Dichirazione di voto di fiducia
Data: 
Mercoledì, 13 Dicembre, 2023
Nome: 
Silvio Lai

A.C. 1601

Grazie Presidente. Colleghe e colleghi, a sentire gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, ovviamente quelli di maggioranza, mi viene da ricordare quel detto che anche un orologio rotto segna due volte al giorno l'ora giusta. Questo perché tutta l'esaltazione di questi provvedimenti del Governo punta a mettere in evidenza qualche elemento, dentro un contesto nel quale la maggioranza degli interventi sono assolutamente inguardabili, in contrasto con le promesse che avete fatto e che d'altronde di sicuro non potrete mantenere e in contrasto soprattutto con l'interesse generale del Paese. Ieri pomeriggio il Governo ha posto di nuovo la fiducia su un decreto un po' ridicolo: chiamare decreto Anticipi un decreto che solo in un articolo prevede un anticipo, ma per il resto prevede proroghe sembra davvero un ossimoro. Possiamo tralasciare, per l'ennesima volta, che si tratta di un decreto privo delle caratteristiche di urgenza che lo giustificherebbero, scritto dal Governo come un omnibus che rende confuse e inapplicabili le leggi approvate, che rimanda ad altri provvedimenti del Governo l'attuazione delle sue norme ma che, nel frattempo, ha garantito la dose quotidiana di propaganda ormai due mesi fa. Siamo di nuovo però anche all'ennesimo colpo, Presidente, inferto al Parlamento, un altro mattone all'interno della mancanza di rispetto e correttezza istituzionale, con un Parlamento che è ridotto alla servitù di un Governo che impedisce il dibattito, non solo tra maggioranza e opposizione (due giorni per approvare questo decreto), ma anche all'interno della maggioranza, come mostra l'umiliante teatrino sulla manovra di bilancio a cui assistiamo da lontano al Senato, con una maggioranza che, per quattro settimane, ha chiesto disperata che il Governo presentasse gli emendamenti necessari, da una parte, a correggere norme inaccettabili, che stanno infatti eccitando tutte le proteste del Paese possibili e immaginabili e, dall'altra, per aggiungere un'altra quantità di ridicoli interventi ad personam, come dimostrano gli emendamenti del relatore e del Governo.

