Discussione generale
Data: 
Venerdì, 27 Gennaio, 2023
Nome: 
Andrea Casu

A.C. 785

Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, relatori, interverrò oggi, naturalmente a nome del gruppo del Partito Democratico, sul tema in oggetto, però, penso che sia utile e importante dedicare in quest'Aula un ricordo al giorno che è oggi: oggi è il 27 gennaio, il giorno della Memoria, e vorrei offrire un mio piccolo contributo, abusando di un minuto concesso dalla Presidenza per spendere alcune parole, riservandomi però di far recuperare quest'Aula, intervenendo per molto meno dei 30 minuti previsti.

Io voglio ricordare una storia dal grande significato; pochi giorni fa, il 10 gennaio, a Primavalle, una splendida luce ha illuminato il momento in cui tutta la comunità del territorio si è ritrovata per mettere in posa le sei Pietre d'inciampo che terranno sempre viva la memoria della famiglia Coen. Grazie, al lavoro delle donne e degli uomini del comitato, le abbiamo collocate a piazza San Zaccaria Papa, proprio nel punto dove un tempo si trovavano le casette rosse di Primavalle, dove il regime fascista relegava gli ultimi e indesiderati. La famiglia Coen era una famiglia di umilissimi commercianti di religione ebraica, quelli che a Roma chiamiamo “stracciaroli”. Tra il febbraio e il maggio 1944, a pochissimi giorni dalla liberazione, sei membri della famiglia furono arrestati e deportati ad Auschwitz.

Come ci ha ricordato Ruth Dureghello,, presidente della comunità ebraica di Roma, furono arrestati e deportati a poche settimane dalla liberazione perché vennero venduti per poche lire. Non dimentichiamolo mai: esiste una storia nella storia che spesso non vogliamo guardare, scritta anche da quelle persone che nel nostro Paese si sono rese complici dell'orrore, denunciando la presenza di famiglie di religione ebraica per interesse economico. Dopo quella denuncia, dopo quell'arresto, morirono in circostanze orribili e diverse la madre Elvira, il piccolo Alvaro, i fratelli Armando e Alberto, il padre Salomone Saul, che il quartiere conosceva come pacifico. Riuscì a salvarsi solo la figlia Graziella, liberata il 1° maggio 1945 a Ravensbrück, insieme a Liliana Segre, la nostra futura senatrice a vita. Ecco, oggi, giorno della memoria, penso che dobbiamo ricordarci che il nostro impegno per tenere viva la memoria deve riguardare ogni singolo giorno, ogni singolo territorio, ogni singola famiglia, ogni singola persona, ogni singola storia strappata alla propria vita, alla propria casa e all'orrore nazifascista. Deve essere un impegno rivolto ai più giovani, alle figlie e ai figlie, alle nipoti e ai nipoti dei testimoni diretti. Lo dobbiamo alla nostra storia, ma soprattutto al nostro futuro. Grazie Presidente, per questa occasione che abbiamo avuto, per ribadire che quest'Aula, questo Parlamento e tutte le istituzioni devono essere sempre protagoniste di questo momento di memoria, che abbiamo dedicato anche in questa discussione generale.

Veniamo ora alle misure urgenti a tutela dell'interesse nazionale nei settori produttivi strategici. È un decreto che si compone di quattro articoli, che affrontiamo alla Camera, dopo averlo già affrontato al Senato. Cercherò di portare in quest'Aula un contributo del Partito Democratico, ribadendo alcuni punti per noi molto importanti, che abbiamo già avanzato al Senato, con gli interventi del senatore Nicita, del senatore Franceschelli e del senatore Martella, e nei lavori delle Commissioni, con il capogruppo Peluffo e con il capogruppo Barbagallo e con tutti i rappresentanti che hanno affrontato nelle Commissioni competenti il tema.

