Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia
Data: 
Mercoledì, 14 Giugno, 2017
Nome: 
David Ermini

A.C. 4368

 

La ringrazio, signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, vorrei che ci fosse in quest'Aula almeno il buongusto di evitare di vendere prodotti ai propri clienti. Non siamo dei bottegai, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle, siamo dei parlamentari. Noi siamo dei parlamentari che dovrebbero rispondere alle esigenze di un popolo, di una cittadinanza, non ai nostri clienti, che poi, magari, si spera di portare in Parlamento prima o dopo la pensione. Noi dobbiamo rivolgerci all'intera collettività, e questo è un provvedimento che si rivolge all'intera collettività, perché è un provvedimento di sistema, è un provvedimento che molti non hanno letto, perché si vanno a toccare soltanto alcuni punti in questi pochi minuti, e li abbiamo sentiti.

Addirittura, abbiamo sentito parlare anche di cose che non sono qui dentro, dalla legittima difesa alla depenalizzazione. Tutta roba che qui dentro non c'è! E, allora, prima di tutto, cerchiamo di capire di che cosa stiamo parlando. Stiamo parlando di un provvedimento che non nasce oggi, vorrei tranquillizzare la collega Sarti, suo tramite: questo provvedimento, questi temi erano tutti nel programma elettorale del Partito Democratico con cui ci siamo presentati agli elettori nel 2013, perché sono provvedimenti che giacciono da tempo alle nostre discussioni. Questo è un Paese, signor Presidente, dove tutti chiacchierano perché vogliono le riforme, ma nessuno, in realtà, le vuole. Anche coloro che si lanciano con spirito riformatore, di cambiamento, tutte le volte che si trovano davanti a una proposta di modifica, di innovazione, di speranza, di futuro, di qualcosa di meglio per i nostri ragazzi, per quelli che verranno dopo di noi, no, c'è sempre qualcosa, c'è sempre qualche bottega da difendere, c'è sempre qualche lobby da difendere, c'è sempre gente da difendere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Non si vuole mai fare niente, questa è la verità, perché tutte le volte c'è una ragione per dire di no. E oggi si dice di no a che cosa? Ma a che cosa state dicendo di no? Volete dire di no al fatto che un cittadino ha diritto di sapere, dopo anni, anni, di indagini su di lui, che fine farà?

Volete dire di no a questo? Che cavolo raccontiamo di questa balla dei tre mesi? Lo sapete benissimo che sono tre mesi successivi agli atti successivi al 415-bis a indagini preliminari concluse e sono tre mesi che possono essere tranquillamente raddoppiati e, per i reati più gravi, sono sei mesi più sei mesi. E non vogliamo dare la soddisfazione a un cittadino, che sta soffrendo perché sta subendo un processo, di sapere che cosa sarà della sua vita? Oppure noi vogliamo dire che preferiamo avere un sistema che continua in questo modo, dove i processi non si fanno perché si sceglie di non farli e c'è qualcuno che decide se farli o non farli? Dunque se noi inseriamo questi concetti nel sistema di tutte le riforme che abbiamo fatto, vedrete che noi cerchiamo di produrre un effetto deflattivo sui processi. Le riforme che abbiamo fatto, le depenalizzazioni - lo dico al collega Molteni, che mi dispiace non sia in Aula, per il suo tramite - riguardano solo reati che avevano alla fine una sanzione pecuniaria e quindi le depenalizzazioni servono ad avere un effetto deflattivo sui fascicoli. Abbiamo previsto la messa alla prova, la tenuità del fatto e qui dentro, nel provvedimento in esame, c'è la giustizia riparativa per dare una soddisfazione alle persone offese e alle vittime dei reati senza aspettare anni di processo. Se noi riusciamo ad avere un effetto deflattivo, allora davvero riusciremo ad avere anche per la prescrizione una sua catalogazione come patologia del sistema: la prescrizione non dovrebbe neanche esistere in un sistema civile perché i processi si dovrebbero fare ma se non togliamo tutto quello che è il carico forte presente nelle procure e nei tribunali non riusciremo mai ad avere un sistema senza prescrizione perché la prescrizione scatta nel momento in cui lo Stato non è in grado di andare avanti. Noi vogliamo che lo Stato sia in grado di fare i processi: per tale ragione interveniamo anche su quello perché, finché non riusciamo ad avere un effetto deflattivo con tutte le riforme, non riusciremo poi ad avere altro tipo di vantaggio. Certo, essendo una riforma di sistema, ci sono elementi che vanno monitorati: monitoreremo la questione dei tre mesi, dei sei mesi e dell'anno per i termini dopo le indagini; monitoreremo anche la questione sulle videoconferenze e sui processi a distanza su cui certamente c'è qualcosa da vedere, da guardare - lo dico ai molti avvocati che stanno protestando in questi giorni - ma ci sono anche aspetti di sostanza. Finalmente - lo dico ai colleghi del centrodestra - finalmente qualcuno interviene sulla certezza della pena, sui furti in appartamento, sulle rapine, sui furti con strappo, sulle estorsioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); finalmente qualcuno interviene perché aumentiamo i minimi delle pene e fermiamo il bilanciamento delle circostanze: chi viene beccato in un furto in appartamento va in galera per davvero! Non come quando eravate voi al Governo che facevate finta e poi oggi fate gli scandalizzati. Inoltre abbiamo dato segni di civiltà nel provvedimento proprio in relazione alla prescrizione: nei casi in cui parti offese sono i minori, la prescrizione inizierà a decorrere quando hanno compiuto il diciottesimo anno e tale indicazioni proviene dalle convenzioni internazionali. Ma poi ci sono le riforme del casellario giudiziale; la riforma dei procedimenti speciali; le riforme delle impugnazioni; la possibilità di conferire questa delega al Governo sull'ordinamento penitenziario per fare finalmente dell'Italia un Paese civile anche sotto l'aspetto dei rapporti che abbiamo con la nostra popolazione carceraria che deve certamente scontare la pena fino in fondo per tutto quello che ha commesso ma è anche vero che deve essere fatto in un livello di civiltà che non ci può paragonare ad altri.

