Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 14 Dicembre, 2023
Nome: 
Silvio Lai

A.C. 1601

Grazie Presidente. Colleghe e colleghi, ha ragione il collega che mi ha preceduto quando dice che questo è un decreto Coerenza, perché siete, sì, coerenti nella replica costante di questi decreti omnibus confusi e inapplicabili in termini legislativi. Sono provvedimenti che rimandano ad altri provvedimenti, rimandano al Governo l'attuazione di norme, garantiscono una buona dose quotidiana di propaganda e fanno regalie e donazioni a gruppi precisi e individuati, mai quelli più bisognosi, ma solo quelli che conoscete personalmente. Quotidianamente emergono dati in contrasto con quello che raccontate - come per esempio poco fa: “OCSE: PIL G20 nel terzo trimestre 0,7 per cento di crescita, Italia 0,1” -, ma poi voi li prendete, diciamo, a pezzi. È vero che l'Istat dice che aumentano gli occupati: certo, ma aumentano i precari e i sottopagati e questo grazie al fatto che, con i primi provvedimenti che avete fatto, avete tolto i limiti per esempio ai contratti di lavoro a tempo determinato, non avete voluto affrontare in quest'Aula il tema del salario minimo legale, avete sostanzialmente consentito la precarizzazione dei rapporti di lavoro che, quella sì, aumenta, facendo aumentare la povertà e l'impossibilità dei giovani di mettere su famiglia. Ora, questo provvedimento si caratterizza per essere un altro di quegli accumulatori seriali di norme inutili e dannose - sono patologie queste -; lo ha detto anche il nuovo Presidente della Corte costituzionale appena eletto che ha parlato di un abuso di decretazione d'urgenza che non ha precedenti.

Ma qual è il motivo? Serve a nascondere una maggioranza oppressa e in confusione, che si affida soltanto, ma sempre con più sofferenza, a una leadership sostenuta dai sondaggi, ma contrastata quotidianamente all'interno stesso della sua compagine, in particolare dal suo Vice, in maniera evidente e senza vergogna. Lo abbiamo già detto, ma lo voglio ripetere, Presidente. In questo decreto c'è un macigno che pesa in maniera enorme, perché questo decreto non è coperto finanziariamente. Basta leggere la documentazione degli uffici della Camera per confermarlo, lo leggo direttamente dal dossier: significa che tali oneri per gli anni successivi al 2023, pur derivando dal presente decreto-legge, sono coperti non già attraverso quest'ultimo, come richiederebbe la vigente disciplina contabile, ma mediante il disegno di legge di bilancio per il 2024, il cui iter legislativo peraltro non è stato ancora concluso, e che utilizza ai fini di copertura l'intero ammontare delle risorse derivanti dallo scostamento per gli anni successivi al 2023.

Può apparire una questione tecnica, ma è una questione istituzionale molto seria, prima che politica, perché, se si possono fare leggi non dotate di copertura, che rimandiamo a un provvedimento successivo, oggi lo si fa per 18.200.000 euro, domani lo si può fare per qualche miliardo, Presidente. E alterare queste regole e stramarle è pericoloso per tutti, anche per la credibilità degli uffici parlamentari che da sempre in questa istituzione sono un esempio di terzietà. Per chi crede nelle istituzioni, al loro valore indiscusso, al loro essere comune patrimonio al di sopra delle parti, di quelle che si confrontano alle elezioni, rendere discutibili alcuni pilastri normativi su cui si costruiscono leggi e bilancio dello Stato è molto pericoloso.

Voi sbagliate a farlo, sbagliate a modificare prassi parlamentari che sono l'applicazione delle regole. Vale per il silenziamento degli spazi di opposizione, come avete fatto sul salario minimo; vale ancora di più sulle norme di bilancio, a cui si guarda, lì sì, in Europa, non alle fotografie, per misurare la credibilità. Secondo voi in Europa siamo protagonisti. In realtà, al massimo, fate da spalla. Durante il dibattito sulle comunicazioni della Premier per il Consiglio europeo vi siete raccontati che siamo in una fase nuova in Europa.

Secondo i colleghi che sono intervenuti, di Fratelli d'Italia in particolare, ieri saremmo passati da “ce lo chiede l'Europa” a “lo dice l'Italia”. Eppure è evidente che niente di quanto dite si sta realizzando; potete raccontarlo ai vostri tifosi, ma quelli non sono gli interlocutori giusti, perché ti danno sempre ragione. Con voi l'Italia in Europa si presenta con un Governo che parla con voci contrapposte, e, nonostante l'apertura di credito ottenuta, il percorso di questi mesi ha dimostrato che questo è quello che permane nei fatti.

D'altronde come ci si può fidare di un'Italia che ha un Presidente del Consiglio che mantiene, e se ne vanta, come interlocutore privilegiato Orban, quello che ha calpestato lo Stato di diritto in Ungheria, che limita la magistratura, censura la libera stampa, approva leggi che limitano la possibilità delle donne di studiare e lavorare, che pone il veto all'avvio della procedura di entrata dell'Ucraina nell'Unione europea, la stessa Ucraina che dite di sostenere per la guerra.