Partiamo dall'articolo 1. Il decreto impone alle imprese, operanti nel settore della raffinazione di idrocarburi, che gestiscono attività di rilevanza strategica per l'interesse nazionale, di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e la continuità produttiva. Nel caso di rischi di continuità produttiva, sono tenute a darne tempestiva comunicazione al Ministero delle Imprese del made in Italy, al fine dell'urgente attivazione delle misure di sostegno e tutela prevista dalla legge. Il termine di tale obbligo di comunicazione è stato posticipato, per effetto delle modifiche approvate in sede referente, dal 30 giugno 2023 al 31 dicembre 2023. Consideriamo bene le date: al 31 dicembre 2023. Nel caso in cui il rischio per la continuità produttiva sia imminente, l'impresa interessata può altresì richiedere di essere ammessa alla procedura di amministrazione temporanea, disposta con decreto del Ministro delle Imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministro dell'Ambiente e la sicurezza energetica, che ne stabilisce termini e modalità per un periodo massimo di 12 mesi, prorogabile una sola volta fino a ulteriori 12 mesi. L'amministrazione temporanea prevede la sostituzione degli organi di amministrazione e controllo e la nomina di un commissario che subentra nella gestione, per la quale può avvalersi anche di società a controllo o a partecipazione pubblica operanti nei medesimi settori. In caso di grave ed imminente pericolo di pregiudizio all'interesse nazionale alla sicurezza nell'approvvigionamento energetico, l'amministrazione temporanea può essere disposta con decreto del Ministero delle imprese e del made in Italy, del Ministro dell'Economia delle finanze e del Ministero dell'ambiente anche indipendentemente dall'istanza di parte.

Ora, perché ho rapidamente descritto l'articolo 1? L'ho fatto perché, dal nostro punto di vista, la vicenda generale, il buco legislativo, che c'era e che c'è, è legato alla crisi internazionale, conseguente all'invasione russa in Ucraina, e quindi ai possibili effetti delle sanzioni internazionali su un singolo settore, ad esempio, quello petrolchimico. Infatti, noi individuiamo, grazie a questo articolo 1, in questa fase particolare, le infrastrutture critiche nazionali e le estendiamo anche ai poli petrolchimici. Vengono, quindi, messi insieme tre concetti: infrastrutture critiche, settore petrolchimico e crisi energetica. C'è questo aspetto caratteristico del buco legislativo, che questo decreto-legge puntava a colmare, ma vediamo gli effetti derivati per tale tipo di impianti critici nazionali dall'applicazione delle sanzioni internazionali. Il modello che viene individuato e che noi avevamo anche sostenuto – infatti, ricalca un emendamento che avevamo proposto anche in sede di bilancio e nel decreto Aiuti-quater - deriva dalla circostanza che nei contesti internazionali vi possono essere conseguenze sulla produzione per effetto delle sanzioni. Si è quindi modulato e applicato, anche qui in Italia, il modello cosiddetto tedesco.

La Germania nello scorso maggio ha rivisto la propria legislazione internazionale in tema di energia e ha introdotto la possibilità di un'amministrazione temporanea pubblica sugli impianti critici, che dovessero avere problemi in applicazione delle sanzioni internazionali. Questo decreto non si spinge, però, alla parte successiva, cioè a una proprietà pubblica, ma si limita ad individuare un commissario che viene nominato e che ha facoltà di gestire le imprese in questione. Andando avanti nell'analisi del decreto si fa riferimento alla circostanza delle imprese destinatarie di prescrizioni, ai sensi del decreto-legge n. 21 del 2012, nella normativa cosiddetta golden power. Dopo due anni dall'applicazione di queste misure possono primariamente accedere a forme di finanziamento. Rispetto a questa impostazione di carattere generale - che effettivamente copre un buco, perché la legislazione del golden power agisce ex post - il punto che va ricalcolato e rimodulato è che, nel caso in cui un'impresa abbia mutamenti proprietari o adotti comportamenti nel proprio consiglio d'amministrazione che possono generare elementi critici, si previene questo rischio attraverso l'amministrazione temporanea.

