nome: 
Giorgio Zanin

Proposte di inchiesta parlamentare: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni.

  Doc. XXII, nn. 9-39-A

Grazie, Presidente. L'inchiesta che la Commissione costituenda sarà chiamata a svolgere mira, con tutta evidenza, ad offrire le giuste garanzie alla specificità della condizione militare, mirando all'omogeneità di trattamento. Si tratta di uno sforzo parlamentare che ha già trovato uno spazio qualificato nelle due Commissioni di inchiesta istituite dal Senato nelle passate legislature, le cui proposte, contenute nelle relazioni finali, costituiscono il punto di partenza per i lavori di questa nuova Commissione di inchiesta. 
Nessun sovvertimento o messa in discussione dei risultati precedentemente acquisiti, dunque, bensì una riproposizione che mira ad approfondire il fenomeno preoccupante. L'indagine viene infatti riproposta in questa legislatura per varie ragioni, che possono sinteticamente ricondursi a tre diversi fattori. 
Il primo: continuano ad essere avanzate da militari richieste di risarcimento. In alcuni casi, le patologie da cui questi soggetti sono colpiti incrociano periodi di servizio svolti in situazioni o ambienti esposti a fattori di rischio; in altri casi, nel curriculum relativo all'attività di servizio svolta, non si riscontra nessuna evidente esposizione a fattori di rischio. 
Il secondo: le sentenze della magistratura tendono a superare l'individuazione di un nesso di causalità stringente tra la patologia e la dipendenza da causa di servizio, ritenendo sufficiente una probabilità di correlazione. 
Il terzo elemento: l'entità dei risarcimenti disposti dalla magistratura varia moltissimo da un caso all'altro. Si tratta, dunque, di tre fattori che, mescolati tra loro, chiedono evidentemente un elemento di coerenza, che questa Commissione è chiamata a dipanare. 
Le indagini svolte nelle precedenti legislature si sono avvalse di un quadro di riferimento che, per la sua stessa natura, è in continua evoluzione per quanto riguarda le tecniche diagnostiche, l'evoluzione stessa delle patologie e le condizioni di impiego dei militari. Tanto per fare un esempio, l'esercito di leva poteva esporre a fattori di rischio un soldato per un periodo comunque circoscritto alla durata stessa del servizio. È evidente che, per un soldato di carriera, questa condizione può riproporsi nel tempo. 
Quando si affrontano i temi del diritto alla salute nelle condizioni di lavoro, è bene tener presente come questo diritto debba essere tutelato durante tutto un percorso, che può schematicamente riassumersi in fasi successive. In primo luogo, la prevenzione, cioè tutte le iniziative che tendono ad azzerare o ridurre il rischio. È questa la frontiera principale sulla quale operare. È però anche evidente che, in alcune particolari situazioni – basti pensare alle operazioni fuori area – non è assolutamente facile realizzare pienamente questo obiettivo. 
Il secondo: l'accertamento del danno e delle cause che lo hanno prodotto. 
In questi casi, particolarmente insidiose sono quelle patologie che insorgono a notevole distanza di tempo dal contatto con la situazione o l'agente patogeno. Il terzo è rappresentato dalla fase di assistenza e cura, infatti bisogna assolutamente evitare che questa delicatissima fase sia scaricata sulle famiglie e sul medico di base. Infine il risarcimento di cui hanno parlato già giustamente i miei colleghi. Decisivo appare garantire tempestività, adeguatezza e facilità di accesso a queste misure, lasciando nelle mani della magistratura il minor numero possibile di queste situazioni. 
Dunque, come ricordato all'inizio, la Commissione che la Camera si appresta ad istituire si pone certamente in linea di continuità con il lavoro svolto nella precedente legislatura dall'analoga Commissione istituita al Senato che ha condotto sulla materia in esame un importante lavoro di analisi e di raccolta di dati sui numerosi casi di malattia e di mortalità del personale militare, sulla situazione dei poligoni di tiro e sulla delicata problematica dei vaccini somministrati ai nostri militari, sulle politiche di prevenzione e sicurezza del lavoro e, infine, sulle necessarie modifiche normative. 
Il lavoro svolto al Senato nella precedente legislatura ha dedicato particolare attenzione ai fattori di rischio, ai quali si è trovato esposto il personale che ha operato nei poligoni militari. I molti dati raccolti hanno messo in evidenza che non sempre le procedure adottate di smaltimento del materiale esplosivo da esercitazione sono state in grado di eliminare i vari fattori di rischio. A questo proposito fanno testo le conclusioni votate nella relazione intermedia che furono condivise dal Governo e portarono alla decisione di intraprendere una significativa opera di bonifica di siti che risultavano sicuramente, almeno in parte, contaminati. L'attenzione riservata agli effetti sull'ambiente deve essere trasferita dunque con altrettanta scrupolosità agli eventuali effetti sulle persone. Da questo punto di vista continuano a coesistere tesi contrastanti tra loro che da un lato sono portate a negare l'esistenza di una causalità diretta e dimostrabile tra i fattori di rischio riscontrati nell'ambiente e i danni alla salute delle persone come derivanti da questi stessi fattori; d'altro canto, altrettante considerazioni scientifiche propendono ad affermare questa sicura responsabilità. Uno dei compiti della Commissione sarà sicuramente quello di pervenire a conclusioni che diano maggiori certezze, tenendo presente che quando siamo di fronte a danni gravi alla salute delle persone deve, in ultima analisi, sempre valere un principio di precauzione. Di buon auspicio all'ottenimento del risultato sarà certamente il proficuo e costruttivo dibattito svolto in Commissione che ha visto tutti i gruppi convergere su un testo unificato delle due proposte iniziali. Annuncio pertanto il voto a favore anche del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).