Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 26 Febbraio, 2020
Nome: 
Paolo Siani

A.C. 2402-A

Grazie, Presidente. Grazie molte, grazie sottosegretaria, grazie per quello che fate in questi mesi e state facendo per noi. Il dibattito è molto interessante devo dire, perché è un dibattito che mette insieme e incrocia politica e scienza, due cose che vanno messe insieme. Il Sistema sanitario nazionale è un sistema molto complesso e che va governato sempre, perché in esso interagiscono molti fattori di varia natura. Anche qui, avete sentito, ognuno la dice in un modo - chi mette la mascherina, chi pensa che i farmaci stanno finendo, chi ritiene che la soluzione sua sia la migliore -, invece, in questi momenti, vanno governati tutti i processi. Io credo che stiamo vivendo una storia complessa, che è questa, perché è una storia nuova, che coinvolge tutti quanti noi e che necessita di soluzioni che non sono facili, sono complesse e complicate e sono in evoluzione, perché alcune cose, oggi, possono essere giuste e, domani, forse no.

E questa è una storia talmente complessa, che ha tantissimi attori dentro che si incrociano e si intrecciano. Il primo attore è un virus, che, sentivo qui, tutti ormai conoscete, è un virus che noi conosciamo dagli anni Sessanta, è una famiglia di virus ben conosciuta ai medici, che preoccupa poco. Ma questo, invece, è un virus del tutto nuovo, che noi non conoscevamo, di cui nessuno di noi ha gli anticorpi e nessuno di noi è vaccinato. Per cui, la difficoltà in questa situazione è che, se una persona si ammala di questa malattia, inevitabilmente, ognuno la passa ad altre due, tre persone e così via, via dicendo, e non c'è un argine, perché non c'è nessuno che l'abbia già avuta e nessuno che abbia il vaccino fatto. Quindi, voi capite che è una situazione nuova, complessa, che si interseca con tanti fattori.

Voi sapete che il morbillo, di cui abbiamo parlato due anni fa, quando ci battevamo perché tenessimo dentro alle vaccinazioni, è una malattia molto contagiosa, ma che si arresta a un certo punto, perché c'è chi l'ha già avuta - i genitori, in genere - o chi è vaccinato. In questo caso, questo non può accadere. Quindi, il primo attore è un virus nuovo, che non conosciamo e che non sappiamo come si comporterà.

Il secondo attore sono i pazienti. Dagli studi che in Cina stanno già arrivando, uno studio del 17 febbraio, quindi di nove giorni fa, su una casistica molto ampia di pazienti, ci dice che il 95 per cento delle persone guarisce, quindi è una malattia che non fa grandi danni. Ci dice, per esempio, che la popolazione pediatrica è poco colpita: non si capisce ancora perché, ma è un dato positivo che va messo in evidenza. E ci dice che chi è che, poi, sta male? Le persone fragili, quelle che stanno male con l'influenza normale, quindi gli anziani, i malati cronici o i diabetici, quindi che, anche normalmente, di fronte a un'influenza normale, possono star male. Quindi, sono i pazienti il secondo gruppo da considerare.