Dite che la coperta è corta e che non è facile governare senza risorse, ma guardate che è così dal 2011, non è una novità; dal 2011 a causa di una ragione fondamentale, cioè della vostra gestione inadeguata fatta dal 2008 al 2011, che ha costretto poi il Paese a subire una cura da cavallo, dopo la vostra inadeguatezza. Vi ricordate che dicevate che i ristoranti erano pieni e quindi non vedevate la crisi? - siete voi quelli che non vedevano la crisi -, che infatti sull'Italia è arrivata come una travata in faccia. La vostra prova non è stata all'altezza, siete dovuti fuggire e, da quel momento in poi, ogni Governo successivo, salvo quello nei due anni di COVID, ha dovuto lavorare con le scarse risorse che oggi vi trovate per recuperare i danni di quell'ultimo Governo Berlusconi, all'interno del quale c'eravate tutti, nessuno escluso, in particolare la Presidente del Consiglio, che si difende facendo la vittima, facendosi investire dalla sindrome di Calimero, quando però tutto era già noto. Non potete fare le vittime perché conoscevate la situazione, quando avete detto che eravate pronti a far cadere il Governo Draghi 6 mesi prima della scadenza, perché conoscevate le condizioni di difficoltà, quanto le opportunità del Paese. Ma l'avete fatto per prendere il potere il prima possibile e avete fatto una campagna elettorale piena di promesse; avete promesso tutto: meno accise sulla benzina, aumenti di stipendio, sostegno alle Forze dell'ordine, niente Bolkenstein, niente MES, meno privilegi, lotta all'immigrazione, respingimenti e blocchi navali, lotta alle multinazionali e alle banche, meno Europa, più interesse nazionale. Molti cittadini - non la maggioranza, ma molti - vi hanno creduto, vi sono venuti dietro, fidandosi, ed a quei molti che vi sono venuti dietro presentate, ogni volta che fate un decreto, il conto delle vostre promesse mancate, perché in questi decreti non ci sono le risposte alle promesse fatte, ma solo una innumerevole sequenza di privilegi per pochi. Ve lo chiedo - lo chiedo attraverso il Presidente -: avete letto questo decreto? All'articolo 2, rinviate il recupero delle prestazioni pensionistiche indebite, relative alle verifiche dei redditi 2021. Perché? Chi sono i beneficiari? Chi le ha chieste e perché avete detto “sì”? Dove sta l'interesse pubblico a rinunciare e a rimandare il recupero di ciò che è stato indebitamente preso tre anni fa? All'articolo 3-bis, quello successivo, modificate il testo unico delle imposte per assimilare a redditi di lavoro dipendente le indennità di funzione e i vitalizi del CSM. Una copertura da 400.000 euro l'anno per accontentare chi? All'articolo 3-ter estendete la possibilità di conferire incarichi a pensionati, però solo ad alcuni. La relazione degli uffici della Camera specifica che vi sono ricompresi: la Corte dei conti, il Consiglio di Stato, il CNEL e il CSM. A chi serve questa norma ad personam, Presidente? All'articolo 3-quater consentite che la Consob possa riservare il 50 per cento dei posti a concorso a chi è già dipendente con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Perché solo la Consob? Perché vi è venuto in mente questo? Chi sono i potenziali beneficiari? Dipende forse da chi la guida? All'articolo 4, fate un rinvio di termini già scaduti per un condono da voi deciso tra i 18 approvati in un anno. Serve anche questa disposizione a qualcuno in particolare? All'articolo 4-bis abbassate al 10 per cento l'IVA sugli integratori alimentari, mentre con la finanziaria avete aumentato l'IVA sugli assorbenti femminili. La Presidente ha detto che non aveva avuto l'effetto di abbassare i prezzi, ma con la previsione sugli integratori alimentari che certezza c'è che si abbassino i prezzi? E soprattutto a chi serve? Sppiamo tutti che in questi anni ci sono state pressioni enormi di lobbisti conosciuti per ottenere questo vantaggio fiscale per gli integratori alimentari. All'articolo 4-quater eliminate l'IVA sugli interventi di chirurgia estetica. Questa della medicina estetica è una fissazione per voi: avete esteso la possibilità che la medicina estetica la possa esercitare chiunque. Ma – scusate - a quali cittadini serve questa disposizione? Guardate che quello che avete previsto è già possibile con la chirurgia plastica. E allora vi chiedo: a Caivano vi hanno chiesto di modificare questa norma, oppure la richiesta arriva dagli studi e dalle cliniche che fanno, sì, quelli sì, medicina e chirurgia estetica per interventi che hanno a che fare soltanto con l'estetica? Questa disposizione serve forse alla sanità pubblica? Guardate, sono solo all'articolo 4 e il decreto finisce con l'articolo 23, con diversi articoli-bis, ter e quater. Questo è il decreto Coerenza!

Sì, siete coerenti rispetto a quello che avete fatto quest'anno. Non voglio continuare, perché il tempo è quello che è, ma davvero pensate che ci sia il Paese, che possiamo credere che ci siano il Paese e l'interesse generale dietro questo provvedimento, come quelli che l'hanno preceduto? Non ci sono gli underdog, non ci sono i giovani nella normativa sui pensionati, a cui dovete dare consulenze, non ci sono i giovani senza padrini nella norma dei concorsi riservati, non ci sono le persone oneste e corrette nella norma sui condoni né in quella sulle pensioni percepite indebitamente, non ci sono gli underdog, i marginali, chi sta sullo sfondo in questo vostro prendere decisioni, solo sanatorie e tanti privilegi. Ci sono solo gli interessi di chi vi sussurra all'orecchio, quelli che possono arrivare da voi. Ci sono i grandi interessi di chi può pretendere impegni e norme, a cui non riuscite a dire di “no” per qualche motivo. E, poi, tanta, tanta propaganda, mentre il Paese si ferma, rinuncia a crescere, privo di fiducia, perché sarà la fiducia delle imprese e dei cittadini a continuare a ridursi, sono loro a rendersi conto che, dietro la propaganda, dietro a questa storiella e retorica dell'underdog non c'è niente, si va di male in peggio.

