Discussione sulle linee generali
Data: 
Mercoledì, 5 Novembre, 2014
Nome: 
Alessandro Naccarato

 Signora Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, il Partito Democratico voterà contro la mozione di sfiducia perché è infondata nel merito e si basa sul presupposto falso che il Ministro dell'interno avrebbe impartito le disposizioni di caricare alcuni manifestanti il 29 ottobre. Voteremo contro la mozione perché cerca di strumentalizzare le rivendicazioni, giuste e legittime, dei lavoratori e sfrutta in maniera demagogica la crisi economica e sociale. Infine, voteremo contro la mozione perché costituisce un attacco alle forze di polizia e getta discredito sulla professionalità e sull'indipendenza delle forze dell'ordine, che risponderebbero, secondo il testo della mozione di sfiducia, agli indirizzi del Ministro dell'interno picchiando i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali. 
Il 30 ottobre il Ministro dell'interno è venuto in Parlamento e ha chiarito in modo trasparente la dinamica dei fatti di mercoledì 29 ottobre. È evidente che non c’è stato alcun ordine dell'Esecutivo né, tanto meno, alcun indirizzo politico di picchiare i manifestanti. È altrettanto evidente che non c’è stato alcun intento repressivo contro i lavoratori. Lo scontro, che ha causato il ferimento di quattro lavoratori della pubblica sicurezza e di quattro manifestanti, è stato determinato da diversi elementi, in parte evitabili con il dialogo ed il confronto preventivo e in parte evitabili superando il clima di tensione e di rabbia per una vertenza occupazionale che deve essere risolta con l'intervento del Governo e sulla quale il Governo è impegnato attivamente, come è stato riconosciuto dalle stesse organizzazioni sindacali. C’è stata forse una sottovalutazione di quella manifestazione. L'incontro preliminare con i sindacati doveva essere più approfondito e dettagliato; andava evitata la sovrapposizione di più manifestazioni in luoghi vicini; era necessario l'impiego di più personale. Ma chiarito questo, chi parla di ordini e di indirizzo politico per manganellare i lavoratori mente in malafede, alimenta la tensione e lo scontro sociale in modo irresponsabile, specula sulle disgrazie dei lavoratori. 
Infatti, c’è un dato oggettivo, sul quale invito a riflettere chi vuole ragionare con serenità su quello che è accaduto, che indica la volontà politica del Governo, la volontà autentica politica del Governo, ed è il numero delle manifestazioni con incidenti e scontri: dal 1o agosto 2013 al 31 luglio 2014 ci sono state 9.774 manifestazioni di piazza, un terzo per ragioni legate a crisi occupazionali; si sono verificati scontri in 573 di queste, meno del 6 per cento; da quando si è insediato il Governo in carica oggi, le manifestazioni sono state quasi 6 mila, e quelle con incidenti sono state pochissime. Questo dimostra che non c’è alcun nuovo corso impartito dall'Esecutivo per picchiare i lavoratori e che l'indirizzo politico del Governo è di garantire il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni e di manifestare le proprie idee. 
C’è un'altra considerazione da fare: ai numeri deve essere aggiunto il fatto che la maggior parte di queste manifestazioni si sono svolte a Roma, dove gli incidenti sono stati rarissimi, come nel resto del Paese. Questo dimostra, visto il tentativo infelice di trascinare nella polemica le autorità di pubblica sicurezza romane, che prefetto e questore, dirigenti e funzionari della Polizia di Stato di Roma lavorano con professionalità per assicurare il diritto a manifestare nel rispetto della legge e non per manganellare i lavoratori. 
La mozione, oltre ad essere infondata, cerca di strumentalizzare la crisi economica e sfrutta la disperazione e la rabbia dei lavoratori. Attenzione, perché così non si aiuta la soluzione delle vertenze aziendali e si danneggiano i lavoratori stessi prestando il fianco all'estremismo parolaio in cerca di clamore mediatico. Nella crisi serve responsabilità, bisogna abbassare i toni, evitare le battute e le dichiarazioni sopra le righe. Ci aspettano mesi difficili – credo che tutti siamo consapevoli di questo – sia per la crisi economica sia per il clima di tensione sociale crescente. E per queste ragioni servono dialogo, ascolto reciproco, prevenzione nella chiarezza dei ruoli e delle posizioni. 
