Discussioni generali
Data: 
Lunedì, 23 Gennaio, 2023
Nome: 
Michela Di Biase

A.C. 640-Ae abbinate

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, rappresentanti del Governo, con la proposta di legge in discussione, concernente l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio e sulla violenza di genere, si intende chiedere l'istituzione di una commissione bicamerale quale segno di attenzione del Parlamento rispetto ad un fenomeno, la cui portata continua a destare un particolare allarme sociale e che, quindi, merita una centralità e un lavoro organico da parte di tutte le forze parlamentari.

Il 24 novembre, alla presenza della Presidente del Consiglio, onorevole Giorgia Meloni, si è tenuta la relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, istituita nella passata legislatura al Senato. Ha particolare importanza oggi ricordare il lavoro prodotto dalla Commissione proprio perché, come è stato evidenziato dall'onorevole Patriarca, la Commissione, di cui oggi ci accingiamo a votare l'istituzione, si avvarrà del lavoro svolto dalla precedente Commissione del Senato e, naturalmente, del lavoro corposo che in parte è stato già ricordato. Sono stati quattro anni di lavoro intensi, condizionati, vale la pena sottolinearlo, anche dall'emergenza pandemica che, per molti aspetti, ha aggravato la piaga del femminicidio, della violenza di genere contro le donne. La Commissione ha svolto un'importante attività conoscitiva e di indagine attraverso le sue 117 sedute plenarie e l'audizione di oltre 200 soggetti, nonché attraverso i sopralluoghi, molto diffusi su tutto il territorio nazionale, condotti dall'Ufficio di Presidenza.

All'esito di tali attività, sono state prodotte 12 relazioni tematiche, poi confluite e sistematizzate nella cornice della relazione finale. Mi interessa in questa sede sottolineare come queste relazioni siano state approvate all'unanimità, segno della necessità che, su questi temi, vi sia un lavoro condiviso e finalizzato al massimo risultato. Le tematiche di tali relazioni vanno dalle misure per rispondere alle problematiche delle donne vittime di violenza, anche con riferimento ai centri antiviolenza, alle case rifugio, agli sportelli antiviolenza e antitratta, alla vittimizzazione secondaria su cui poi tornerò perché mi pare sia un elemento niente affatto trascurabile. Si fa riferimento alle donne, che subiscono violenza, e ai loro figli, anche sotto il profilo dei procedimenti che disciplinano l'affidamento e la responsabilità genitoriale fino al riordino della normativa in materia di prevenzione e contrasto alla violenza di genere.

Come evidenziano i documenti di sintesi, prodotti a conclusione di questi lavori, a seguito delle singole inchieste tematiche, in particolare alla luce delle indagini statistiche effettuate, la Commissione ha condiviso nelle conclusioni delle relazioni specifiche strategie d'intervento da mantenere come impegni strutturali per combattere un fenomeno endemico, come quello della violenza di genere; un tema trasversale che riguarda specificatamente la corretta lettura della violenza di genere e la sua natura anche culturale. Prima su questo è stato detto ed io vorrei tornarci. A tale riguardo, infatti, la formazione degli operatori costituisce un elemento essenziale nel riconoscere la violenza, nell'assistere le donne, che sono le vittime, nella prevenzione poi di forme di vittimizzazione secondaria; un fenomeno questo troppo spesso sottovalutato, il cui effetto principale è quello di scoraggiare le donne nella presentazione della denuncia.

E' necessario dunque rafforzare e implementare lo stanziamento di appositi fondi, volti alla formazione specifica rispetto ai temi della violenza di genere; penso ai corsi di formazione rivolti alle Forze dell'ordine, penso ai magistrati, agli avvocati, al personale sanitario, anche mediante il coinvolgimento diretto degli ordini professionali e della Scuola superiore della magistratura. Insomma, tutte quelle istituzioni che concorrono a vigilare sul fenomeno ma che naturalmente hanno bisogno di veder implementato l'impegno del Governo.