Con la legge in discussione al Senato, la legge di bilancio, affermate che il prossimo anno non è necessario confermare gli interventi a sostegno delle famiglie per i costi energetici, ma in questo provvedimento autorizzate il GSE a rivendere le scorte di gas nel 2024, anziché nel 2023, perché è prevedibile - scrivete voi - un aumento dei costi, che consentirà un maggior guadagno per l'Autorità che le aveva stoccate nel periodo COVID. Ma vi sembra coerente questo? E, poi, il capolavoro: 450, forse di più, milioni di sconto alle imprese energetiche e alle banche, a cui avevate imposto, poi chiesto, poi suggerito, poi pregato, sino a questa fragorosa e umiliante rinuncia, di restituire al Paese una quota di quei 70 miliardi di profitti, chiedendone una quota piccola, piegati non da sconosciuti, ma anche da quelle grandi aziende di cui gestite, come Governo, la golden power del 30 per cento, di cui avete nominato gli amministratori, a cui non avete, evidentemente, nessuna possibilità di imporre neanche un minimo riequilibrio per il Paese che sta male.

E, poi, ultima ma non ultima, 10 milioni in più al CONI proprio nelle stesse giornate in cui si scopre che anche nomi importanti della politica hanno figli con le qualità adeguate ad essere assunti senza concorso.

Vado veloce, Presidente, perché c'è un punto che mi interessa dire con precisione, perché è un dato molto delicato, che riguarda anche la sua funzione. Questo provvedimento, su cui avete messo la fiducia, non è coperto finanziariamente, basta leggere la documentazione degli uffici, a pagina 34, della Camera per confermarlo. Una parte di questa norma rimanda all'autorizzazione allo scostamento votato ottobre, ma non specifica la copertura di questo provvedimento, perché viene rimandata alla legge di bilancio. Può apparire una questione tecnica, ma è una questione istituzionale, prima che politica: se si possono fare le leggi, non dotandole di copertura, che rimandiamo a un provvedimento successivo, oggi lo si fa per qualche milione in questa legge, domani lo si può fare per qualche miliardo. Se si supera questa regola della legge di contabilità - il comma 2 dell'articolo 17 - non ci sono più limiti all'alterazione delle politiche di bilancio. Io non so se sia sfuggito alla Ragioneria generale dello Stato, non so se sia sfuggito a lei, Presidente, non so se sfuggirà ai livelli più alti di controllo, compresa la Corte dei conti, di sicuro noi non potremo che segnalarlo formalmente, oltre a questa segnalazione in questo dibattito.

Vedete, sono regole, non opinioni: alterarle e stramarle è dannoso per tutti. Oggi siete al Governo e pensate di poterlo fare, domani ci possono essere altri - non noi, che non lo faremmo -, che faranno di più e peggio. Stramare e rendere discutibili alcuni pilastri normativi su cui si costruiscono le leggi e il bilancio dello Stato è pericoloso, non superiamo questi limiti: è una richiesta. Noi non siamo disponibili a questo e voi sbaglierete a farlo, perché, creando pericolosi precedenti nel Parlamento, questi diventeranno prassi, vale per il silenziamento degli spazi di opposizione, come avete fatto sul salario minimo, ma vale, ancora di più, se possibile, sulle norme di bilancio, a cui si guarda in Europa per misurare la credibilità di un Paese profondamente.

Questo provvedimento è pieno di privilegi per pochi e di grandi risparmi per le multinazionali, di grandi emissioni che si sarebbero potute evitare. Quei 450 milioni potevano essere usati per un fondo affitti, per esempio, per attenuare la crisi delle famiglie sugli interessi bancari, per dare risorse alla Toscana, che è stata colpita da un'alluvione il 3 novembre scorso e, invece, voi non avete accettato le nostre proposte.

Concludo. Questo provvedimento anticipa una legge di bilancio che porterà il Paese ad imboccare la strada della recessione e con queste ragioni voi non potete chiedere a noi la fiducia. Noi saremo lì a ricordarvi che i responsabili delle persone povere e delle imprese fallite che lascerete per strada siete voi con le vostre scelte. Per questo, alla richiesta di fiducia rispondiamo, con fermezza e con convinzione, “no”.