Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 26 Giugno, 2017
Nome: 
Chiara Scuvera

A.C. 3012-C

 

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, come hanno detto i relatori Fregolent e Martella, che ringrazio veramente per il lavoro così paziente e così approfondito su questo provvedimento dall'iter così difficile, questa è la prima proposta di legge annuale per il mercato e la concorrenza e questo provvedimento - lo dico all'onorevole Russo per tramite suo - è stato per la prima volta realizzato, presentato e concretizzato da un Governo del Partito Democratico.

D'altronde, il centrosinistra è stato sempre all'avanguardia sul tema della concorrenza e pensiamo alle liberalizzazioni che fece Pier Luigi Bersani. E, sempre all'onorevole Russo, per suo tramite, dico che credo che questo non sia casuale. Su questo c'è una ragione politica, perché noi, Presidente, riteniamo che sia necessario portare a termine, in modo molto rapido e in tempi molto rapidi, questo provvedimento non soltanto per una ragione di contributo all'integrazione europea, che poi è un concetto diverso dal “ce lo chiede l'Europa”, che, come dire, spesso cela questo antieuropeismo di maniera che spesso si sente anche in queste Aule, ma è una ragione anche di un'esigenza particolare di giustizia che c'è in questo Paese, in cui noi sappiamo quanto sia grave e radicato il corporativismo.

Quindi, il tema è consentire l'accesso al mercato a quel giovane professionista che ha studiato e non riesce ad esercitare la propria professione o che non riesce ad avviare un proprio studio professionale perché non ha il reddito; il tema è consentire al piccolo imprenditore di competere con chi ha dei grandi capitali e consentire al consumatore, soprattutto al consumatore povero, al cittadino povero - e ancora sappiamo che gli effetti della crisi sono molto, molto gravi e si fanno sentire - di accedere ai beni e ai servizi ad un prezzo non discriminatorio.

Quindi, c'è una ragione politica profonda per cui noi, come forza progressista, portiamo avanti con determinazione e con serietà, nei fatti, un intervento legislativo sulla concorrenza e questo obiettivo politico di maggiore equità e di inclusione ci ha guidati nel lavoro emendativo alla Camera, anche, come ricordava l'onorevole Fregolent, con un lavoro di collaborazione con le altre forze politiche, perché l'obiettivo non è il mercato in sé, non è di applicare una legge sulla concorrenza purché sia, ma di fare in modo che in un mercato in cui c'è la libera concorrenza, in un'economia non pianificata, nessuno venga escluso, cioè non vi siano delle fasce di esclusione e la concentrazione dei profitti e delle opportunità in mano a pochi.

Quindi, vogliamo dare la possibilità al giovane professionista di competere realmente e in tal senso le disposizioni sulle società tra professionisti possono aiutare, stando al paio anche con lo statuto del lavoro autonomo, che è stato approvato in via definitiva al Senato, anche se naturalmente bisognerà ancora intervenire sul tema del salario.

Bisogna fare in modo, appunto, che il piccolo imprenditore non venga schiacciato dalla grandissima e grande impresa, non perché si demonizzi la piccola impresa. Io sono d'accordo che ci sia stata probabilmente una retorica del “piccolo è bello” in questo Paese, ma penso anche che ci sia stata una retorica e una logica un po' di omologazione, di semplificazione e di mortificazione rispetto alle specificità del nostro tessuto produttivo, che è costituito, per oltre il 90 per cento, di piccole imprese e che, naturalmente, vanta delle punte di qualità, di eccellenza e di innovazione che rappresentano anche un'unicità in Europa.

E proprio questa logica, questa omologazione di pensiero sul nostro tessuto produttivo nel passato ha portato anche all'applicazione acritica di alcune norme a situazioni difformi. Penso al recepimento acritico - e anche qui lo dico, per il tramite del Presidente, all'onorevole Russo - della “direttiva Bolkestein”, che oggi presenta moltissime criticità e che, ahimè, avvenne ad opera di Governi di centrodestra. E, ancora, noi facciamo questo intervento perché un gruppo di acquisto solidale abbia la possibilità di accedere all'energia - e va bene in questo senso la norma ulteriormente specificata dal Senato - e affinché un cittadino acceda ai beni di prima necessità, dalle cure all'energia. Quindi, è importante.