Abbiamo assistito, purtroppo, negli anni passati ad una recrudescenza del fenomeno; tra l'altro, da poco, proprio in questa città è stata uccisa una donna che di professione faceva l'avvocato specializzato in diritto di famiglia, quindi crediamo conoscesse bene le dinamiche di violenza che possono verificarsi all'interno delle mura domestiche. Quindi, proprio in merito a questa preoccupante recrudescenza di violenza e dei femminicidi, appare indispensabile un forte impegno delle istituzioni per realizzare specifiche campagne di informazione e di sensibilizzazione dirette a promuovere strumenti di assistenza alle donne ma anche un cambiamento del paradigma culturale nella percezione del fenomeno da parte della società. E qui veniamo all'altro aspetto fondamentale, che è quello che riguarda l'impegno che dobbiamo mettere rispetto al cambio proprio di paradigma culturale. Su questo la precedente Commissione ha molto lavorato, verificando in modo specifico l'attuazione nelle scuole delle linee guida concernenti il piano nazionale per l'educazione al rispetto. Ha ritenuto, dunque, la formazione scolastica dei bambini e dei ragazzi elemento imprescindibile nel superamento degli stereotipi sessisti e dei paradigmi culturali discriminatori verso le donne. L'abbiamo detto tante volte in quest'Aula, anche fuori da quest'Aula, è necessario partire dai nostri ragazzi, dai nostri bambini e dalle nostre bambine, se vogliamo realmente combattere uno stereotipo culturale gravissimo che genera morte e dolore in tante tante famiglie. Queste, a mio avviso, dovrebbero essere delle raccomandazioni attraverso, per esempio, gli interventi per l'educazione al rispetto, all'educazione emozionale e per l'educazione all'uso appropriato dei social media e piattaforme che spesso comportano l'effetto, specie in una fase adolescenziale, di una quasi distorsione dell'affettività. Questo è un aspetto fondamentale, che poi avremo la possibilità di approfondire.

Tornando alle risultanze del lavoro della Commissione, abbiamo detto che c'è stata un'escalation preoccupante di femminicidi negli anni 2021 e 2022. Risulta, pertanto, doveroso garantire la certezza della pena per gli autori di reati di genere e occorre potenziare le misure penali di protezione delle donne vittime di violenza, anche al fine di tutelare la vittima da ulteriori azioni lesive da parte del maltrattante che non di rado sfociano nello stesso femminicidio. Per una piena tutela delle donne vittime di violenza appare dunque necessario, a mio avviso, un rafforzamento del ricorso allo strumento dei braccialetti elettronici, sia nella fase cautelare sia durante l'esecuzione della pena.

Come accennato all'inizio del mio intervento, in relazione al tema della tutela delle donne vittime di violenza e dei minori, è stato lungamente indagato il fenomeno di vittimizzazione secondaria, con particolare riferimento ai procedimenti di separazione con affidamento dei figli.

La mancanza di specializzazione e formazione degli operatori a volte rischia di compromettere - anche attraverso l'utilizzo di teorie non riconosciute dalla comunità scientifica, in particolare la sindrome di alienazione parentale - la salute della madre e del minore. La Commissione ha considerato di particolare importanza l'introduzione di dispositivi che disciplinino l'esecuzione dei provvedimenti di affidamento e collocamento dei minori, con espresso divieto di disporre il prelievo forzoso di minori al di fuori dell'ipotesi di rischio di attuale e grave pericolo per l'incolumità fisica. Come purtroppo abbiamo potuto vedere durante l'emergenza pandemica – periodo in cui si è registrata una recrudescenza della violenza e delle difficoltà per le donne di denunciare i propri maltrattanti – riteniamo essenziale l'individuazione di luoghi in cui le donne vittime di violenza possano essere accolte e assistite. Per questo è necessario proseguire nel sostegno ai centri antiviolenza che rappresentano davvero - e non sarà mai troppo ripeterlo - un presidio a difesa delle donne, con un'esperienza ormai trentennale.

Con specifico riguardo poi all'assistenza sanitaria e ospedaliera, c'è la necessità di un'articolata indagine al fine di svolgere una verifica. Su ciò anche questa nuova Commissione si impegna; in particolare, s'impegna per verificare l'attuazione delle linee guida nazionali per le aziende sanitarie ed ospedaliere in tema di soccorso e assistenza sociosanitaria alle donne che subiscono violenza. Le strutture sanitarie sono, infatti, quelle che possono intercettare, anche precocemente, i segni della violenza di genere e domestica, a partire dalle strutture di pronto soccorso. Appare, dunque, necessario assicurare un perimetro minimo per garantire interventi adeguati e integrati nel trattamento delle conseguenze fisiche e psicologiche che la violenza maschile produce alla salute della donna e degli eventuali minori, vittime di violenza.

Per il completamento del percorso di assistenza e uscita dalla violenza è necessario assicurare alle donne, che ne sono vittime, strumenti di emancipazione economica per il loro reinserimento sociale. In quest'Aula durante la giornata internazionale del 25 novembre abbiamo votato un atto, lo abbiamo votato all'unanimità, impegnandoci anche su questo aspetto, su quanto sia fondamentale per le donne avere strumenti per emergere da situazioni che fanno seguito al momento in cui hanno avuto il coraggio di denunciare il maltrattante; dopo che hanno attraversato quel calvario, spesso con i loro figli, è necessario sostenerle e aumentare gli strumenti legislativi che il nostro Governo ha già messo a disposizione. Ogni intervento per essere efficace non può prescindere da un'attenta valutazione della dimensione del fenomeno.

