Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 25 Giugno, 2019
Nome: 
Andrea Romano

A.C. 1660

Grazie, Presidente. Dunque, credo che l'adesione della Macedonia del Nord alla NATO sia una buona notizia sotto molti punti di vista. Innanzitutto, è una buona notizia per i cittadini della Repubblica della Macedonia del Nord, che ottengono finalmente un risultato importante in termini di sicurezza e di integrazione internazionale dopo un lungo periodo di incertezza, come ricordava anche il collega Cappellacci; un lungo periodo di incertezza segnato da tensioni etniche, rivendicazioni nazionalistiche e un costante rischio di isolamento internazionale. Sono, infatti, quasi trent'anni quelli che sono trascorsi dalla dissoluzione della ex Jugoslavia, e dunque dall'indipendenza della Macedonia del Nord, e per tutto questo periodo questo Stato balcanico, piccolo, ma centrale per quella regione, è stato attraversato da una molteplicità di tensioni etniche e non aveva ancora trovato finora un approdo stabile in termini, per l'appunto, di integrazione internazionale.

La NATO è un primo, ma fondamentale, approdo in questo senso sulla strada di una più ampia integrazione della Macedonia del Nord nella rete delle istituzioni sovranazionali europee e transatlantiche, che vanno viste insieme anche da questo punto di vista, e quindi anche in vista dell'adesione auspicabile della Macedonia del Nord all'Unione europea.

Da questo punto di vista, voglio ricordare il passo importante che è stato compiuto qualche giorno fa, in Commissione esteri, grazie all'adesione unanime alla mozione presentata dal Partito Democratico, a prima firma del collega Piero Fassino, che, per l'appunto, auspicava un'adesione più ampia dei Balcani occidentali all'Unione Europea.

E anche con questo passaggio, con il passaggio che abbiamo compiuto in Commissione esteri, con il passaggio che compiamo oggi, credo con il consenso di tutte le forze politiche presenti in questo Parlamento, noi facciamo la nostra parte, che è quella di dimostrare concretamente come si incrocia l'interesse nazionale italiano con la solidità, con il lavoro da compiere per la solidità delle istituzioni sovranazionali.

Ma la seconda buona notizia credo che riguardi la NATO, che dimostra anche in questo caso di essere un'istituzione molto diversa dalla caricatura che ne fanno i nostalgici della Guerra fredda, i nostalgici della divisione bipolare del mondo, perché l'Alleanza atlantica - e lo dimostra anche nel caso della Macedonia del Nord - ha saputo dimostrare una trasformazione efficace delle proprie funzioni, della propria missione, diventando negli anni uno strumento fondamentale di stabilizzazione in chiave multilaterale.

Una trasformazione positiva, che deve proseguire, che deve essere incoraggiata, nonostante l'ostilità di chi vorrebbe tornare al passato e di chi fomenta le divisioni e la conflittualità tra gli europei.

In questo caso, Presidente, vorrei rivolgermi, attraverso di lei, anche al collega Palazzotto, che poco fa ha toccato un punto autentico, quello delle nostre relazioni con la Federazione russa. Ma, da questo punto di vista, ricordiamo, a proposito di Macedonia, i tentativi della Russia di Putin di condizionare la discussione pubblica macedone anche su questo punto; i tentativi riconosciuti da più parti di sabotare il referendum che, nel settembre del 2018, ha accolto la proposta di cambiamento di nome dello Stato macedone, quel referendum che ha aperto le porte alla pacificazione tra la Macedonia del Nord e la Grecia, e ha dunque facilitato, reso possibile, l'entrata della Macedonia del Nord nell'Alleanza atlantica.

Quei tentativi, che sono molto simili, per un altro verso, ai tentativi di ingerenza della Russia che si sono verificati in alcune tornate elettorali europee anche recenti e che - diciamocelo con franchezza - sono tentativi che puntavano e puntano a fomentare le pulsioni nazionalistiche, a fomentare le divisioni, a fomentare il conflitto nelle società europee e tra europei, perché, per carità, ha ragione il collega Palazzotto quando dice che non dobbiamo, non dovremmo - come non dobbiamo e non facciamo - rivolgerci alla Federazione russa con un atteggiamento bellicoso, ci mancherebbe altro. La Russia, mi viene da dire con una battuta, è l'ultimo Paese verso il quale nutrire pulsioni bellicose. Però, dobbiamo anche dirci con franchezza che c'è chi lavora per la divisione e chi lavora per l'integrazione, chi lavora per la cooperazione e chi lavora per la disgregazione. E in questi anni la Federazione russa, purtroppo, ha lavorato concretamente per la divisione tra gli europei in molti casi specifici, compreso il caso della Macedonia del Nord.

La terza buona notizia riguarda l'Italia, Presidente, e mi avvio alla conclusione, nel senso che il nostro voto unanime sull'adesione della Macedonia del Nord all'Alleanza Atlantica dimostra la distanza che corre concretamente tra una retorica nazionalistica nella quale è immersa questa maggioranza e quanto invece serve concretamente agli interessi nazionali italiani e agli interessi dell'Europa, perché noi siamo davvero contenti, siamo davvero lieti di vedere la Lega, per esempio, impegnata oggi a sostenere l'allargamento della NATO.

Ci rallegriamo dell'ampio sostegno parlamentare all'adesione della Macedonia del Nord all'Alleanza atlantica, ma è ovvio, inevitabile e necessario notare e sottolineare che questo sostegno va in direzione del rafforzamento delle istituzioni multilaterali, di una gestione condivisa dei conflitti etnici e nazionali, dunque di un superamento di quel suprematismo etnico che nei Balcani ha significato concretamente morte e distruzione e che qualcuno, dai banchi della maggioranza attuale, forse dai banchi di quella maggioranza che - mi rivolgo ai colleghi di Fratelli d'Italia - alcuni vorrebbero costruire, vorrebbe importare nella nostra discussione pubblica come strumento di lotta politica.

Allora, e davvero concludo mi limitavo pacatamente a salutare con favore il fatto che anche da Fratelli d'Italia, come spero, venga l'adesione ad un atto parlamentare che saluta in qualche modo il superamento di conflitti etnici che ci sono stati concretamente nei Balcani e che hanno portato morte e distruzione. E se questo significa mettere da parte, anche solo per poche ore, una retorica nazionalistica che ha fatto male a quei Paesi, come noi crediamo possa fare male anche all'Italia, c'è solo da rallegrarsi.