Dichiarazione di voto finale
Data: 
Mercoledì, 6 Novembre, 2019
Nome: 
Andrea Romano

A.C. 1625-A

Grazie Presidente, esprimo il voto favorevole del Partito Democratico su questo Accordo. Ricordo che questo Accordo non prevede la fornitura di armi né di armamenti. È un accordo - è un'informazione che forse ci può essere utile - che comporta una spesa di circa 4 mila euro l'anno, ad anni alterni.

Però, con l'occasione, voglio anche esprimere e chiarire qual è la volontà politica, con la quale il PD sostiene questo provvedimento, una volontà politica rivolta ad esercitare una pressione diplomatica internazionale sul Turkmenistan, nell'auspicabile direzione di un'apertura di questo Paese alla comunità internazionale, così come nell'auspicabile miglioramento dei suoi standard, in tema di rispetto dei diritti umani e di procedure democratiche. Nessuno, infatti, vuole nascondere che il Turkmenistan rappresenta uno dei Paesi, ahimè, più retrivi, dal punto di vista del rispetto dei diritti umani e del rispetto dei principali standard democratici. Non ce lo nascondiamo, soprattutto all'interno di quest'Aula.

D'altra parte, dobbiamo prevedere e configurare questo provvedimento, che oggi approviamo, come uno strumento di condizionalità internazionale. Gli strumenti di condizionalità sono tanti. Alcuni sono più direttamente rivolti ad uno scambio; altri, come questi, sono rivolti a favorire, per l'appunto, la rassicurazione di Paesi molto chiusi - e certamente il Turkmenistan è un Paese estremamente chiuso - affinché si aprano al dialogo internazionale, affinché favoriscano un percorso che, per quanto accidentato e complicato possa apparire, soprattutto in questo Paese, deve inevitabilmente procedere sulla strada della maggiore apertura e del maggior rispetto degli standard democratici. D'altra parte - lo dico con grande rispetto, rispetto ad altre forze politiche che fanno scelte diverse su questo provvedimento - a volte è più facile e più gratificante lavarsi le mani, di fronte a Paesi che violano standard democratici. Ma noi crediamo che sia doveroso e necessario, anche se più difficile, impegnarsi e ingaggiare il proprio Paese in un percorso di condizionalità internazionale, perché la democrazia a volte si può ottenere facilmente; a volte la democrazia è il termine lontano di un percorso che va seguito anche grazie alla pressione diplomatica di Paesi come il nostro.