Come ci si può fidare di un'Italia che mette insieme a Firenze, con il Vicepresidente del Consiglio, tutte le forze politiche nazionaliste, antieuropeiste e sfacciatamente neonaziste? Come può essere credibile in Europa l'altro Vicepremier, Ministro degli Affari esteri, costretto ogni giorno a confermare, rinnovare e garantire la fede europeista dell'Italia, quando il Governo si presenta in questo modo?

Come ci si può fidare di un Governo che in Europa, figlia della più grande tradizione diplomatica, non nasconde l'uso della mancata approvazione della riforma del MES come elemento di pressione per altri interessi? Come ci si può fidare di un Governo che continua ad aggirare le norme europee, che inventa sotterfugi per aggirarle, che consente che la Rai faccia trasmissioni in prime time con negazionisti climatici, no-vax, oppure che propongono di violare la legge n. 194, facendo sentire il battito cardiaco a chi decide di accedere, con dolore e sofferenza, all'aborto?

Non è una questione etica e basta, siete in pieno conflitto, portate l'Italia, anche con questo, in pieno conflitto con il progetto di sviluppo europeo, con la sua storia di crescita dei diritti da secoli. E con tutto questo davvero potete credere o far credere agli italiani che in Europa vale il fatto da adesso che “lo ha detto l'Italia”? Temo che sia esattamente il contrario.

Questo provvedimento anticipa una legge di bilancio che porterà il Paese a imboccare la strada della recessione. Non bastano quegli occupati dell'Istat, collega. È il PIL che non cresce, e non crescerà, perché cresce solo per quella parte garantita dal PNRR. Ma voi il PNRR lo avete bloccato per un anno, e quello che avete adesso ottenuto come cambiamento non farà crescere il Paese. In queste ore affrontate la manovra di bilancio al Senato; tante marchette in questo provvedimento, altrettante nella legge di bilancio blindata. E quanto a credibilità al vento, doveva essere approvata prima di Atreju; e invece non soltanto non è approvata, ma non sarà neanche approvata in Commissione prima della prossima settimana.

E poi lo dico perché secondo me qualcuno non se ne era accorto: ciò che è successo ieri sul ponte sullo Stretto, con un emendamento del Governo che sottrae 300 milioni dell'FSC alla Sicilia per acquisirlo come Governo, come Stato, come finanziamento statale, benvenuti nel magico mondo di Fitto, benvenuti nel magico mondo di Fitto, perché è il vostro Ministro che ha ottenuto dall'Europa la possibilità che il PNRR contenga la revisione dei programmi regionali dell'FSC, e che quindi possa essere deciso senza neanche il consenso delle regioni.

È lì dentro che c'è la madre di tutte le sottrazioni di risorse che voi nei prossimi mesi farete alle regioni, oltre che ai comuni, perché ai comuni gliele avete già tolte. Oppure il tema del superbonus. Ma davvero credete che qualcuno possa ancora fidarsi di quello che dice - lo dico ai colleghi di Forza Italia - il vostro relatore al Senato della manovra, che dice: no, guardate, lo faremo nel Milleproroghe. Ma quando? Dall'altra parte c'è il Ministro dell'Economia che dice che non se ne può fare nulla.

Quindi state continuando a illudere e a promettere a imprese che stanno per fallire per colpa vostra, a famiglie che ci rimetteranno tutto, di fare questo cambiamento, di riprendere almeno delle gare, rinviare, ma non riuscirete a fare nulla perché non siete d'accordo tra di voi. Concludo, solo un punto voglio citare, anzi due, uno velocissimo. Chirurgia estetica: collega, mi rivolgo anche al collega che ha parlato ieri, quella che voi chiamate chirurgia estetica non è nelle norme pubbliche, non esiste la specializzazione in chirurgia estetica. Esiste la specializzazione in chirurgia ricostruttiva, in chirurgia plastica.

E tutte le cose che voi dite le fanno quelle specialità, tant'è vero che negli ospedali non esiste la specializzazione in chirurgia estetica, non esiste un reparto di chirurgia estetica. Quello è il festival del botulino, esattamente quello di cui ha parlato lei. E quei soldi non vanno minimamente a sostenere chi ha bisogno, chi ha un problema oncologico, chi ha un problema di cicatrici. Quello lo fa già ora il sistema sanitario pubblico con la chirurgia ricostruttiva e plastica. Quella è solo una servitù ai grandi interessi sanitari privati. Ma noi, e concludo, Presidente, volevamo usare i 450 milioni di euro che voi avete tolto ulteriormente alle banche come extraprofitti su 70 miliardi di crescita che hanno avuto nell'anno scorso per finanziare quattro cose.

Garantire con un fondo un aiuto alle famiglie per gli interessi cresciuti dei mutui, garantire la crescita del Fondo affitti e morosità incolpevole, garantire un fondo affitti agli studenti che stanno abbandonando gli studi e garantire un bonus trasporti e un bonus energia, perché, se è vero che dite che non c'è bisogno di nuovi aiuti sull'energia, e concludo, nello stesso decreto di oggi spostate all'anno prossimo la vendita del gas del GSE perché l'anno prossimo il prezzo del gas crescerà. Quindi mentite due volte, o forse questa volta non mentite, mentite sulla legge di bilancio, e soprattutto degli interessi deboli vi siete interessati in campagna elettorale, ma quegli interessi deboli li avete lasciati nei manifesti elettorali e ora fate, invece, solo compagnia ai potenti. Per questo motivo noi diciamo “no” a questo decreto.