Data: 
Lunedì, 16 Giugno, 2014
Nome: 
Yoram Gutgeld

Esame questioni pregiudiziali – A.C. 2433

Signor Presidente, per motivi di tempo, farò solo qualche commento ai testi presentati dai colleghi del MoVimento 5 Stelle e di Forza Italia. Questi testi contengono diversi riferimenti ai rilievi dei tecnici della Camera e del Senato; il Governo ha già depositato una puntuale ed esaustiva risposta che invito chi fosse interessato a consultare. Mi limito a fare un punto sulla coerenza delle critiche, faccio un esempio ma ce ne sono molti altri. I tecnici del Senato, come ci ha ricordato l'onorevole Palese, osservano che l'aumento dell'aliquota della tassazione delle rendite finanziarie può determinare un effetto di sostituzione e quindi che la stima del gettito è a rischio. 
  Il Governo sostiene che questo rischio sia esiguo, ma io lo concedo, anzi plaudo ad un ragionamento economico anziché ragionieristico. 
  Ma se l'aumento delle aliquote può determinare una riduzione del gettito rispetto al calcolo ragionieristico, con la stessa logica, una riduzione delle aliquote dovrebbe determinare un aumento del gettito. Siccome questo decreto contiene molte più riduzioni che aumenti di tasse, proprio seguendo questo ragionamento e questo metodo, bisognerebbe concludere che la copertura non sia affatto a rischio, anzi semmai è sottostimata. Serve coerenza, cari tecnici ! 
  A proposito di coerenza, leggo – devo dire divertito più che stupito – che un gruppo parlamentare, che qualche mese fa si è buttato in quest'Aula per protestare contro la privatizzazione di Banca d'Italia e il regalone alle banche, adesso considera una riduzione di questo regalo incostituzionale. Ci saremmo aspettati che questo gruppo si intestasse una vittoria politica. E invece no. Dopo tanta disperazione neanche un piccolo rimedio è costituzionale. Complimenti, colleghi del MoVimento 5 Stelle, avete vinto a mani basse il «premio coerenza» dell'associazione «il mondo alla rovescia». 
  Leggo poi che il decreto non è omogeneo, che il decreto contiene misure accostate tra di loro senza alcuna connessione. Vi voglio rassicurare che è omogeneo e che una connessione c’è. Vi rivelo il segreto: si chiama «la riduzione delle tasse sul lavoro», ri-du-zio-ne-del-le-tas-se-sul-la-vo-ro. Ripeto e scandisco perché evidentemente quello che hanno capito milioni di italiani qualcuno in quest'Aula non lo ha compreso. 
  Leggo davvero, tra incredulità e risate di cuore, che la riduzione del cuneo fiscale non c'entra ed è sconnessa dalla riorganizzazione dei Ministeri e da altri provvedimenti del decreto. Ebbene, la riorganizzazione dei Ministeri, cari colleghi, serve proprio per trovare le risorse necessarie per la riduzione delle tasse; non è un ragionamento complicato da seguire. Lo potrebbe capire pure un qualsiasi mancato premio Nobel, e invece... 
  Ecco, leggendo questi testi, più che percepire l'odore dell'incostituzionalità, si sente un bruciore, il bruciore di chi da mesi chiacchiera dicendo tutto e il contrario di tutto, il bruciore di chi da anni ha governato con la retorica del «noi liberali vi riduciamo le tasse; la sinistra e i comunisti le alzano». E che schiaffo ! Le tasse, quelle vere, le hanno ridotte proprio i comunisti e i loro alleati ! Stai a vedere che pure non mangiano più i bambini ! Vi brucia – e avete la nostra comprensione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) – vi brucia l'invidia di non essere mai riusciti a fare una mossa così forte; vi brucia la consapevolezza che milioni di italiani hanno capito quello che stiamo facendo e ci hanno accordato un consenso senza precedenti nell'ultimo mezzo secolo; vi brucia il timore che questo sia solo il primo passo per cambiare davvero il Paese. E avete ragione: ne seguiranno altri. È finita l'era delle chiacchiere e noi siamo determinati a ridare la speranza ai nostri figli. 
  Mi avvio alla conclusione, Presidente. I sostenitori della tesi dell'incostituzionalità evocano a sproposito diversi articoli e principi della Costituzione. Ne tralasciano però uno, forse quello più importante, il primo: l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. 
  Ebbene, noi siamo orgogliosi di difendere questo decreto. Mai, nella storia della Repubblica, un provvedimento ha fatto così tanto per difendere, per promuovere e per nobilitare il lavoro. Altro che incostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)  !