Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 30 Luglio, 2019
Nome: 
Maria Anna Madia

A.C. 2000

Grazie, Presidente. Non farò una dichiarazione di voto dicendo che abbiamo lasciato un Paese perfetto e che poi siete arrivati voi. Io non penso che stia a me dare un giudizio sui nostri anni di Governo, certo il Paese l'abbiamo lasciato molto meglio di come lo abbiamo trovato e abbiamo fatto cose importanti, ma in questa sede, malgrado si discuta di una manovra correttiva, non vorrei neanche parlare solo di numeri, lo hanno fatto i colleghi, ieri Padoan e prima il collega Marattin.

Perché vede, Presidente, i numeri non sono l'intera storia. Questo lo ha detto molto bene la deputata democratica americana Ocasio-Cortez, quando un giornalista la incalzava sul perché contrastasse la politica economica dell'amministrazione Trump. I numeri non sono l'intera storia delle fragilità che ci sono, perché può crescere l'occupazione ma rimangono disoccupati, perché può crescere l'occupazione ma chi ha trovato un lavoro può essere un lavoratore povero, o può aver trovato un lavoro chi un lavoro non l'aveva, ma non aver migliorato l'accesso alle cure sanitarie o ad un'istruzione di qualità.

Presidente, io parto da qui perché dal Governo del cambiamento, con il MoVimento 5 Stelle azionista di maggioranza a marzo del 2018, mi sarei aspettata una grande, vera, profonda discussione sulle garanzie sociali. Ed è in questa direzione che il Partito Democratico sta facendo tutte le sue proposte, dall'ambiente all'istruzione, al lavoro. E se non sapete di cosa parlo leggete ancora, domenica scorsa, Maurizio Ferrera, su “la Lettura” del Corriere della Sera: “le garanzie sociali sono la frontiera del nostro tempo”. Ma in questo anno altro che garanzie sociali!

Io inviterei proprio i colleghi Cinquestelle a fare un referendum - magari vero, perché ne abbiamo visti, insomma, di un po' particolari - sulla loro piattaforma, per chiedere ai cittadini se si sentano più sicuri, se hanno trovato, se non lo avevano, un lavoro di qualità, se hanno l'accesso a un'istruzione migliore, a delle cure che prima non avevano, se i giovani che non lavorano hanno trovato lavoro, se davvero la povertà, come ci hanno detto, i cittadini pensano che non ci sia più.

Ecco, questo anno - vi dico io quali sarebbero le risposte - non è stato l'anno del miglioramento delle condizioni di vita delle persone, ma quest'anno è stato l'anno della confusione e dell'incertezza. E sarebbe troppo facile citare alcuni fatti recentissimi: che l'autorizzazione al TAV arrivi a Bruxelles senza la firma del Ministro competente, che il Ministro dell'Interno seguiti a rifiutarsi di venire in quest'Aula a riferire, chiamato dal Parlamento che gli ha votato la fiducia.

Ma stiamo alla confusione di questa manovra correttiva, alla confusione della genesi di questo decreto, perché vede, Presidente, alla semantica non si sfugge: questa è una manovra correttiva. La correzione è necessaria quando c'è un errore e l'errore aumenta in probabilità quando c'è incertezza. Questa è l'unica vera ragione per cui siamo qui e questa non è stata la prima correzione perché siamo passati, in pochissimo tempo, dall'anno bellissimo alla stagnazione. Ricordo quando da un balcone, annunciando che sarebbe sparita la povertà, il Governo aveva buttato alcuni numeri per tre anni, per il 2019, il 2020 e il 2021: 2,4, 2,4 e ancora 2,4. Questo sarebbe stato il deficit per l'Italia e poi sempre il Governo da solo ha fatto marcia indietro, cambiando quel deficit prima per il 2020 e per il 2021 e poi per il 2019. In quella frenesia e in quella confusione non è stato neanche possibile al Parlamento discutere la legge di bilancio.

Ma quali sono state le conseguenze di quelle correzioni? Il blocco dell'indicizzazione delle pensioni e il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione e su questo punto la Ministra Bongiorno mente sapendo di mentire. Noi avevamo lasciato le assunzioni sbloccate e questo Governo, a causa della confusione e dell'incertezza, ha ribloccato le assunzioni e la diminuzione dei fondi che servivano alle misure bandiera del Governo. Tutto questo, Presidente, al netto delle maggiori spese per interesse.

