Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 2 Luglio, 2014
Nome: 
Patrizia Maestri

A.C. 224-387-727-946-1014-1045-1336-A

 Signora Presidente, due mesi fa in questa stessa Aula si è votata la conversione in legge del decreto-legge n. 34 in materia di rilancio dell'occupazione e semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese. Intervenendo nella discussione, a conferma del mio voto favorevole, sollecitavo l'impegno del Governo ad affrontare la questione che a mio parere rientra a pieno titolo nel sostegno all'occupazione e contrasto alla disoccupazione giovanile. Parlo della correzione, della modifica della legge n. 201 del 2011, la manovra Fornero, che come hanno già detto molti altri interventi, ha rotto il patto sociale dei cittadini con lo Stato e ha creato conseguenze pesanti a danno di tante lavoratrici e di tanti lavoratori. Ha aperto contraddizioni, creato ingiustizie, penalizzazioni assurde. Una manovra economica, con consistenti 

isparmi per l'INPS, 80 miliardi, e che oggi va corretta a partire dal dare risposta urgentemente ai tanti uomini e donne espulsi da aziende che nel giro di una notte si sono trovati senza lavoro e senza reddito, parlo della categoria degli esodati diventata ormai purtroppo famosa in questi anni. 
  Manovra, inoltre, che ha consistentemente aumentato l'età pensionabile penalizzando soprattutto le donne e tutti coloro che svolgono professioni particolarmente faticose e hanno una prospettiva di rimanere al lavoro fino a 67 o a 70 anni. La legge prevedeva di consentire il pensionamento a coloro che maturavano i requisiti entro il 31 dicembre 2011 e per quei lavoratori collocati in mobilità con accordi sindacali stipulati anteriormente al 4 dicembre 2011, oltre che per altre tipologie di situazioni. Tutto ciò, comunque, insufficiente ad affrontare le ricadute della manovra soprattutto nel mezzo di una profonda crisi economica e a causa del sovrapporsi delle disposizioni precedenti relative alle finestre di allungamento dei requisiti anagrafici in virtù delle aspettative di vita. Disposizioni, faccio notare, emanate dai Governi le cui forze politiche di maggioranza sono oggi all'opposizione e magari fanno anche referendum. 
  Dal 2012 si sono prodotti diversi decreti di salvaguardia per ridurre il danno sostanzialmente per contingenti di lavoratori ai quali si aggiungono, con il provvedimento in discussione oggi, 32.100 uomini e donne che troveranno finalmente risposta e soluzione al loro dramma, una proposta emendativa del Governo al testo unificato prodotto in Commissione lavoro che sana una quota importante di lavoratori prorogando al 6 gennaio 2016 la data entro cui maturare i requisiti. Quindi un provvedimento positivo che consente di salvaguardare complessivamente 170 mila lavoratori in attesa però di una soluzione strutturale che dia risposte in maniera definitiva, ma noi non possiamo e non ci sentiamo di considerare chiusa questa partita. Oggi il Paese è attraversato da un forte vento di cambiamento che il Governo interpreta con proposte al Parlamento di grandi riforme in tanti campi, sono riforme che tendono a smuovere, a semplificare, a trovare soluzioni nuove a problemi vecchi. Allora non si può non considerare strategica una riforma della modifica della legge Fornero non solo per la generazione prossima alla pensione ma anche per le giovani generazioni che, se non si corregge questa legge, continueranno a ingrossare le fila dei disoccupati o dei Net, con la prospettiva di accedere alla pensione a settant'anni e condannati a una vecchiaia da poveri. Chiedo quindi al Governo un impegno specifico per sanare stabilmente e strutturalmente la stortura degli esodati, ma chiedo con altrettanta urgenza di correggere le penalizzazioni – e sono tante – previste dalla manovra Fornero, introducendo la flessibilità dell'età pensionabile, cominciando a ripristinare l'opzione donna e andando a cancellare tutte le storture previste. La crisi economica colpisce ancora duramente la nostra economia, colpisce lavoratori e lavoratrici non solo dipendenti, anche autonomi. La proposta di legge per la flessibilità dell'età pensionabile è pronta, allora il Governo faccia una vera riforma sulla previdenza, una riforma di equità per uomini e donne e dia una speranza e una prospettiva di vita futura dignitosa ai cittadini, adulti e giovani. Questa sarebbe veramente una grande riforma a sostegno dell'occupazione e della coesione sociale che potrebbe finalmente rinsaldare il patto di fiducia interrotto tra Stato e cittadini con l'introduzione della legge Fornero.