Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 29 Febbraio, 2024
Nome: 
Gian Antonio Girelli

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Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, Sottosegretario, mi permetto di iniziare facendo una riflessione di carattere generale sullo strumento delle mozioni che, come ben sappiamo, come le risoluzioni, ma, a onor del vero, anche come gli ordini del giorno, spesso e volentieri trovano momenti di grande condivisione in quest'Aula, però mancano poi di una piena attuazione, nel senso che rimangono come l'elenco dei buoni propositi che non si traducono in atti normativi che hanno un'incidenza molto diretta sulla vita delle persone e sui problemi veri, e questo, a volte, crea, secondo me, un che anche di frustrante per noi deputati e deputate, che indubbiamente studiamo un problema, lo conosciamo anche molto bene, abbiamo contatti con tanti cittadini, in questo caso anche personale sanitario, che ci fanno presente l'inadeguatezza di una legislazione nazionale rispetto a una patologia che, come è stato già ricordato, dal 1992 ha un riconoscimento da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità. Certo, ci sarebbe da dire magari che bisogna intervenire in maniera anche molto importante sul ruolo di indirizzo che un'Aula parlamentare dovrebbe avere nei confronti del Governo, ma l'involuzione delle assemblee rappresentative la conosciamo bene, dai livelli comunali a quelli parlamentari, e avremo occasione, spero, prima o poi, di parlarne in maniera anche molto seria.

Voglio, tuttavia, pensare che queste mozioni abbiano un loro profondo significato, che mi verrebbe da dire sia quello di preparare culturalmente un'Assemblea ad affrontare il più presto possibile l'approvazione di un testo di legge di merito. Infatti, è già stato detto, fra le righe, da colleghe e colleghi che mi hanno preceduto: il tema vero riguardo la fibromialgia è il riconoscimento del dolore come malattia, perché spesso e volentieri noi abbiamo una visione delle malattie che non tiene conto di questo fattore. Mi viene in mente il romanzo di Thomas Mann, I Buddenbroock, quando la consolessa, la madre di questa grande famiglia borghese, sta per morire e chiede semplicemente che si faccia qualcosa per lenire i grandi dolori che ha e i medici rispondono: giammai, perché il problema è cercare di riuscire a guarire la malattia, il dolore non è la malattia. Anzi, quasi, nel corso degli anni, è stato chiesto di sopportare il dolore stoicamente, e parliamo soprattutto di donne, com'è stato detto, cui maggiormente viene chiesto questo, quasi che fisiologicamente siano portate a dover convivere con momenti di dolore. Io credo che superare questo deficit di comprensione, questo avere piena coscienza di aver cambiato mentalità, approccio da parte della medicina significhi poi avere il coraggio di fare qualcosa di molto concreto riguardo a temi come appunto la fibromialgia.

Bene sono state descritte, per quanto riguarda la mozione da noi presentata, dalla collega onorevole Manzi, nell'intervento in discussione generale, quali sono le caratteristiche di questa malattia e bene hanno fatto tutti quelli che sono intervenuti a volerle richiamare; io non lo faccio, perché mi sembrerebbe un'inutile ripetizione. Voglio, però, sottolineare un aspetto. Depositate, ci sono varie proposte di legge; ne abbiamo due, una del collega e amico Care' e una a prima firma mia, che tendono ad analizzare, spacchettare, andare a normare cosa significhi il riconoscimento di questa patologia come invalidante con, a cascata, tutte le necessarie azioni, che vanno dall'investimento in ricerca - senza investimento in ricerca ovviamente non si trovano soluzioni di cura - alla diagnosi sulla capacità di riconoscere e preparare le persone a riconoscere nel proprio corpo la malattia stessa, al tendere a creare la necessaria multidisciplinarietà nella gestione della persona malata. Ciò perché parlare di dolore, parlare di fibromialgia significa parlare di un contesto di malattia molto più complesso, in cui le ricadute, anche di natura psicologica, sono devastanti; è già stato detto, ma voglio richiamarlo anch'io: accanto al convivere con un dolore vi è anche, molte volte, l'incomprensione da parte della collettività dello stato di malattia stesso, quasi che ci si trovi di fronte o a lagnosi o lagnose oppure a malati e malate immaginari, che in realtà vivono psicologicamente uno stato di depressione, invece che un reale stato di malattia.

Nelle proposte di legge vi è poi chiaramente il percorso di finanziamento e di messa in pratica di momenti di presa in carico di questi malati, secondo un disegno di omogeneità nazionale, perché, a differenza della lettura data dalla collega della Lega, io non mi accontento di dire che esistono alcuni esempi virtuosi, forse perché vengo da una regione che virtuosa non è riguardo la fibromialgia, visto che da anni ha depositate proposte di legge sul tema, ma che si è ben guardata dall'affrontarlo e farlo diventare un fatto del servizio regionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), ma anche se l'avesse fatto, ciò non mi basterebbe ancora, perché stiamo legiferando a livello nazionale. Davvero crediamo che basti dire che in Friuli o in Veneto o altrove hanno la risposta e quello che capita in altre regioni non ci interessa? Davvero pensiamo che affrontare temi come questo possa voler dire disattendere i principi costituzionali di universalità del diritto alla cura, ma non solo, mi verrebbe da dire di democrazia, di libertà, di uguaglianza che sono fondanti per la nostra Repubblica? E, allora, io credo che sia un lavoro anche molto, molto certosino, molto puntuale quello che noi dobbiamo fare, dall'approvazione di queste mozioni. Accettiamo la riformulazione del Governo, comprendiamo la difficoltà nell'affrontare il tema del telelavoro, che va inserito e dovrà essere affrontato nell'ambito dei fragili, perché indubbiamente è necessario il rispetto di queste persone, che vivono situazioni di grande disagio. Ma se vogliamo, cinicamente, non farci bastare questo, anche in un contesto di ottimizzazione dell'apporto lavorativo di queste persone, bisognerà pur parlarne prima o poi, perché credo che l'esperienza del COVID ci abbia indicato qualcosa di molto importante al riguardo, e lo comprendo.

Dicevo che tutte queste emozioni hanno caratteristiche che si sovrappongono e, infatti, noi voteremo favorevolmente a tutte le mozioni, in tutte le loro parti. Però, non dimentichiamo - e voglio chiudere su questo - che sono stati giustamente richiamati più di 200 atti prodotti sul territorio nazionale e non dimentichiamo anche che, in questo preciso momento, probabilmente ci sono associazioni di malati, ci sono malati, ci sono familiari di persone malate che ci stanno ascoltando e ci stanno seguendo, ai quali è difficile dire che quelli che stiamo approvando non sono atti che porteranno soluzioni al loro disagio – e chiudo come ho iniziato -, ma sono atti che credo moralmente ed eticamente impegnino tutti noi, impegnino tutte le forze politiche che approveranno, esprimeranno un voto favorevole sui punti indicati nelle singole mozioni, a tradurli in legge.

E io credo che la promessa solenne, che spesso ci dimentichiamo in quest'Aula perché siamo troppo presi a rimbeccarci gli uni con gli altri che stiamo facendo le cittadine e i cittadini di questo Paese, è che da domani mattina si cominci a lavorare in maniera sinergica con lo stesso spirito di collaborazione e con un linguaggio che è stato per il 90 per cento comune nel parlare della fibromialgia, nel portare in discussione nelle Commissioni il tema e nell'arrivare al più presto, nelle aule parlamentari, ad approvare la legge.