Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 24 Marzo, 2015
Nome: 
David Ermini

Grazie Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, il programma del Governo e della maggioranza in materia di giustizia è un programma certamente ambizioso, certamente dettato dalla voglia di apportare delle riforme fondamentali al nostro sistema giustizia, quanto dalla necessità di ridare dignità ad una materia fondamentale, che da troppo tempo non riesce a dare le risposte che in un Paese civile il cittadino si aspetta. E noi tutti sappiamo bene che le necessarie riforme della giustizia non possono essere staccate dalle altre grandi riforme che il Governo sta portando avanti, perché questo Paese ha bisogno di essere cambiato totalmente e non parzialmente. Non si potrà fare la riforma della giustizia senza quella della pubblica amministrazione, non si potrà fare quella della pubblica amministrazione senza quella della scuola, non si potrà fare quella della scuola senza quella del lavoro e non si potrà fare quella del lavoro senza quella del fisco, e così via, e non si potranno fare tutte queste riforme senza quelle fondamentali che sono quella elettorale e quella della Costituzione. In materia di giustizia, noi abbiamo le idee chiare su come vogliamo il sistema penale italiano, su come deve funzionare, su quali sono i compiti del legislatore e quali sono i diritti e i doveri degli operatori della giustizia. Il testo che oggi votiamo è una parte della più complessiva riforma del processo, su cui il Parlamento lavora incessantemente. Sono passati più di otto mesi da quando il Governo ha annunciato i 12 punti sulla giustizia. Da allora, abbiamo in discussione, e lavoreremo sodo perché arrivino velocemente alla definitiva approvazione, il testo sull'anticorruzione, che è legato fortemente alle norme sulla prescrizione, il nuovo falso in bilancio, il complesso della riforma del processo, fra cui vi sono le materie delle intercettazioni, delle impugnazioni, della giustizia riparativa e ancora tante altre, perché è evidente che la prescrizione non può essere una soluzione ai problemi della durata del processo. La prescrizione è la conseguenza di una patologia da cui il nostro sistema deve guarire. La prescrizione serve come limite per evitare ai processi che questi possano durare tutta la vita, ma non può essere più una strategia difensiva per giungere ad un'ingiusta assoluzione, sia nel caso di un cittadino che si è reso colpevole di un reato, che deve, giustamente, rispondere alla collettività, sia nel caso di un cittadino innocente, ingiustamente accusato, che ha il diritto di vedersi assolto in tempi rapidi, senza subire una falsa assoluzione data dal decorrere del tempo. 
Per questo, oggi approviamo un testo giusto ed equilibrato, ma che da solo non servirà, se non giungeremo presto ad avere un processo rapido e certo. Questo lo potremo raggiungere attraverso una vera deflazione del carico dei processi, attraverso i sistemi come la giustizia riparativa, che permettano alle parti offese di essere risarcite integralmente, e attraverso la rivalutazione dei riti alternativi, che, per varie ragioni, sia organizzative che giurisprudenziali, oggi non riescono ad esprimere la loro potenzialità. 
Compito del legislatore sarà anche quello di rimettere in carreggiata il sistema del processo e di fornire, come stiamo facendo, i mezzi e gli strumenti ai magistrati per indagini complete e veloci. Ecco perché, se, da un lato, è giusto porre un limite alla durata dei processi, perché l'Italia torni ad essere un Paese civile, non possiamo neanche permettere che il tempo sia il giudice dei processi e che lo Stato si arrenda, perché non è in grado di farli celebrare, e per questo li fa prescrivere, creando ingiustizie e rendendo un'immagine pessima del Paese. Rispetto al testo vigente, con questa riforma il Parlamento inserisce due sospensioni al termine della prescrizione in caso di condanna: due anni di sospensione dopo il processo di primo grado, affinché si possa celebrare il processo di appello senza paura che lo stesso muoia, e una sospensione di un anno dopo il processo di appello, affinché si possa celebrare il processo in Cassazione. Sostanzialmente, in caso di condanna nei giudizi di merito, la prescrizione si allunga di tre anni. Discorso a parte meritano i reati di corruzione, che hanno necessità di tempi più lunghi, perché il reato di corruzione, per la sua particolarità, viene scoperto sempre molto tempo dopo la sua commissione. Infatti, è evidente che, mentre nei reati di furto o rapina, per fare degli esempi, la parte offesa può denunciare immediatamente il fatto, e quindi si apre immediatamente un'indagine, nel reato di corruzione il patto corruttivo tra corrotto e corruttore viene scoperto spesso molto tempo dopo, con il rischio che, quando viene alla luce, i tempi di prescrizione siano già maturati. Per questo, è necessario dare più spazio al tempo di prescrizione per i reati corruttivi e, siccome noi riteniamo che la corruzione sia un reato gravissimo per la collettività, questo deve essere estirpato senza esitazione; per cui, abbiamo deciso di aumentare del doppio i tempi nei quali questo tipo di reato possa essere accertato attraverso un processo. 
In sostanza, da dieci anni, che è il tempo massimo dell'attuale prescrizione per i reati di corruzione, noi portiamo tale termine a circa venti anni. Altra norma fondamentale e di grande importanza è quella che prevede che la prescrizione per i reati che vedono come parte offesa i minori – si pensi ai reati di pedofilia e di maltrattamenti – decorra dal giorno del diciottesimo compleanno della persona offesa. Questo per garantire i minori da ogni eventuale pressione ricevuta in precedenza e perché, una volta raggiunta la maggiore età, possano chiedere che i colpevoli dei reati contro di loro siano perseguiti, invece di farla franca a causa della prescrizione. In questi giorni abbiamo ascoltato tanti pareri ed osservazioni su quanto il Governo sta facendo; non ci facciamo, naturalmente, mancare niente in Italia, né i soloni, né i rabbiosi, né i comunque e sempre contrari a tutto. A quelli bravi, che spesso sono anche pigri, vorrei dire che siamo abbastanza umili da accettare consigli. A quelli che sono arrabbiati diciamo che devono essere distinte le prerogative sindacali da una serie di riforme che, tutte insieme, in Italia non si erano mai viste. Ai conservatori che oggi urlano – mi chiedo se finora fossero su Marte, invece, purtroppo, ci hanno governato, male, ma ci hanno governato e in quest'Aula ce ne sono tanti – diciamo che questo Paese o si cambia ora, o non si cambia mai più. Infine, alla inutile presenza del MoVimento 5 Stelle, che non sa nemmeno che i tempi di prescrizione per l'omicidio cosiddetto stradale sono già raddoppiati e a cui non manca la saccenza, diciamo che, se fossero un po’ più umili, forse riuscirebbero a fare qualcosa, loro che finora sono serviti a poco, soprattutto a quei cittadini che loro dicono di voler rappresentare. Per questo, perché vogliamo una giustizia celere, ma soprattutto giusta, il Partito Democratico voterà a favore di questo provvedimento, con la voglia, la speranza, ma anche la caparbietà, di voler fare del nostro Paese un Paese sempre più giusto