Qui tocchiamo un caso specifico, che è già stato portato avanti nella discussione in Senato e in Commissione, quello dell'impianto Industria siciliana asfalti e bitumi (ISAB) di Siracusa, fondamentale per l'ecosistema siciliano, ma anche molto importante per la raffinazione italiana, in quanto vale più del 20 per cento del petrolio raffinato in Italia, una parte del quale destinato all'Italia, che viene proprio da lì, viene proprio da questo impianto. Su questo abbiamo evidenziato un aspetto molto importante. Perché questo decreto, che aveva carattere d'urgenza - e abbiamo visto le date - è un decreto in vigore, un decreto che si può applicare, ma non è ancora stato applicato dal Governo? Ci chiediamo, quindi, per quale motivo - visto che si tratta di un decreto d'urgenza, esso non sia stato ancora attuato. Come sapete, si può applicare l'amministrazione temporanea in brevissimo tempo: si entra con un amministratore, si verifica la situazione dei contratti, si capisce cosa sta succedendo e si riesce. Non c'è un vincolo temporale. A nostro avviso è un decreto che era urgente e, in quanto tale, andava applicato anche nell'opzione che dava. In alternativa, non applicando l'amministrazione temporanea - quindi non applicando il decreto - si poteva però applicare - si può e si deve fare - la normativa del golden power, in quanto ai sensi dell'articolo 1 e del comma 1 dell'articolo 1 siamo in presenza di infrastrutture critiche nazionali, coprendo quindi quel buco che non era stato precisato nella normativa del golden power. Chiediamo, quindi, un'applicazione di questo decreto: questo è il punto fondamentale! L'abbiamo proposto in un emendamento e il capogruppo, onorevole Barbagallo, l'ha portato avanti con un'interrogazione. Chiediamo che vengano applicate le norme che sono previste, proprio per andare nella direzione indicata nel capitolato normativo che oggi stiamo discutendo, perché è importante in questo momento scrivere le norme, coprire i buchi, intervenire a livello legislativo, ma la cosa più importante poi è applicare queste norme, per dare quelle risposte che purtroppo stanno mancando, che sono quelle risposte che servono. Infatti, quello che stiamo vedendo oggi sul costo del carburante è solo la punta dell'iceberg dell'aumento dei prezzi a cui stiamo andando incontro, dell'aumento dei listini della distribuzione, dell'aumento complessivo del costo della vita di ciascuno di noi. In un momento in cui noi abbiamo la necessità di intervenire, dobbiamo cercare di fare gli interventi più efficaci, tenendo conto naturalmente dei contesti complicati in cui siamo chiamati a operare, tenendo conto delle ricadute sulla vita concreta delle donne e degli uomini, però anche tenendo conto che l'esperienza internazionale e i modelli a cui stiamo guardando, che hanno applicato prima di noi determinati processi, ci possono offrire delle chiavi che possono essere utili anche in Italia, anche nel nostro Paese. Quindi, il senso di questo intervento che è un contributo in discussione generale, ma che si collega al lavoro che abbiamo fatto in Commissione, al lavoro che è stato fatto al Senato e al lavoro che continueremo a fare, con la nostra funzione politica di opposizione, è quello di tenere alta la guardia. Tenere alta la guardia sull'applicazione, tenere la guardia sulla parte necessaria di investimenti, che devono guardare sia all'aspetto ambientale della sostenibilità di ogni scelta che portiamo avanti, ma anche alla ricaduta occupazionale che deve essere sempre il cruccio, l'ossessione del nostro lavoro.

Infatti nel momento in cui non si tiene conto della ricaduta occupazionale si generano conseguenze negative.

La questione è grave, il momento è difficile. Le istituzioni non possono abbassare la guardia ma devono tenerla alta e l'attenzione, il vuoto, che viene colmato per quanto riguarda il settore degli idrocarburi, e la possibilità di esercitare la golden power, unitamente a quelle misure a tutela degli interessi nazionali nel settore delle comunicazioni, che sono contenute e che aprono anche a ulteriori soggetti la possibilità di intervenire in azioni assolutamente strategiche per il Paese, ci danno il senso di un decreto di fronte al quale la nostra posizione politica è quella di sostenere ciò che di giusto vi è. Quindi, non ci sarà un voto contrario - non c'è stato al Senato e non ci sarà in quest'Aula da parte nostra - ma di stimolare il Governo a una concreta applicazione, partendo dai casi specifici e raccogliendo anche i contributi che in quest'Aula le opposizioni stanno fornendo nell'interesse del Paese.