Infine le intercettazioni, signor Presidente. Le intercettazioni non sono toccate come strumento investigativo: nessuno tocca le intercettazioni come strumento investigativo. Noi critichiamo soltanto un fatto e su questo conferiamo la delega al Governo affinché si eviti di far finire sui giornali persone che nulla hanno a che fare con i processi. E se c'è qualcosa che non ha funzionato non sono le intercettazioni in quanto tali; piuttosto sono le informative che sono state sbagliate volontariamente o involontariamente - io il mio sospetto ce l'ho - in relazione alle intercettazioni che sono state captate e certamente sì vogliamo sapere perché ciò accade . Vogliamo sapere perché ci possono essere nei nostri processi informative sbagliate; vogliamo sapere chi c'è dietro le informative sbagliate; vogliamo sapere perché ci sono le informative sbagliate e voglio sapere dai colleghi del Cinque Stelle se loro vogliono mandare in galera anche chi è soggetto alle informative dolosamente sbagliate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): infatti voglio sapere quale sarà la fine del nostro popolo una volta che loro saranno al Governo, se saranno loro a decidere chi va in galera o no o se sarà una magistratura autonoma.

Io ho paura di queste cose, come deve avere paura tutto il popolo italiano. Guardate i giustizialismi a corrente alternata hanno sempre fatto paura nella storia e ci deve essere di insegnamento e non si cambiano le posizioni un giorno o l'altro per avere un voto in più. Abbiamo visto il voltagabbana e i voltafaccia adesso sui migranti: per rubare un voto alla Lega si cambia politica anche sui migranti. Bisogna imparare ad avere una linea. Con il provvedimento in esame noi diamo una linea, poi stasera nelle dichiarazioni di voto finale sul testo il collega che interverrà, il collega Verini, sicuramente sarà anche molto più specifico. Questa è una dichiarazione politica sul voto di fiducia. Certo anche noi avremmo voluto un dibattito più aperto ma guardate il dibattito c'è stato. Questo è un dibattito che nel Paese su questi temi sono mesi e mesi che è in corso: viene discusso nei convegni e nelle assemblee; è stato discusso in Commissione; è venuto alla Camera ed è tornato al Senato. Adesso poniamo la questione di fiducia perché è evidente che il Parlamento senza la questione di fiducia forse non è in grado di affrontare con i voti segreti un procedimento che sia ben definito (Commenti). Ma lo sapete perché questo? Perché questo è un Parlamento che ha bisogno veramente di sentirsi riformatore; è un Parlamento che ha bisogno di volere le riforme: qui siete troppi a volere le riforme ma poi difendete le vostre botteghe e questo non va bene se vogliamo dare una speranza al nostro Paese. Per tale ragione, signor Presidente, noi vogliamo confermare la fiducia al Governo: siamo convinti che il provvedimento sia molto importante, che certamente andrà monitorato ma darà uno scatto, provocherà un ulteriore effetto deflattivo sui processi, attribuirà una maggiore forza anche alle indagini, darà la possibilità di celebrare i processi, darà anche le garanzie ai cittadini. Sì, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle perché le garanzie per i cittadini sono una cosa a cui noi teniamo e ci fanno paura coloro che invece non vogliono dare garanzie ai propri cittadini. Signor Presidente, voteremo con convinzione la fiducia a questo Governo.