Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 17 Ottobre, 2016
Nome: 
Marilena Fabbri

 Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale 

A.C. 261-A ed abbinate

Grazie, Presidente. Gentili colleghi, come è stato detto questo è un testo unificato che nasce dalla presentazione di altre tredici proposte di legge di colleghi dei diversi gruppi parlamentari e che prende il via da notizie di cronaca che hanno evidenziato negli ultimi anni all'attenzione dell'opinione pubblica e anche della politica atti di maltrattamenti ed abusi nei confronti di minori e persone, anziani o disabili, che sono in condizioni di vulnerabilità per via della loro età o per condizioni personali. Questo testo, com’è stato evidenziato anche dai colleghi in precedenza, è nato da una serie di audizioni e di condivisioni, di discussioni e di approfondimenti su un tema particolarmente rilevante ed importante come quello della tutela di persone vulnerabili e fragili per la propria condizione anagrafica o di vulnerabilità personale. Il testo ha trovato un grandissimo miglioramento grazie alla collaborazione fra la I Commissione affari costituzionali e la Commissione lavoro nonché dai suggerimenti che sono derivati dai pareri preventivi delle Commissioni cultura, scienza e istruzione, affari sociali e giustizia. Il testo si pone quindi l'obiettivo di prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno di minori negli asili nido e nelle scuole per l'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità nonché pone una delega al Governo in materia di formazione del personale e disciplina la raccolta di dati utilizzabili a fini probatori in sede di accertamento di tali condotte. Il testo si pone l'obiettivo di affrontare il tema della tutela delle persone vulnerabili con diverse azioni, in particolare da tre punti di vista. Il primo, che è diventato il più importante, è investire sulla formazione iniziale e sulla formazione obbligatoria permanente del personale delle strutture educative e di cura oggetto del testo unificato. L'obiettivo è quindi investire su chi interviene con attività educative e di cura nei confronti delle persone vulnerabili, facendo tesoro e restando comunque al centro dell'attenzione il patto educativo e l'alleanza terapeutica che sono alla base delle attività degli asili nido e delle scuole per l'infanzia e delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per persone anziane e disabili. Il Governo dovrà quindi emanare un decreto legislativo per la definizione delle modalità della valutazione attitudinale per l'accesso alle professioni educative di cura e delle modalità di formazione obbligatoria iniziale e permanente delle stesse persone con i criteri che sono meglio delineati nel testo unificato. Per la prima volta però si tiene anche conto del tema del logoramento di queste professioni perché, se è vero che, da un lato, siamo di fronte ad un'utenza fragile e vulnerabile proprio per le condizioni legate all'età o alle condizioni personali e che quindi richiede una particolare attenzione e professionalità da parte di chi si occupa del processo educativo e di cura di questi soggetti, dall'altro, sono soggetti che, allo stesso tempo, presentano una complessità e, quindi, anche un particolare investimento da parte del personale, il quale, quindi, è sottoposto anche al rischio di un progressivo logoramento psico-fisico che quindi va supportato e sostenuto nel lavoro quotidiano e ciò, attraverso la previsione di équipe di operatori che vengono previsti nel testo i quali possono valutare quotidianamente e precocemente l'insorgenza di eventuali criticità e individuare già al loro interno possibili soluzioni per affrontare le criticità che si presentano nella quotidianità del lavoro e nello stesso tempo favorendo, attraverso il confronto fra operatori stessi, la condivisione e la crescita professionale del personale. Si sottolinea – anche se questo come è stato detto avviene già con riferimento ad altre leggi, dalla «buona scuola» alla legge che è in discussione in Parlamento dello 0-6 e anche prima veniva ricordato a proposito della legge sugli educatori professionali, che si valorizza comunque anche il ruolo delle famiglie e dei familiari con gli operatori che si prendono appunto cura dei soggetti di cui ci stiamo occupando. Ritengo particolarmente importante in questa legge non solo l'investimento e la sottolineatura dell'importanza della formazione iniziale, della formazione permanente, del supporto per équipe di operatori, ma anche il supporto di équipe psicopedagogiche territoriali nel sostegno al progetto, al patto educativo, ma anche all'alleanza di cura, anche il farsi carico da parte dei datori di lavoro di adeguati percorsi di sostegno e di ricollocamento del personale che dovesse rivelarsi in burn outproprio perché il lavoro è da ritenersi particolarmente gravoso e a rischio di logoramento, al di là di quella che è la propensione, la passione e l'impegno degli operatori stessi. La legge poi, oltre a chiedere una particolare attenzione a questo tema della formazione della professionalità degli operatori, interviene anche su un altro filone che è quello di chiedere al Ministro della salute, in collaborazione con le Conferenze permanenti Stato-regioni e Autonomie di Trento e Bolzano, oltre che le organizzazioni sindacali, di emanare delle linee-guida per ampliare e regolamentare gli orari di accesso nelle strutture, perché è evidente che anche la possibilità di accedere, in particolare nelle strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie, al di là degli orari che già sono regolamentati, può costituire un ulteriore strumento di prevenzione e di deterrenza rispetto a situazioni di maltrattamento o di abuso, attraverso il controllo diretto e il controllo sociale che possono esercitare i familiari nell'accesso alle strutture e nella visita ai parenti. La video sorveglianza è il terzo strumento con il quale si intende agire per prevenire i casi di maltrattamento ed abuso e quindi lo si va a regolamentare. Lo si va a regolamentare prevedendo appunto che la telesorveglianza sia una possibilità, uno degli strumenti che può essere attivato come elemento di deterrenza all'abuso e al maltrattamento, le cui poi registrazioni dovranno essere regolamentate da un provvedimento del Garante per la privacy e potranno essere utilizzate secondo le norme del codice di procedura penale solo a seguito di denuncia di reato. Quindi è una possibilità, è uno strumento, ma sicuramente – come è già stato ricordato da altri colleghi – non è il principale strumento di deterrenza e prevenzione di situazioni a rischio. Le modalità con cui è stato regolamentato nell'articolo 4 appunto l'uso delle telecamere tiene conto della contemperazione dei diversi interessi in gioco, quindi principalmente la tutela dei soggetti vulnerabili, che ricordavamo prima, ma che va ricordato vanno tutelati anche nella loro dignità e nella loro privacy, tant’è che si ricorda come, in particolare per quanto attiene ai disabili e alle persone anziane allettate, c’è una convenzione delle Nazioni Unite proprio a tutela della dignità delle persone disabili. Quindi l'articolo 4 prevede appunto questa contemperazione di interessi. Si diceva prima che le telecamere sono uno degli strumenti, una possibilità, non un obbligo, non l'investimento principale sul quale si intende agire per tutelare le persone vulnerabili (le informazioni potranno essere usate solo a seguito di notizie di reato e secondo le norme del codice di procedura penale); potranno essere installate a seguito di accordi sindacali aziendali o territoriali o nazionali e su provvedimento, a seguito della regolamentazione del Garante della privacy. Un ultimo elemento che vorrei sottolineare è il fatto che si coglie l'occasione per esplicitare che le webcam sono vietate all'interno di queste strutture. 
Noi sappiamo invece bene che questa azione è già stata attivata sul nostro territorio e riteniamo invece che vada a ledere il rapporto educativo e anche di fiducia e di responsabilità fra gli operatori, gli insegnanti, gli operatori genitori ma anche gli stessi ragazzi e quindi insomma si coglie l'occasione con questo provvedimento per, da un lato, regolamentare la telesorveglianza e, dall'altro, vietare invece le webcam laddove non sono assolutamente né necessarie né proporzionate agli obiettivi che ci si pone (Applausi).