Dichiarazione di voto sulla pregiudiziale
Data: 
Martedì, 31 Ottobre, 2023
Nome: 
Debora Serracchiani

A.C. 1517

Grazie, Presidente. Noi abbiamo ritenuto opportuno, anzi necessario presentare, proprio rispetto a questo decreto-legge, una questione pregiudiziale. È vero, qualcuno potrà dire che siamo ripetitivi, però vorrei ricordare che siamo al quarantaseiesimo decreto-legge. Avete battuto tutti i record possibili ed immaginabili: in media sono 4 decreti-legge al mese, spesso su materie - come è il caso che ci occupa - di estrema eterogeneità e che toccano temi, come la limitazione della libertà personale e delle libertà fondamentali, che dovrebbe essere patrimonio comune ritenere non inseribili all'interno di decreti-legge. Questa era una prassi, ma, ahimè, direi che abbiamo, anzi, avete abbandonato tutte queste prassi che riguardavano il rispetto fra le istituzioni e, in particolare, il rispetto dei rapporti fra Governo e Parlamento. Ma, evidentemente, del Parlamento poco interessa alla maggioranza e, visto che sono anche pronti a non presentare - per la prima volta - alcun emendamento alla manovra di bilancio, chissà che problemi si faranno sul decreto Caivano: probabilmente pari a zero, perché, evidentemente, non è interesse di questa maggioranza preoccuparsi del fatto che si inseriscano nel nostro ordinamento norme penali o che si tocchino le normative penali attraverso un decreto-legge.

Ora, sappiamo tutti, colleghi, che il decreto-legge ha determinate caratteristiche, per tempistica, per motivazione e anche per il poco tempo con cui ormai siamo stati abituati a lavorare. Ma vorrei dirvi e sottolineare che noi del Partito Democratico non ci abitueremo mai a questo monocameralismo di fatto a cui state spingendo il Parlamento. E non ci abitueremo mai, né ci rassegneremo a non dirvi quali sono gli errori grossolani che state commettendo, perché oggi siete maggioranza voi, domani potreste non essere maggioranza ed essere opposizione, quindi lamenterete, come faceva la Presidente Meloni, l'eccessivo utilizzo dei decreti-legge, quando diceva appunto che erano troppi, quando diceva che, in fondo, con i numeri che aveva questo Parlamento, non c'era bisogno - visto che loro erano l'unica opposizione - di fare decreti-legge; quando diceva che non c'erano quelle ragioni di urgenza e di necessità che imponevano l'uso della decretazione d'urgenza o quando diceva che su alcuni temi era necessario coinvolgere l'opposizione e tutto il Parlamento. Bene, questa era Giorgia Meloni all'opposizione. Giorgia Meloni Presidente del Consiglio, con questa sua maggioranza, ha completamente cambiato idea. Ed ecco, quindi, che si utilizza esclusivamente la decretazione d'urgenza, anche sulle norme penali delicatissime. Io vorrei che rifletteste sul fatto che, con questo decreto, si sta toccando il processo minorile. Il processo minorile era ed è un vanto per l'Italia, ci viene invidiato da tutta Europa, perché è uno strumento con il quale noi siamo riusciti, in qualche modo, ad intervenire, spingendo tantissimo su quel che è giusto rispetto ad un minore che delinque. E guardate, non siamo buonisti, non pensiamo che un minore che delinque sia un minore a cui dare una pacca sulla spalla e basta, ma riteniamo che un minore debba avere sempre una seconda possibilità nella vita, una chance nella vita, perché si può sbagliare. E magari si sbaglia e si sbaglia anche tanto quando si è giovani e immaturi, quando non si ha ancora avuto il contatto con la realtà. Ma c'è un articolo, l'articolo 27 della Costituzione, che dice che la pena ha sempre un fine rieducativo e voi ve lo siete dimenticato. E ve lo siete dimenticato, in particolare, in questo decreto.

Ma del resto, quando nella scorsa legislatura ci trovammo di fronte a una proposta di legge, a prima firma Giorgia Meloni, che chiedeva proprio di riformare l'articolo 27 della Costituzione eliminando il fine rieducativo della pena, oggi lo state realizzando nei fatti. Oggi lo state realizzando nei fatti e ad una categoria delicatissima della nostra società - quella dei minori che delinquono e che hanno bisogno sempre di avere nella vita una seconda possibilità - voi state dicendo che la soluzione è buttarli in carcere e buttare la chiave. Buttarli in carcere e buttare la chiave significa affidare questi minori alla criminalità organizzata, significa spingerli alla deriva della delinquenza, significa non preoccuparsi di loro. Ma del resto, non ve ne preoccupate, tant'è che non mettete un euro in questo decreto per il fine educativo e per il fine rieducativo. Non c'è nulla - nulla! -, vorrei ricordarvi, di quello che vi ha chiesto don Patriciello che vi ha certo detto che sarebbe necessario intervenire anche con durezza. E chi mai sostiene il contrario! Anche noi siamo convinti che quei luoghi non possano rimanere fuori da ogni presidio dello Stato.

