Discussione generale
Data: 
Lunedì, 19 Novembre, 2018
Nome: 
Cosimo Maria Ferri

A.C. 1189-A

Grazie, Presidente. Devo dire sono davvero tante le cose da dire, perché su questo provvedimento ci sono tante lacune e tanti errori tecnici e giuridici. Ma occorre fare anche una considerazione politica, in quanto oggi viene presentato questo provvedimento a questa Camera, al Paese, come una legge che risolve i problemi della corruzione, come una legge epocale. Ecco, io voglio spiegare – tramite lei, Presidente – a questa Camera, ma anche a chi ci ascolta che è l'ennesima bugia, è l'ennesima bugia perché sulla lotta alla corruzione, se vogliamo essere obiettivi e vogliamo andare analizzare i provvedimenti, i testi, come bisogna fare quando si parla di norme, voglio rivendicare quello che è stato fatto col Governo Renzi e voglio citare la legge n. 69 del 2015, che su questi temi della corruzione è intervenuta in maniera efficace e incisiva. E cito alcuni dei provvedimenti che sono inseriti in questo testo. Intanto, ha subordinato il beneficio della sospensione condizionale della pena alla restituzione del profitto ex articolo 165 del codice penale, ha introdotto e ha esteso per i reati di corruzione e i reati contro la pubblica amministrazione l'articolo 323-bis nel caso di condotte collaborative e, quindi, ha introdotto una circostanza attenuante, prevedendo una riduzione della pena fino a due terzi per tutti coloro che, anche nei reati di corruzione per induzione, corruzione propria e le altre ipotesi di corruzione, decidano di collaborare. Quindi oggi, tra l'altro, questa attenuante introdotta dalla legge n. 69 del 2015 si sovrappone alla causa di non punibilità, che vuole introdurre questa proposta di legge creando, tra l'altro, confusione dal punto di vista tecnico-giuridico, e non solo, perché comunque per quanto riguarda la causa di non punibilità che vuole introdurre questo provvedimento, con l'articolo 323-ter, a seguito di una collaborazione processuale si crea un meccanismo sulla base dell'autodenuncia, inserendo dei termini, però, con un provvedimento e ipotesi che creano confusione, perché appare indeterminata, appare irragionevole nei termini, perché tiene conto del periodo prima dell'iscrizione nel registro degli indagati e nei sei mesi dall'iscrizione, quindi è irragionevole nei termini perché non si capisce nemmeno quando e come ne possa venire a conoscenza la persona che intenda collaborare. Inoltre, appare sproporzionata, perché non consegue alla riparazione dell'offesa come accade, per esempio nella ritrattazione, per quanto riguarda la falsa testimonianza – è già previsto nel nostro codice –, è scarsamente applicabile nei reati di corruzione perché sono dei reati contratto, a concorso necessario.

Quindi, ci sono tutta una serie di profili che creano un vulnus per quanto riguarda la causa di non punibilità, quando c'è già il 323-bis che la legge introdotta col Governo Renzi ha, invece, chiarito parlando non più di punibilità, ma inserendo una riduzione di pena consistente per chi intenda collaborare. Cito questo esempio per far capire come poi tra la legge n. 69 del 2015 – e sottolineiamolo, sono già passati quattro anni – e quella vostra cambia ben poco e, quindi, questo per rispiegare a chi ci ascolta quanto non sia vero che sia una legge “spazzacorrotti” o che rivoluziona la materia, perché forse se c'è una “spazzacorrotti” incisiva ed efficace è quella che ho citato. Inoltre, sempre con la legge n. 69 del 2015 abbiamo inasprito le pene dei delitti di peculato, corruzione, corruzione in atti giudiziari, induzione indebita a dare o promettere utilità e inasprire le pene vuol dire allungare i termini della prescrizione, perché nel nostro codice il termine della prescrizione è legato alla pena massima prevista per quel reato, quindi aumentando le pene massime, come abbiamo fatto per alcuni reati di due anni, per altri di due anni e sei mesi e, quindi, comunque aumentandole in maniera consistente, abbiamo aumentato anche i tempi prescrizionali.

