Discussione sulle linee generali
Data: 
Martedì, 21 Giugno, 2016
Nome: 
Edoardo Fanucci

A.C. 3828-A

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, siamo di fronte a un passaggio molto importante e, facendo mia la relazione dell'onorevole Boccia, presidente della Commissione bilancio, che si è impegnato moltissimo per arrivare a questo risultato, mi concentro, nei pochi minuti che ho a disposizione, anche per titoli, sulle maggiori innovazioni del provvedimento, che ritengo di dover sottolineare e, al tempo stesso, voglio dare alcuni cenni di replica all'intervento dell'onorevole Cariello, che mi ha spiazzato. 
Anzi, al contrario rispetto a quanto aveva ipotizzato, parto proprio dalla replica all'onorevole Cariello, per suo tramite. In effetti, nell'intervento emerge la positività del rapporto che vi è stato in Commissione nella discussione, nelle migliorie al testo, nel confronto che ha portato, anche dopo una discussione franca, diretta, mai banale, attraverso le dinamiche della democrazia, a migliorare rispetto a quello che era il punto di partenza. Questo è avvenuto grazie anche al MoVimento 5 Stelle, grazie anche alle minoranze. E l'onorevole Cariello lo rivendica con una certa enfasi, anche con un certo orgoglio, devo dire. Lo fa sul tema della trasparenza; anche qui evidenzio il tema dell'accesso alle banche dati, non tanto nell'innovazione letteraria, ma nell'innovazione concreta e pragmatica di poterlo davvero fare, al di là del testo di legge. Sul tema dei vincoli temporali, sul tema del monitoraggio della spesa, sul tema dei derivati il MoVimento 5 Stelle sottolinea e si prende in parte il merito, che confermiamo, perché riteniamo che la discussione, se è vera e proficua, dà risultati e migliora il testo. E soltanto alla fine, a margine, dell'intervento, facendo riferimento alfiscal compact e al pareggio di bilancio, in buona sostanza dice che non voteranno il provvedimento per motivi molto lontani dalla discussione in Commissione. Questa, a mio avviso, è una scusante che non regge. Non regge in termini pratici, in termini politici e in termini di lungimiranza rispetto a quello che deve essere un provvedimento, che oggi ci vede tra i costruttori dello stesso, ma un domani ci dovrà vedere tra i fruitori dello stesso. Infatti, noi siamo rappresentanti pro tempore della comunità e questa legge è una legge che oggi noi portiamo avanti, ma che rimarrà come un pilastro fondante del bilancio dello Stato. In questo senso sono convinto delle motivazioni che vi hanno mosso: certamente un elettorato che non capisce un confronto reale e dinamico in Commissione, che non accetta non il compromesso, ma la mediazione nel senso alto del termine. E qui c’è stata una mediazione nel senso alto del termine, che ha portato, ad esempio – lo voglio dire non tanto o non soltanto per l'intervento del 5 Stelle –, alla valorizzazione del BES, questo indicatore che va al di là dei meri numeri di bilancio, che guarda qualcos'altro, che è una vostra rivendicazione dal primo giorno, come lo è del Partito Democratico, cioè andare oltre i freddi numeri e trovare indicatori che ci consentano anche di comparare la situazione nel tempo e nello spazio con ciò che è accaduto prima di noi, negli anni addietro, ma anche con ciò che accade nel resto d'Europa, ad esempio, per quanto riguarda il consumo di suolo, per quanto riguarda il consumo di anidride carbonica, i servizi pubblici locali, i servizi a domanda individuale, tutti i servizi che meritano di essere comparati. Per farlo serve un indicatore che ha una valenza strutturale nel tempo, che ha una Commissione che poi giudica, che valuta e un Parlamento che, poi, è chiamato ad affrontarne le risultanze. 