I cittadini hanno il diritto di manifestare nel rispetto della legge e le Forze dell'ordine devono, come stanno facendo, operare per garantire l'esercizio di questo diritto. Aggiungo che per effettuare davvero una prevenzione efficace serve anche un maggiore investimento nelle Forze dell'ordine e anche su questo invito a una riflessione perché finalmente nella Legge di stabilità che è all'esame del Parlamento c’è un segnale in controtendenza da questo punto di vista: è la prima volta da anni che aumentano gli stanziamenti per le Forze dell'ordine e questi vanno sviluppati per la formazione delle Forze dell'ordine stesse e per dotarle di strumenti operativi idonei a prevenire gli scontri nel corso delle manifestazioni. 
Credo che sia utile ricordare che ci sono alcune sperimentazioni in atto, la più nota è quella in atto a Milano e in altre città, per l'utilizzo del cosiddetto spray al peperoncino che ha ridotto di più della metà il ricorso alla violenza nel corso delle manifestazioni. Siccome l'obiettivo è questo, credo che dobbiamo proseguire in questa direzione. Immagino che possa dar fastidio quando si ricorda il tentativo di strumentalizzare le lotte dei lavoratori da questo punto di vista. Io credo che noi dobbiamo essere tutti consapevoli, proprio perché abbiamo l'esperienza del passato e forse a qualcuno questo fa male e bisogna ricordarglielo costantemente, perché vediamo i segnali in corso tra i gruppi eversivi, che ci sono forze e movimenti estremisti sia a destra, nell'area antagonista e anarchica, sia dall'altra parte che provano a infiltrarsi e ad inserirsi nelle crisi aziendali per cercare di riprendere un ruolo e per conquistare aderenti e visibilità. Ci stanno provando alcuni gruppi antagonisti come si vede negli scontri di Brescia dell'altro giorno, si vede nell'azione di alcuni reduci del terrorismo, si vede addirittura nell'azione di alcuni gruppi ultras del calcio.
Ecco io credo che il problema non siano il sindacato né i lavoratori e commette un errore tragico chi cerca la polemica e lo scontro con le organizzazioni sindacali. Non si tratta neppure di occupare le fabbriche, che resterebbero comunque chiuse. Il sindacato deve essere rispettato ed aiutato a svolgere la sua funzione che ha sempre consentito di isolare l'estremismo e di costruire percorsi di dialogo per risolvere la crisi senza violenze e in modo costruttivo. I pericoli di infiltrazione vengono da chi specula sugli scontri in modo irresponsabile, da chi mira a incendiare le piazze e ad alimentare la rabbia, da chi vuole ridimensionare la mediazione sindacale per spingere le vertenze verso derive estremiste. 
Infine, la mozione deve essere respinta perché attacca le Forze dell'ordine gettando discredito sulla loro indipendenza e professionalità. Chi ha evocato il manganello facile e il ruolo repressivo di una polizia che picchia i lavoratori eseguendo gli ordini del Governo non conosce le Forze dell'ordine. La polizia è al servizio della Costituzione e della legge e opera per garantire ai cittadini l'esercizio dei diritti fondamentali. Attenzione ai messaggi contro le Forze dell'ordine perché nelle teste di qualcuno quei messaggi si trasformano e le divise diventano obiettivi da colpire. Ci vuole poco a innescare questa minaccia, ci siamo già passati e ci sono voluti anni per ricostruire con fatica un clima di collaborazione tra le Forze di polizia e i cittadini.
Immagino Presidente. Grazie. 
Non dimentichiamolo perché non si deve buttare con attacchi e polemiche sconsiderati il patrimonio democratico costituito dalle Forze dell'ordine che lavorano al servizio dello Stato. Grazie a questo patrimonio la Repubblica ha superato prove difficilissime, non dobbiamo mai dimenticarlo: le trame eversive, il terrorismo, l'aggressione della criminalità organizzata. Delegittimare ingiustamente la Polizia di Stato è un errore drammatico, perché ne mette in discussione la funzione e il ruolo e indebolisce uno strumento a tutela dei soggetti più deboli e indifesi. 
Oggi bisogna lavorare per prevenire gli scontri, per dare risposte sul piano sociale, per costruire un dialogo responsabile tra lavoratori e istituzioni. Il Partito Democratico è impegnato per raggiungere questi obiettivi e per assicurare il diritto dei cittadini a manifestare nel rispetto della legalità e siamo certi che anche il Governo condivide questi obiettivi e lavora tutti i giorni per andare in questa direzione come ha dimostrato nella gestione delle numerose crisi aziendali che quotidianamente impegnano il nostro Esecutivo.