Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 17 Ottobre, 2016
Nome: 
Patrizia Maestri

 Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale 

A.C. 261-A ed abbinate

Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, dinanzi ai casi noti di violenze e maltrattamenti nei confronti di minori, negli asili nido, scuole dell'infanzia e disabili anziani che siano ricoverati in luoghi di cure e strutture socio-sanitarie non si può e non si deve transigere. Ma nello stesso tempo occorre utilizzare la giusta cautela per evitare di far passare l'idea che tali comportamenti siano generalizzati nel Paese o costituiscano non l'eccezione negativa ma la normalità. E dico questo nella consapevolezza che alcuni di questi casi sono avvenuti nella mia provincia, a Parma, ma anche con la stessa consapevolezza per cui ritengo che questi casi non costituiscano – dicevo prima – se non un'eccezione negativa in una rete di servizi pubblici comunque dignitosi. La necessità quindi di dare tutela a categorie particolarmente vulnerabili, come minori, anziani e disabili, fa emergere anche l'esigenza di un nuovo approccio per affrontare una questione così delicata e così complessa, un approccio che tenga conto soprattutto di tutti i soggetti, a partire quindi dai minori e dagli anziani, ma anche delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno a che fare con minori e anziani che si occupano della loro cura e della loro educazione, oltre che delle famiglie e delle stesse strutture. Le azioni necessarie e propedeutiche allo scopo della legge che stiamo discutendo passano attraverso un'adeguata opera di prevenzione che è il principio base di questa legge, di selezione del personale, di una formazione continua, in sostanza di una valorizzazione del personale, che si costituisce in operatori socio-sanitari, docenti e non docenti, oltre alla necessità di una intensificazione dei controlli anche della qualità dei servizi erogati, così come previsto dalle linee-guida di cui al comma 1 dell'articolo 3. Ma, al fine di garantire ulteriormente la finalità di questo provvedimento che stiamo discutendo e quindi per fornire effettivamente protezione ai soggetti individuati dalla legge, si prevede la possibilità di installare negli asili nido, scuole d'infanzia e strutture socio sanitarie dei sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso come strumento di deterrenza e di controllo, controllo però regolamentato, sottoposto a vincoli, vincoli che devono ottemperare alla necessità di mantenimento di quello che è il rispetto della privacy, della credibilità stessa delle strutture, della fiducia nei confronti degli operatori, della tutela della personalità dei minori, del consenso degli interessati, della libertà dei docenti alle scelte dei metodi educativi. Inoltre, proprio per favorire la coniugazione di interessi diversi, il corretto equilibrio fra il contrasto di abusi e maltrattamenti a soggetti fragili e la tutela dei diritti dei lavoratori, i sistemi di videosorveglianza possono essere installati previo accordo collettivo con le rappresentanze unitarie o in sostituzione di queste con le rappresentanze aziendali, o in mancanza di queste, con le rappresentanze territoriali. In alternativa, in caso di strutture ubicate in diverse province o regioni, l'accordo potrà essere stipulato dalle organizzazioni sindacali nazionali. Ma non è solamente questo; ci sono ulteriori garanzie per la privacy e allora queste ulteriore garanzie assumono particolare rilevanza soprattutto ai commi 2 e 3 dell'articolo 4, commi nei quali si vieta l'accesso alle registrazioni, se non nel caso di notizie di reato e in questo caso l'accesso è comunque regolamentato da norme specifiche del codice di procedura penale. Un provvedimento, questo che stiamo discutendo, che grazie al lavoro preciso e puntuale dei due relatori, delle loro Commissioni preposte, ma anche al contributo attivo e importante delle Commissioni cultura, giustizia e affari sociali persegue l'obiettivo di tutelare soggetti fragili, ma valorizzando il lavoro importante e gravoso. Lo hanno già detto altri colleghi. Questo è un lavoro gravoso, in cui si rischia davvero di entrare in quel burnout che poi rischia di fare emergere comunque comportamenti sbagliati degli operatori, ma anche coinvolgendo le famiglie e fornendo una risposta complessiva ed equilibrata a un fenomeno odioso che va contrastato in ogni sua forma, ogni giorno e sempre, per raggiungere, appunto, l'obiettivo di questo provvedimento (Applausi).