È vero che i tempi sono stati molto, molto lunghi per questa prima “legge sulla concorrenza”, ma è importante che il Parlamento ponderi le scelte che fa in questo momento, perché saranno delle scelte strategiche per i prossimi anni e che incideranno sulla vita quotidiana delle famiglie e dei consumatori.

È vero che questa prima legge è stata molto faticosa; probabilmente c'è stata una concentrazione di materie, ma, come diceva l'onorevole Martella, questo è un primo corpus, con interventi, tra l'altro, attesi da anni e che richiedevano anche un dialogo e una concertazione con le parti sociali, un dialogo con le rappresentanze, che noi rivendichiamo, che riteniamo necessario e che abbiamo fatto anche in terza lettura.

Tuttavia, questo primo corpus consentirà poi di avere delle “leggi concorrenza” davvero annuali, più snelle, più mirate e con interventi più specifici su singole materie.

Quindi, questo intervento - e ringraziamo il Governo non solo per il lavoro che si è fatto in Commissione e, quindi, per l'atteggiamento molto aperto nei confronti della Commissione, ma anche per l'impegno già assunto di sollecitazione e di pronta calendarizzazione in Senato - ci consente di aggiungere un ulteriore tassello rispetto alle riforme che abbiamo fatto in economia e agli interventi che abbiamo fatto per sostenere il dinamismo del tessuto produttivo del nostro Paese. Penso a provvedimenti come Investment Compact e penso chiaramente ad Industria 4.0.

Ora, veniamo ad alcuni temi di cui hanno già parlato i relatori e di cui hanno parlato anche i colleghi, che sono stati oggetto di una modifica, a nostro avviso, migliorativa per legiferare al meglio possibile. Noi abbiamo ascoltato i sindacati in Commissione, CGIL, CISL e UIL nonché diverse associazioni di consumatori, che ci hanno detto che naturalmente la diffusione del libero mercato in energia è necessaria. Dunque, si prende atto di questo passaggio dal mercato tutelato al mercato libero e probabilmente il Senato ha anche fatto bene a mettere una scadenza precisa al 2019 e a non consentire delle ulteriori proroghe, ma, naturalmente, è un passaggio giusto e utile al Paese se si riducono i prezzi per i consumatori.

Come rilevava anche il collega del MoVimento 5 Stelle - ma questo ci è noto - la maggior parte dei consumatori domestici - si calcola circa il 68 per cento - sta nel mercato tutelato e quelli che abbandonano il mercato tutelato per andare nel mercato libero hanno addirittura scelto di tornare nel mercato tutelato. Quindi, c'è scarsa fiducia, naturalmente paura dei rincari e paura di una lesione dei propri diritti.

E, quindi, sono necessarie quelle azioni di informazione e di comunicazione che ci richiede anche l'Autorità, che noi abbiamo sentito in Commissione. Oltre alle azioni di comunicazione e di informazione, che sono previste nel testo e che sono sicuramente buone, andrà, secondo me, vista anche questa proposta dell'Autorità di un piano di comunicazione istituzionale, attraverso radio, TV, stampa, Internet, che consenta davvero di raggiungere, in modo semplice e immediato, i consumatori e i cittadini - diciamo così - meno attrezzati su delle questioni che sappiamo essere molto tecniche.

Così come sono importanti le norme che abbiamo introdotto, che il Governo ha anche proposto, sulla confrontabilità delle offerte, perché questa confrontabilità avvenga nel modo più semplice possibile e anche in modo telematico.

Naturalmente abbiamo ritenuto di superare, come dicevano i relatori, il meccanismo delle procedure territoriali per l'assegnazione, che è un termine che non mi piace, dei clienti - perché si tratta comunque di persone - che non avessero scelto il proprio fornitore alla scadenza del cosiddetto mercato tutelato. Su questo ci hanno convinto anche le audizioni e le associazioni dei consumatori, gli operatori e le audizioni delle rappresentanze per due motivi: primo, perché anche in un mercato libero sarebbe paradossale che un consumatore non possa scegliere di fatto il proprio fornitore e che, senza aver concluso alcun contratto, si trovi poi assegnato ad un fornitore. Quindi, noi dobbiamo lavorare molto sulla parte prima, su questa comunicazione istituzionale, che suggerisce l'Autorità, anche per garantire questa terzietà, questa trasparenza della comunicazione, che avviene direttamente dalla parte pubblica.