In questo senso, abbiamo fatto tanto. Abbiamo fatto tanto, ad esempio – anche in questo caso sottolineando un aspetto molto importante –, dando seguito – guardo gli amici di SEL – a quanto in Commissione l'amico Gianni Melilla chiedeva, che i fondi dell'8 per mille e del 5 per mille trovassero una concreta attuazione rispetto a quella che era la finalità su cui il contribuente si era espresso. Quante volte ne abbiamo parlato ? Quante interrogazioni abbiamo affrontato in Commissione bilancio ? E quante discussioni ? Oggi abbiamo dato una risposta concreta: quelle risorse potranno essere utilizzate soltanto per le finalità selezionate dal contribuente nelle sedi dovute. È un passaggio importante, di civiltà, forse un passaggio dovuto; ma oggi abbiamo uno strumento che diventa ineludibile, attraverso il quale sappiamo non poter più applicare la norma che consentiva di spostare le risorse del 5 per mille e dell'8 per mille ad altre coperture di bilancio: una prassi non positiva che oggi non sarà più possibile. 
Quindi, se possiamo utilizzare dei titoli: trasparenza, programmazione, flessibilità ed adattabilità. Anche il tema della flessibilità: quante volte i ministeri arrivavano a dirci «non riusciamo a compensare delle poste che abbiamo all'interno delle nostre possibilità, o riusciamo alla fine a farlo, ma con una serie di passaggi burocratici infiniti, che ci rallentano nell'utilizzo corretto delle nostre risorse». Noi contestavamo certamente che quelle risorse non erano del Ministero ma in realtà erano della comunità tutta, ma noi ottimizziamo con la flessibilità un doppio vantaggio: il primo di consentire ai ministeri una flessibilità maggiore, quindi una spesa anche più semplice di risorse comunque già appostate; ma l'altro, questa flessibilità vuol dire anche più responsabilità. Mi spiego meglio: noi conosciamo bene, per averlo visto nelle varie leggi di stabilità, il concetto della spesa storica incrementale, cioè si parte da quanto abbiamo speso l'anno precedente, nella considerazione che si è speso bene, e magari applicando l'ISTAT o altri fattori si chiede di spendere qualcosina di più rispetto a quanto si è speso in passato. Allora applicare la revisione della spesa attraverso uno strumento come può essere quello della nuova legge di bilancio, vuol dire mettere in discussione la spesa storica, metterla in discussione di prassi ogni anno, a prescindere dal Commissario alla spending review; ma per farlo chiaramente occorre uno strumento che metta in discussione la spesa storica incrementale. E questo facciamo: abbiamo uno strumento ! Poi lo strumento, occorre farne buon uso; e qui lancio un appello al Governo, di farne buon uso, e noi vigileremo affinché ciò possa avvenire. 
Per quanto riguarda un altro aspetto che mi preme sottolineare, quello dello stop alle clausole di salvaguardia: io stesso in Commissione bilancio fin da quando ci siamo insediati ho fatto una battaglia non personale, ma di partito con i colleghi della Commissione, per cercare di evitare non soltanto l'abuso delle stesse, ma anche l'uso; perché ci siamo trovati a rincorrere degli effetti di scelte che non derivavano nemmeno dal Governo precedente, ma dai Governi precedenti ! E ogni volta siamo stati costretti a mettere delle «pezze»: permettetemi il termine brutale, ma spero efficace. Questo non determina una buona programmazione, e non determina neanche una responsabilità nel governo delle scelte del Paese, anche se inserito in un contesto ben più largo che è quello dell'Unione europea. Noi riteniamo che, col superamento delle clausole di salvaguardia, possa essere attuata una strategia più responsabile nei confronti del Parlamento, attraverso quindi uno strumento chiaro, trasparente e forte come quello della nuova legge di bilancio, e questo ci consentirà di lavorare bene e di lavorare meglio. 
Per concludere, Presidente, anche se avrei tante altre cose da dire (avevo preparato una relazione): non so se questo provvedimento farà rumore, non so se questo provvedimento ci consentirà di andare sui telegiornali, di avere quell'enfasi elettorale di cui spesso i partiti vivono giornalmente; ma sono convinto che questo sia un buon provvedimento, di cui essere orgogliosi, un provvedimento che migliora le cose e di cui certo il Parlamento deve essere fiero.