Qualche giorno fa il Ministro dell'Economia e delle finanze, in audizione in Senato, ci ha detto che il clima favorevole del mercato finanziario è un beneficio per il quadro macroeconomico. Sarebbe troppo facile dire che ve lo avevamo detto, ma qui la domanda da fare al Governo e alla maggioranza è: quante risorse dei cittadini sono state sprecate da giugno 2018, prima che vi rendeste conto della semplice verità che ha detto il Ministro dell'Economia e delle finanze qualche giorno fa in audizione? Quasi 2 miliardi solo nel 2018!

Presidente, tramite lei io voglio chiedere al presidente della Commissione bilancio, Claudio Borghi, se ha mai pensato che gli arrivasse una class action dai cittadini italiani, perché i mesi in cui ci ha tenuti inchiodati al dibattito Italexit “sì” o Italexit “no” sono costati, in termini di maggiori spese per interessi, risorse ai contribuenti italiani. Questa è la verità, Presidente. Quindi qui, in questa manovra correttiva, poco centra il rallentamento della Germania. Qui ci sono tre ordini di problemi: il primo è la sfiducia che c'è verso l'Italia da metà 2018, che è un dato di fatto; il secondo ordine di problemi è dato dal fatto che le misure di politica economica che ha varato il Governo non hanno un effetto moltiplicatore sulla crescita che è la precondizione per le garanzie sociali, e qui vorrei dire alla maggioranza che il problema non era neanche solo il 2,4 ma il fatto che la vostra politica economica non abbia un'anima, perché non è keynesiana, perché gli investimenti sono al palo e non c'è una potenza di fuoco sugli investimenti.

L'unica cosa che sono riusciti a fare è far andare via il servitore dello Stato Raffaele Cantone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che, invece, vorrei ringraziare in quest'Aula per il suo lavoro. Inoltre, non c'è stato uno shock fiscale. Ma voi cosa volevate fare? Questo non l'abbiamo capito! Le misure che avete approvato le avete fatte male: “quota 100”, senza capire che si sarebbero svuotati gli ospedali di medici e infermieri e il reddito di cittadinanza, bloccando le politiche che creavano lavoro. Blocco le assunzioni nella pubblica amministrazione e poi che faccio? A un giovane, che avrebbe fatto un concorso, gli faccio fare domanda per un reddito di cittadinanza? Cioè, do il reddito ai disoccupati creati dallo stesso Governo.

E poi, Presidente, c'è il terzo problema, che è il problema di prospettiva, perché io credo che questa sia la ragione più grande per cui noi oggi, il gruppo del Partito Democratico, voteremo contro su questo decreto. Infatti, la prospettiva che l'Italia ha davanti è ancora una prospettiva di confusione e d'incertezza con questo Governo. Perché? Perché ci sono 23 miliardi di scatti IVA già in legislazione e il Governo dice che non scatteranno ma sono già in legislazione, perché si parla di flat tax, che non è esattamente ciò che ci saremmo aspettati in una grande e seria discussione sulle garanzie sociali, ma il dato di fatto è che questo Parlamento è inchiodato alle decisioni di una forza di minoranza con il 17 per cento che sta condizionando tutta la vita politica del Paese. Infine, ci sono le spese indifferibili.

Quindi, senza neanche aver parlato di sanità, di istruzione, di lavoro e di rinnovo dei contratti pubblici ma già così noi andiamo incontro a una manovra di 40 miliardi, ben oltre 2 punti di PIL - lo ricordava Pier Carlo Padoan ieri - e questo al netto delle privatizzazioni che erano previste e di cui non c'è neanche l'ombra - anzi Alitalia va in senso contrario - e delle crisi aziendali che sono ancora tutte lì. Ma contestualmente il Governo cosa ha fatto, e concludo Presidente? Ha scritto una lettera in cui si impegna a rispettare le regole europee, mentre ovviamente Salvini con i selfie dice che quelle regole le sfonderà.

Eccoci ancora - questo è il quadro, questa è la prospettiva - nella confusione e nell'incertezza che ci aspettano. E ricordate, dato che lo abbiamo già vissuto in questo anno, che confusione e incertezza di chi ci guida hanno sempre e solo un costo per i cittadini.