Pure noi siamo convinti che fosse necessario intervenire, ma siamo anche altrettanto convinti che raccontare che sia sufficiente la repressione senza investire un euro sulla prevenzione ci porterà semplicemente, dopo una pennellata di ordine e di disciplina che state dando a quei luoghi, a restare sempre nelle stesse condizioni drammatiche. Ve l'abbiamo detto: 46 decreti, 4 al mese, non possono essere utilizzati per quanto riguarda i contenuti penalistici. Se non credete a noi, almeno leggete le lettere che manda il Presidente della Repubblica ai Presidenti della Camera e del Senato, leggete quella lettera. Il Presidente della Repubblica ci ha richiamato a svolgere pienamente il nostro ruolo di parlamentari e ci ha richiamato alla centralità del Parlamento. Del resto, io ricordo che, quando la Presidente Meloni è venuta in quest'Aula per chiedere la fiducia sul proprio Governo, ci disse che finalmente, posto che aveva sofferto dai banchi dell'opposizione l'arroganza della maggioranza, per lei era importante che tornasse centrale il Parlamento. Sarebbe da chiedersi se intendeva il Parlamento ungherese e non quello italiano, perché quello italiano la centralità non ce l'ha proprio; qui stiamo semplicemente facendo ratifiche di provvedimenti che passano da una Camera all'altra e - guardate - su questo provvedimento l'errore più grossolano è che non si sia ascoltata la società. Siamo stati costretti al Senato a fare in un giorno decine di audizioni: abbiamo audito i presidenti di tribunali dei minorenni, le associazioni, don Patriciello e tutte le persone che si occupano di minori, in particolare di quelli che delinquono, abbiamo audito il Garante dei detenuti uscente e tutte quelle persone che si occupano da sempre di questi problemi. Tutti ci hanno detto che c'è bisogno di tempo, che c'è bisogno di ragionare, di approfondire, di fare un grandissimo intervento culturale, educativo e di prevenzione, a partire dalle famiglie; ci hanno detto che quei ragazzi hanno bisogno di avere luoghi e strumenti alternativi a quelli della criminalità, strumenti anche culturali che permettano loro di decidere da che parte stare nella vita, negli anni più difficili, più complicati e più complessi. Beh, voi non gli date nessuno strumento, voi gli dite semplicemente che, se delinquono, pagheranno di più. Addirittura, avete messo in discussione lo strumento che - ripeto - tutti ci invidiavano all'interno del processo minorile, la messa alla prova; avete messo in discussione questo istituto, avete detto che non ce n'è bisogno, avete detto a questi ragazzi: “finirete in carcere e basta” e questo è di una gravità inaudita, perché la messa alla prova è lo strumento che abbiamo messo a disposizione di questi ragazzi proprio per avere una seconda scelta nella vita, una seconda possibilità, proprio per toglierli da quei luoghi. Invece, ce li avete ributtati in quei luoghi, avete modificato il processo minorile e l'avete fatto con un decreto-legge, ma noi riteniamo che non vi fossero i presupposti per la decretazione d'urgenza e vi chiediamo di smetterla di utilizzare i decreti per le norme penali. Noi vi chiediamo di consentire una condivisione piena del Parlamento su questi temi delicatissimi e non di essere da voi interpellati solo nella fase patologica di questi provvedimenti. E sapete qual è la fase patologica di questi provvedimenti? Non studiate mai gli effetti di quello che fate. Ebbene, sapete cosa deriverà da questo decreto-legge? Non lo diciamo noi, ma ce lo dice anche il Ministero della giustizia. A proposito, vedo che vi volete liberare del Ministro Nordio: diteci se lo volete far diventare giudice della Corte costituzionale o se volete mandarlo in qualche authority, però diteci se iniziate a considerare che l'attività fin qui svolta dal Ministro evidentemente non sia all'altezza della storia e dei necessari provvedimenti che ci attendiamo. Stavo appunto dicendo - e concludo Presidente - che con questo provvedimento, non solo salta la centralità del Parlamento, non solo avete deciso con decretazione d'urgenza, senza nessuna condivisione parlamentare, su temi così delicati come quelli della giustizia minorile, ma non mettete un euro - un po' come per la manovra di bilancio - sulla prevenzione, sull'educazione, sulla scuola e sull'istruzione e sull'alternativa lavorativa. Non c'è un euro, ma c'è tanta, tanta repressione e francamente, rispetto a questo, Presidente, noi solleviamo, non solo la questione pregiudiziale, su cui chiediamo ovviamente di votare a favore, affinché questo decreto non possa vedere la luce, ma interverremo anche nel merito, perché questo decreto è sbagliato nella forma, nella sostanza e nel merito.