Inoltre, sempre per i reati contro la PA, con una successiva legge, la n. 103 del 2017, abbiamo anche aumentato, per questi tipi di reato, la prescrizione quando c'è un atto interruttivo. Oggi il sistema prevede l'aumento di un quarto, ai sensi dell'articolo 161 del codice penale; con questa legge del 2017, la n. 103 approvata col Governo Gentiloni, l'aumento a seguito di atto interruttivo per questi tipi di reato è non più di un quarto, ma è della metà. Quindi, c'è stato un ulteriore aumento della prescrizione. Così come, sempre con questa legge che ho citato ora è stato previsto un allungamento della sospensione della prescrizione di diciotto mesi tra il deposito della motivazione della sentenza di primo grado e la lettura del dispositivo del giudizio di appello e, quindi, per questi diciotto mesi è sospesa la prescrizione. Così come è sospesa tra il deposito della motivazione della sentenza d'appello e la lettura del dispositivo nel giudizio di Cassazione, per altri diciotto mesi. Quindi, sono trentasei mesi di sospensione che si aggiungono ai criteri generali che ho citato e anche indicato nello specifico per quanto riguarda i reati contro la pubblica amministrazione e, in particolare corruzione, corruzione per induzione e gli altri tipi di reato.

Quindi, questo per dire come nella scorsa legislatura siamo intervenuti su questi temi in maniera davvero efficace. E, ancora, con la legge n. 69 del 2015 abbiamo, per esempio, previsto la possibilità di procedere a un rito alternativo come quello del patteggiamento solo previa restituzione del profitto e, quindi, limitando anche questa possibilità di accedere al rito alternativo. Solo se restituisci il profitto, la tangente, quello che hai preso, e solo in quel caso, puoi chiedere un rito alternativo. Così come abbiamo toccato un altro punto, che è quello delle pene accessorie. Abbiamo aumentato la durata della pena accessoria, vi è l'incapacità di contrarre con la pubblica amministrazione, portandola a cinque anni. È vero, mi si dirà: ma questo provvedimento si prevede l'incapacità di contrarre con la pubblica amministrazione in perpetuo; si introduce poi tutto il lo schema della riabilitazione, sulla quale si può, tra l'altro intervenire, vi sono anche lì delle cose da dire, però è anche vero che la soluzione che avete prospettato voi in questo provvedimento è una soluzione che contrasta col sistema nostro, di rapporto tra pena principale e pena accessoria, che ci deve essere una durata. Così come contestiamo il fatto che ci sia la previsione di una sospensione condizionale della pena principale e non della pena accessoria.

Quindi, tutti temi che noi cercheremo di far cadere con i nostri emendamenti, ma che dimostrano come, da una parte ci siano dei problemi giuridici, dall'altra però come nel passato si siano affrontati tutti questi temi. Noi, non solo, abbiamo anche rivisto il falso in bilancio e sappiamo che quando si dà una tangente o si versa una tangente nella voce del bilancio si va ad alterare per cercare di fare uscire quei soldi dal bilancio della società e, quindi, sempre nella nostra legislatura, abbiamo ritrasformato il falso in bilancio in delitto con una punibilità seria e concreta.

Così abbiamo introdotto, perché non esisteva nel nostro codice penale, il reato di autoriciclaggio, che è molte volte collegato, perché chiaramente il denaro frutto della corruzione può essere riciclato e quindi, oltre al riciclaggio che c'è già, come chiaramente tutti sanno, abbiamo introdotto il reato di autoriciclaggio. Questo per dire come ci siamo comportati nella scorsa legislatura.

Quindi, siamo intervenuti sulla prescrizione, siamo intervenuti nella lotta contro la corruzione e, però, abbiamo cercato, anche per salvare il principio di obbligatorietà dell'azione penale in cui noi crediamo perché garantisce l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, di deflazionare il contenzioso, perché uno dei problemi è costituito dalle denunce e dai procedimenti penali che pendono presso le procure. Quindi, siamo intervenuti anche nel deflazionare, introducendo la legge sulla messa alla prova, introducendo l'istituto della lieve entità e della tenuità del fatto per cercare di deflazionare e, quindi, cercando di guardare, da una parte, a un'efficacia per quanto riguarda i reati gravi come quello della corruzione e, dall'altra, a deflazionare, con istituti come quelli citati, per creare un contenzioso e consentire alla magistratura di rimanere concentrata sui fatti più gravi. E abbiamo avviato così anche una riforma per quanto riguarda la depenalizzazione.