In secondo luogo, perché questo avrebbe comportato un rincaro per le famiglie e per i cittadini, quindi per gli utenti domestici fondamentalmente, perché la previsione è che siano questi che si troverebbero probabilmente a non aver scelto, e che si calcolava addirittura del 20 per cento in più all'anno. Quindi, Presidente, questa è una miglioria che noi ci siamo sentiti di fare proprio in quest'ottica di equità.

Rispetto poi alle domande che venivano poste dall'onorevole Crippa, cioè che cosa succederà e quindi come verrà regolato questo passaggio dal regime tutelato al mercato libero, sappiamo che ci sarà un decreto avente ad oggetto le modalità per favorire il passaggio al mercato libero. Io credo che qui venga tenuto in grandissima considerazione - anzi, penso proprio che sia la strada giusta - che questa fase di vera e propria programmazione venga strutturata con una forte partecipazione delle rappresentanze, delle forze sociali, che poi sono proiettate all'interconnessione europea, perché sappiamo che la sfida è fondamentalmente questa: il mercato unico europeo, ma anche l'interconnessione nell'energia.

Abbiamo messo al centro il consumatore, soprattutto le fasce più deboli, quando abbiamo abrogato quel comma 44 di cui parlava l'onorevole Martella in materia di telemarketing: evitare un contatto generalizzato, senza preventivo consenso, rispetto al quale il Garante della privacy ha palesato il rischio di liberalizzare di fatto la possibilità di comunicazioni indesiderate.

Vero è che, sulla materia, si deve riflettere, ossia si deve riflettere probabilmente sul fatto di strutturare un consenso preventivo, anziché un consenso ex-post, però ricordiamoci che, sempre in questo disegno di legge, con il comma 55, viene previsto anche l'aggiornamento, la riforma del Registro delle opposizioni, che quindi guarda anche all'invio di posta cartacea.

Abbiamo detto della modernizzazione delle professioni: rompere i monopoli, evitare le concentrazioni, consentire ai giovani di accedere al mercato delle professioni. Sulle società avvocati è stata fatta, proprio rafforzando la governance professionale con interventi sia alla Camera che al Senato - quindi rafforzando l'autonomia dei professionisti, cioè evitando che venisse compromessa l'autonomia dei professionisti -, un'operazione che consentirà - io credo - a diversi giovani, e non solo, di associarsi, di dar vita a delle nuove esperienze professionali e di fare in modo, tra l'altro, che i nostri studi professionali siano competitivi in Europa, dove sappiamo che le forme societarie sono molto diffuse, così come le forme di aggregazione tra professionisti. E ciò credo sia un risultato importante.

Proprio per questo, per tutelare i professionisti, la libera concorrenza nelle professioni, e naturalmente anche la salute dei cittadini, abbiamo ritenuto importante specificare, nella norma sulle società di odontoiatria, che nelle società non soltanto il direttore, ma anche il soggetto che operi, chiunque materialmente operi sul paziente, debba avere il titolo abilitante. Quindi, anche questa è una modifica che ci siamo sentiti di fare, proprio per rafforzare la concorrenza, la leale concorrenza, e tutelare la salute dei cittadini.

Io credo, Presidente, che, con queste modifiche puntuali, limitate, il provvedimento possa avere un esito veloce. Ringrazio ancora il sottosegretario Gentili, anche per la disponibilità alla sensibilizzazione nella pronta calendarizzazione al Senato.

Penso anche che questo spirito di dialogo e di concertazione, che era così importante nella definizione di queste strategie per la concorrenza in questi settori, non debba essere smarrito dopo l'approvazione definitiva del provvedimento, rispetto a cui nutriamo grande fiducia, ma anche nell'applicazione. Quindi la fase della vigilanza sarà molto importante, per esempio, nel settore delle assicurazioni. La collega Fregolent ha già detto che noi, sulla premialità dei cittadini virtuosi del Sud, avremmo preferito rimanere nella versione originaria, ma ricordiamoci che ci sono delle norme importanti, anche in questo testo, rispetto al contrasto delle frodi e rispetto ai meccanismi di premialità dei cittadini virtuosi. Quindi è chiaro che è molto importante l'attuazione, anche con gli atti di attuazione, e poi la vigilanza sul rispetto delle norme.