Illustrazione della mozione
Data: 
Venerdì, 27 Ottobre, 2023
Nome: 
Stefania Marino

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Grazie, Presidente. Membri del Governo, colleghe e colleghi, è per me un onore e un'emozione poter presentare questa mozione, frutto del lavoro di incontro e confronto con le associazioni che, quotidianamente, si battono per la prevenzione contro il tumore al seno. Il mese di ottobre, come sappiamo, è il mese della prevenzione contro questa forma di tumore che colpisce le donne. La campagna Nastro Rosa è nata come progetto in America nel 1992 ma, nel corso del tempo, si è diffusa in tutto il mondo, tanto che oggi viene promossa in oltre 70 Nazioni. Dal 1° al 31 ottobre, operatori sanitari, istituzioni, ONG e associazioni di tutto il Paese uniscono le forze per sostenere una causa comune, organizzando eventi ed iniziative, per sottolineare l'importanza dello screening per la diagnosi precoce dei tumori al seno. Un'azione necessaria per identificare la malattia nei primi stadi del suo sviluppo, quando il trattamento ha maggiori probabilità di essere efficace.

Il tumore della mammella è la neoplasia più frequente tra le donne, rappresentando in Italia il 30 per cento di tutte le nuove diagnosi di tumore. Le nuove diagnosi nel 2022 sono state 55.700, mentre i decessi verificatisi nel 2021, per effetto di tale patologia, sono stati 12.500. Tuttavia, l'anticipazione della diagnosi e l'introduzione di protocolli terapeutici chirurgici, radioterapici e farmacologici più efficaci hanno contribuito al miglioramento della sopravvivenza, con livelli che si collocano intorno all'87 per cento a 5 anni dalla diagnosi, al netto delle altre cause di morte. Numeri che si riscontrano nel raffronto con la situazione degli anni Novanta e che mostrano una costante diminuzione della mortalità per carcinoma mammario, dallo 0,8 all'1,4 per cento all'anno, attribuibile soprattutto all'anticipazione della diagnosi della malattia per effetto della maggiore efficacia delle campagne di screening.

Questi dati sono confortanti ma non dobbiamo dimenticare che il tumore al seno rimane la prima causa di morte nelle diverse fasce di età, rappresentando il 28 per cento delle cause di morte oncologica prima dei 50 anni, il 21 per cento tra i 50 e i 69 anni e il 14 per cento dopo i 70 anni. È da questi numeri - che rappresentano storie di donne che hanno lottato contro questa terribile malattia - che nasce l'esigenza di questa mozione che impegna e rafforza le misure di prevenzione e assistenza per il contrasto del carcinoma mammario. In Italia, il 20 per cento delle donne colpite dal tumore al seno hanno meno di 40 anni. È una percentuale importante che equivale a 11.149 pazienti l'anno e che riguarda persone nel pieno dell'attività lavorativa e familiare, determinando enormi problemi da un punto di vista sociosanitario e una drammatica ricaduta psicologica. Allo stesso tempo, si registra anche un incremento di diagnosi fra le donne con più di 74 anni, che sono ormai escluse dai programmi di screening.

Ecco perché, tra i primi impegni che chiediamo al Governo c'è quello di rivedere i limiti di accesso agli screening gratuiti, estendendoli su tutto il territorio nazionale, tra i 45 e i 74 anni. Oggi sono solo poche le regioni in Italia a farlo ma serve con urgenza rendere strutturale questa nuova soglia, garantendo accesso alla prevenzione a tutte le donne. Accessibilità che, allo stesso tempo, dev'essere assicurata anche alle donne ad alto rischio per familiarità, mutazione o seno denso. Sull'importanza dello screening molto è stato detto, ma c'è un punto da non sottovalutare: molte donne non ricevono l'informazione che arriva dai distretti sanitari.

