Relatore
Data: 
Lunedì, 6 Ottobre, 2014
Nome: 
Franco Cassano

A.C. 2420

 

Signor Presidente, sono lieto di essere relatore per l'Aula per un'intesa che integra la normativa sull'accordo sulla sede dell'Istituto universitario europeo di Firenze che rappresenta, da decenni, un grande centro di eccellenza didattica e di riconosciuta autorevolezza scientifica. 
Il progetto di un ateneo europeo con sede a Firenze, lanciato originariamente dal Ministro tedesco Hallstein e concretizzatosi con la sigla della convenzione istitutiva dell'Istituto nel 1972 da parte dei 6 Stati membri dell'allora piccola Europa, nel 1977 permetteva lo svolgimento del primo anno accademico dell'istituto. 
Pur tra difficoltà, l'Istituto universitario europeo di Firenze è cresciuto ed ha prosperato, riuscendo a precisare la sua missione e ad inserirsi ormai, in modo efficace e riconosciuto, nello spazio culturale europeo ed extraeuropeo. Oggi rappresenta un centro accademico di eccellenza e di prestigio, con 600 studenti post-graduates, 78 docenti, 140 tra fellows ed assistenti di ricerca, si articola in quattro dipartimenti e in un centro di studi avanzati dedicato a Robert Schuman ed ospita gli archivi storici dell'Unione europea. 
Parallelamente all'allargamento dell'Europa comunitaria prima e dell'Unione europea dopo, sono fortemente aumentate le dimensioni dell'Istituto, che si avvale, oltre che della sede di Badia Fiesolana, di numerosi immobili messi gratuitamente a disposizione da parte del nostro Paese. Tra questi ricordo Villa Salviati, acquistata e restaurata dallo Stato italiano. 
L'accordo di sede tra il Governo italiano e l'Istituto, stipulato nel 1975, è stato modificato nel 1985, tramite la firma di un primo protocollo aggiuntivo, ratificato ai sensi della legge del 27 ottobre 1988, n. 505. 
Nel 2007, l'Istituto ha proposto altresì al Governo italiano di stipulare un nuovo protocollo aggiuntivo, al fine di estendere le previsioni del testo originario alle nuove sedi dell'Istituto. Si sono svolte pertanto una serie di riunioni di coordinamento tra le varie amministrazioni interessate, con la partecipazione del segretariato generale dell'Istituto, per appurare i margini di accoglimento delle proposte dell'Istituto stesso sia sul piano giuridico che finanziario e per definire conseguentemente il testo del protocollo. 
Quest'ultimo, concluso nell'aprile 2011, approvato dal consiglio superiore dell'Istituto il 3 giugno 2011 e firmato il 22 giugno dello stesso anno dal segretario generale del Ministero degli affari esteri e dal presidente dell'Istituto, riveste un rilievo particolare sia per l'attività dell'Istituto stesso, poiché ne amplia le potenzialità organizzative, che per l'Italia, in quanto rafforza ulteriormente il rapporto di collaborazione con la prestigiosa istituzione accademica europea con sede a Firenze. 
Il Protocollo, in particolare, prevede l'estensione a tutti gli immobili acquisiti dall'Istituto europeo delle norme sull'applicabilità delle leggi italiane all'interno della sede dell'Istituto e sulle modalità attuative del principio di inviolabilità. Il Protocollo prevede, inoltre, che la manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili, conformemente a quanto disposto dall'accordo del 1975, siano a carico dell'Italia e che al presidente dell'Istituto siano accordati i privilegi e le immunità, le esenzioni e le facilitazioni concesse ai capi di missione diplomatica. 
Mi preme segnalare che, oltre agli immobili acquisiti dall'Istituto, figura accanto al complesso di Villa Schifanoia, anche il complesso immobiliare di Villa Salviati che sarà utilizzato dall'Istituto quale sede degli archivi storici dell'Unione europea e per le attività istituzionali dell'Istituto come, ad esempio, la formazione del servizio europeo per l'azione esterna. 
Concludo, auspicando una rapida approvazione del provvedimento che ha una ridotta incidenza in termini di oneri di attuazione, 30 mila euro annui, ed è stato già approvato dal Senato il 27 maggio scorso, poiché, con la ratifica di questo Protocollo, il nostro Paese non si limita ad offrire una location all'università europea, ma dimostra di saper operare in un'epoca così pesantemente segnata dalle tentazioni dell'effimero culturale per la promozione di istituti di ricerca di livello internazionale come l'Istituto universitario europeo.