Quindi, noi abbiamo detto: salviamo il principio di obbligatorietà dell'azione penale però, siccome in concreto tutte le notizie di reato sono talmente tante che non possono essere trattate, cerchiamo di mettere dei ripari e abbiamo così dato vita a una depenalizzazione, alla tenuità del fatto, alla messa alla prova e a tutta una serie di provvedimenti. Questo è per far comprendere come siamo intervenuti e oggi noi chiediamo di procedere con attenzione e in modo organico.

Abbiamo poi pensato agli organici, all'organizzazione e agli uffici giudiziari. Abbiamo rivisto le piante organiche, abbiamo assunto ogni anno più di 300 magistrati, abbiamo ridato vita, dopo vent'anni, a un concorso per personale amministrativo assumendo quasi 3 mila persone e, quindi, pensando anche a rafforzare gli organici dei nostri uffici giudiziari per consentire ai magistrati di lavorare con le risorse. Chiaramente, ce n'è bisogno ancora e ben venga ancora un piano di assunzioni straordinarie che avrà sempre il nostro appoggio e il nostro consenso perché il tema organizzazione esiste.

Allora, noi vi chiediamo di procedere in questo modo, vi chiediamo di verificare se tutte queste norme che sono state introdotte funzionano perché non mi pare che ci siano dei provvedimenti per rivedere tutte queste norme, perché sulla tenuità del fatto non vedo provvedimenti che dicano non sta funzionando e, quindi, che va rivista, perché sulla messa alla prova non vedo provvedimenti di abolizione e sul piano di assunzioni vedo, dagli annunci che sta facendo il Ministro della giustizia, che si sta seguendo il nostro lavoro e quello che abbiamo impostato. Quindi, è un lavoro che mi sembra che sia anche condiviso da questo Governo e da questa maggioranza.

Anche sul ddl anticorruzione, che voi presentate come riforma epocale e che non lo è - e potrei aggiungere tantissime altre cose su quello che è stato fatto in questi anni ma il tempo corre -, andate a ritoccare tutti quegli istituti che comunque noi avevamo già introdotto. Anzi, noi avevamo alzato le pene e voi no, noi abbiamo comunque sospeso la prescrizione e voi la sospendete in materia atecnica, con tutta una serie di problemi giuridici e costituzionali - e domani si vedrà anche nella pregiudiziale - che comunque creano nel sistema un effetto non efficace così come vorreste. Allora, chiediamo di monitorare la riforma che è stata fatta dai nostri Governi, di verificare se questa sospensione funzioni, di verificare la compatibilità con la ragionevole durata del processo e anche di andare a capire le ragioni della prescrizione. Infatti, se noi andiamo a vedere dove maturano… e oggi c'era un bell'articolo anche su Il Corriere della Sera, a firma della Gabanelli e di Ferrarella, dove si dice che sì l'idea può essere buona ma non basta: andiamo a verificare quello che succede a 360 gradi e con delle misure che siano efficaci.

Siccome oggi le misure ci sono, noi vi chiediamo responsabilità nel portare avanti il lavoro che è stato fatto dai nostri Governi. Verifichiamone la compatibilità e l'efficacia e se non si arriva al risultato a cui chiaramente tutti noi guardiamo che è quello di svolgere i processi in tempi ragionevoli, perché noi dobbiamo dare una tutela effettiva anche alle vittime e alle persone offese perché, nel rispetto delle garanzie, la vittima deve essere considerata e deve avere gli stessi diritti e gli stessi doveri degli indagati. Quindi andiamo a verificare, perché non penso che una vittima possa rimanere soddisfatta di fronte a un processo sine die. Occorre garantire tempi certi sia per chi è indagato, sia per chi è imputato, sia per le vittime, perché è vero che tutti i cittadini chiedono che i corrotti vadano in galera - e noi dovremmo essere i primi a chiederlo e a fare norme - ma nello stesso tempo chiedono che chi sfrutta, chi abusa, chi commette il reato di corruzione se è colpevole ci vada presto e non ci vada dopo trent'anni, con tutti i problemi che affronteremo anche domani quando si parlerà della pregiudiziale di costituzionalità sulla prescrizione.