Chiediamo per questo al Governo di fare un passo in avanti, scegliendo di superare gli attuali e spesso dispersi avvisi postali verso un sistema digitalizzato con un sms, l'utilizzo del fascicolo elettronico o un'altra tecnologia che garantisca di raggiungere il maggior numero di soggetti. Con questa mozione, però, non vogliamo occuparci solo di prevenzione. Chiediamo al Governo di mettere in campo un'azione di sostegno e assistenza per le donne afflitte da tumore al seno. C'è ancora molto da fare per migliorare l'uniformità degli interventi sul territorio nazionale per migliorare le prestazioni. Voglio partire da un aspetto che rimane ancora in secondo piano e su cui, invece, il Servizio sanitario nazionale dovrebbe investire: il supporto psicologico per chi deve affrontare questa malattia.

È un aspetto fondamentale, spesso determinante, per permettere alle pazienti di affrontare un iter terapeutico lungo e spesso doloroso. Poi c'è il Piano dei percorsi terapeutici, su cui si riscontra ancora un forte divario territoriale.

Dal punto di vista assistenziale, l'approccio più appropriato si è dimostrato essere quello delle Breast unit, unità multidisciplinari specializzate nella prevenzione, diagnosi e trattamento medico chirurgico della patologia senologica, che consentono una pianificazione ottimale delle opzioni terapeutiche disponibili al fine di raggiungere i migliori risultati possibili.

Per questo, tra gli impegni, chiediamo di implementare le reti oncologiche regionali, le ROR, con caratteristiche di equità e uniformità su tutto il territorio nazionale. Molecular Tumor Board oncologica, MITO nazionale, innovazione farmacologica.

Ancora, chiediamo al Governo di definire dei percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali per le pazienti metastatiche con carcinoma mammario, come, peraltro, previsto tra gli obiettivi del recente Piano oncologico nazionale, attraverso linee guida nazionali da trasmettere a tutte le regioni italiane. Insieme a questo, e lo abbiamo riscontrato nel confronto con le associazioni che si occupano di questo problema, serve monitorare e aggiornare gli indicatori dei piani terapeutici per i centri di senologia. Solo così si potrà assicurare un trattamento adeguato e omogeneo.

C'è un punto, signor Presidente, che è forse quello centrale delle nostre richieste al Governo. Riguarda gli interventi chirurgici nei casi di carcinoma al seno. Su questo, il nostro appello si fa più forte, chiedendo di prevedere finalmente per le donne la possibilità di scegliere la migliore ricostruzione possibile, il diritto a scegliere la migliore ricostruzione possibile del proprio seno con tecniche sicure, materiali innovativi e nelle modalità più consone a ridurre il trauma dell'intervento demolitivo. Purtroppo, il diritto femminile oggi è disatteso, perché il sistema dei DRG, che stabilisce, a livello regionale, il rimborso dei costi ospedalieri, è arretrato e carente. La maggioranza delle tecniche operatorie possibili è esclusa dai sistemi di rimborso che le regioni riconoscono agli ospedali. Ecco perché, con questa mozione, impegniamo il Governo a prevedere dei DRG per la ricostruzione mammaria contestuale all'atto demolitivo, come da indicatori dei centri di senologia, sia per le protesi che per tutti i tipi di intervento di ricostruzione, ed anche con tessuti autologhi.

Questo garantirebbe che nessuna donna resti esclusa dalla possibilità di un intervento contestuale di mastectomia e ricostruzione. Concludo, signor Presidente: credo molto nell'universo femminile e nella sorellanza, nella forza delle donne, ancora di più delle donne afflitte da tumore al seno. Proviamo a raccogliere la stessa energia con cui combattono questo male oscuro, trasformiamolo in un impegno forte e concreto per assicurare prevenzione e assistenza. I dati ce lo dimostrano, il sostegno dello Stato e di un Servizio sanitario rafforzato possono fare la differenza per ognuna di loro. Per molte di noi, ne sono certa, è una battaglia che restituisce il senso della presenza qui, tra questi banchi.