Poi c'è la task force, che è stata messa in campo molto precocemente, fatta da persone molto equilibrate e molto competenti, che sta dialogando con le regioni, perché sta provando a far capire che c'è bisogno di una regola che sia seguita da tutti, però, vi dico, sottosegretaria: ascolti i medici, andate a sentire i medici. Io, questa mattina, ne ho sentiti tre, in tre diverse zone d'Italia: che direste, oggi, voi al Ministro della Salute? Che cosa, in questo momento, state vivendo nei vostri ospedali che vi preoccupa? Devo dire che tutti e tre erano sereni, ma preoccupati; avevano tutti le cose di emergenza; stavano montando le tende per fare il pre-triage in alcuni ospedali e vivevano con preoccupazione un futuro che neanche loro sanno immaginare. Mi hanno detto, però, di chiedere che ci fossero dei protocolli e degli studi sui farmaci che useremo, in modo che possiamo capire quale farmaco funziona di più e quale di meno: questa è una cosa che può essere suggerita e che può essere facile. Il quarto attore sono tutti gli operatori sanitari, ma proprio tutti. Qui tutti li avete ringraziati, ma non è la prima volta che un medico va in ospedale e lascia a casa moglie, figli, bambini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e sa di potersi ammalare di qualche malattia che può prendere da un suo paziente, come la tubercolosi, l'HIV. Mica non lo sa, lo sa: questo è il suo lavoro, che fa ogni giorno e ogni notte, in qualsiasi giorno dell'anno e lo fa con dedizione e con passione. Nessun medico sbaglia perché vuole sbagliare, nessuno, perché è impossibile; può sbagliare per tanti motivi, ma ce la mette tutta per non sbagliare mai. Se sbaglia, forse, è il sistema che non lo ha aiutato. Ebbene, gli operatori sanitari che tutti avete ringraziato dobbiamo ringraziarli sempre, perché fanno sì che il nostro sistema sanitario complessivo funzioni e funzioni bene. E adesso stanno dando grande prova di serietà: non li vedete in televisione a raccontare le preoccupazioni, ma vanno, alle ore 8 di ogni mattina, negli ospedali, a lavorare preoccupati di avere un contatto con persone da cui possono ammalarsi. Il quinto attore è la paura. La paura è una cosa con cui conviviamo: la paura ce l'hanno i medici, gli infermieri, però si combatte la paura. Sapete con che cosa? Dicendo la verità. Si combatte con intelligenza, non nascondendo le notizie vere. Poi ci sono attori, purtroppo, molteplici, e sono gli incompetenti, quelli che parlano, quelli che pensano di sapere perché hanno letto sul giornale un articoletto e pensano di poter dire che la malattia non c'è o non ci sarà o sarà una scemenza. Questi sono purtroppo tanti, ma esistono nel mondo e li troviamo nella nostra vita. Quindi, le fake news: le fake news vanno combattute, sottosegretaria. Come? Dicendo le verità sempre, chiare e facili, e smentendo le scemenze che molti, purtroppo, dicono anche in televisione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), anche sui social o anche negli audio che passano su WhatsApp. Mi hanno fatto sentire un audio ieri lunghissimo di uno che diceva cose senza nessun senso scientifico o medico di nessun tipo, appunto, ma la gente gli credeva. Mi chiedevano: “Ma può essere mai che è questo?”. No, non può essere mai! Uno che non sa differenziare fra un tampone che individua il virus o gli anticorpi evidentemente non era un medico, non sapeva e diceva scemenze. Queste cose vanno bloccate. Va detto che sono false e vanno bloccate.

Poi abbiamo le mascherine, che vanno utilizzate in modo adeguato e non vanno sottratte a quelli a cui servono. Quella che serve è una mascherina che ha una sigla complicata che è “FFP2” - o “FFP3” - che ha un filtro avanti. Quella la usiamo in ospedale perché quella serve usarla ogni giorno e cambiarla ed evita il contatto col virus e, quindi, ci evita di prendercelo. Ma, poi, c'è un'altra misura molto economica che la Camera ha oggi messo in campo e che è la misura più scientificamente provata, vera e più economica, che è mettere, avanti a ogni lavandino, un foglietto dell'OMS su come ci si lava le mani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa è la misura più semplice e più facile ma che nessuno racconta mai perché non costa nulla. Bisogna lavarle per almeno sessanta secondi. Vedrete, andando nei vari lavandini, come si fa. Guardate il foglietto e raccontatelo a casa, perché quello è il modo più sicuro per fermare un'epidemia. E, poi, c'è un altro attore interessante che è la quarantena, che fa paura - solo il nome evoca grandi stragi - ma è l'unica arma che abbiamo per arginare un qualcosa che non sappiamo come si svilupperà e, quindi, è necessaria perché abbassa certamente la contagiosità.

Quanti attori, quante cose che si intersecano fra di loro. E che c'entra la politica in tutto questo? C'entra perché il Ministro e il Primo Ministro devono essere guidati da una scienza seria, affidabile, che si basi su evidenze scientifiche e possano comunicare ai medici e ai cittadini notizie vere, provate e scientificamente corrette, senza inventarsi nulla, senza trovare la voglia di fare lo scoop o di dire: “La colpa è di quello”. Io non so dare la colpa ai medici dell'ospedale di Codogno, non so dargliela perché è difficile identificare una malattia all'inizio. Poi qualcuno lo scoprirà, faranno gli audit interni, ma di certo è che qualche medico si è ammalato in quell'ospedale. Quindi, io onestamente in questo momento non so dare una colpa. La conclusione del discorso è che questa evenienza sanitaria mette alla prova un sistema politico. Occorre creare un sistema unitario in cui ci sia una guida che valga per tutte le regioni, che metta in campo un sistema di unità che faccia sì che la politica non si divida su cose banali ma scelga di stare insieme nell'interesse di tutti i cittadini. Infine, non è una malattia grave. È una malattia che guarisce quasi sempre ma, poiché è una malattia nuova, questo è grave perché non sappiamo dove ci porterà. È una malattia che se arriva in modo compatto può mettere in crisi il sistema. Io sottolineo, sottosegretario: i posti in terapia intensiva saranno sufficienti se dovessero arrivare troppi ammalati tutti contemporaneamente? Questo è il problema che si sta adesso provando ad affrontare e provando ad arginare. Ebbene, per tutti questi motivi io ringrazio molto il vostro impegno, dichiaro il nostro voto favorevole ma dichiaro anche la nostra disponibilità immediata a stare al vostro fianco per fare meglio e di più nell'interesse del Paese.