In questo provvedimento si dà anche spazio proprio a una valutazione statistica.

Alla luce del fondamentale lavoro che è stato svolto nella passata legislatura, questo lavoro di studio e di ricerca, di approfondimento, di elaborazione, risulta doveroso e io ne sono fiera. Proprio nel solco del lavoro già condotto, è necessario rendere comune gli sforzi. L'istituzione della Commissione bicamerale è davvero, in tal senso, un segnale fondamentale.

L'impegno di tutto il Parlamento su questo tema sarà porterà - sono sicura - il massimo impegno rispetto ai punti che poi brevemente voglio analizzare con voi. Lo abbiamo detto in precedenza, abbiamo parlato di statistica, della necessità di valutazione puntuale del fenomeno della violenza di genere e, allora, è necessario ragionare, magari in modo puntuale, su quelle che sono le reali dimensioni del fenomeno, su quelle che sono le condizioni e le cause del femminicidio. È necessario, naturalmente, come è stato già detto, monitorare la concreta attuazione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, fatta a Istanbul l'11 maggio del 2011, nonché su tutta quella che è la legislazione nazionale ispirata agli stessi principi; è necessario accertare - e questo già l'ho detto - il livello di formazione e di attenzione e, dunque, verificare la capacità di intervento e la reattività, anche grazie alla formazione delle autorità e delle pubbliche amministrazioni centrali e periferiche che sono deputate e competenti a svolgere attività di prevenzione e di assistenza; è necessario verificare, così come ci ha raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità, l'effettiva realizzazione, da parte delle istituzioni, di progetti nelle scuole di ogni ordine e grado, finalizzati proprio all'educazione del rispetto reciproco nelle relazioni tra uomini e donne e al riconoscimento di quelle che sono tutte le diversità.

Alla lettera f)dell'articolo 2, e su questo già mi sono lungamente espressa, c'è il punto relativo alla necessità di analizzare gli episodi di femminicidio verificatisi a partire dal 2016, per accertare se esistano condizioni o comportamenti ricorrenti, valutabili sul piano statistico, allo scopo di orientare l'azione di prevenzione, perché abbiamo detto che è fondamentale una valutazione precisa per dare risposte puntuali e altrettanto precise sul fenomeno; inoltre, vi è la necessità, reale concreta, di monitorare l'effettiva applicazione, da parte delle regioni, del Piano antiviolenza e delle linee guida nazionali per le aziende sanitarie ospedaliere in tema di soccorso alle vittime di violenze e ai loro parenti, pensando anche alle vittime di violenza assistita; vi è, ancora, la necessità di monitorare l'effettiva destinazione alle strutture che si occupano della violenza maschile contro le donne e, naturalmente, l'attività svolta dai centri antiviolenza che operano sul nostro territorio nazionale, quali interlocutori necessari delle istituzioni e nella costruzione di politiche di contrasto al fenomeno della violenza maschile sulle donne, attingendo alla loro esperienza e alla loro attività trentennale. Poi, naturalmente, occorre proporre interventi normativi e finanziamenti strutturali, proprio per far sì che tutte le reti dei centri antiviolenza e delle case rifugio presenti sul territorio nazionale abbiano la massima diffusione; noi ci siamo resi conto di quanto sia fondamentale la presenza - anche numerica - di questi centri; nella regione Lazio da poco l'Università la Sapienza ha aperto uno sportello antiviolenza; lo dico perché spesso abbiamo parlato di come la violenza sia trasversale e uno sportello di tale tipo può aiutare anche le ragazze che magari vivono un momento di difficoltà o atti gravi nei loro confronti anche in luoghi che di solito sono deputati ad altro. Poi, naturalmente, la legge si propone di trovare soluzioni di carattere legislativo e amministrativo al fine di realizzare la più adeguata prevenzione e il più efficace contrasto al femminicidio e, come abbiamo lungamente detto, a ogni forma di violenza maschile contro le donne, nonché quella di tutelare da violenza gli eventuali minori coinvolti.

Io sono certa che l'istituzione di una Commissione bicamerale su questo tema sortirà effetti positivi; sono altresì certa che questi argomenti vadano trattati in modo trasversale, con il massimo coinvolgimento di tutte le forze politiche che siedono in Parlamento.