Discussione generale
Data: 
Martedì, 14 Novembre, 2017
Nome: 
Umberto D'Ottavio

A.C. 4462

Presidente, ho chiesto di intervenire su questo Accordo per aggiungere, alle cose che ha già detto il relatore Fabio Porta che, nel mese di agosto, una delegazione parlamentare composta da senatori e deputati del nostro Parlamento ha svolto una missione in Colombia nell'ambito dei rapporti di amicizia fra il Parlamento italiano e quello colombiano. Abbiamo accettato l'invito che c'era pervenuto, e lo scopo principale di quell'invito è stata la verifica sul campo dell'attuazione dell'accordo di pace fra il Governo e le organizzazioni armate rivoluzionarie.

Questa missione, che si è svolta con la proficua collaborazione della nostra ambasciata, ci ha consentito anche di verificare come l'approvazione di questo provvedimento fosse indispensabile. Anzi, ci è stato chiesto espressamente di sostenerne l'approvazione, perché la collaborazione tra le forze di polizia italiane e quelle colombiane è indispensabile per la lotta al narcotraffico. Anche per questo vorrei rivolgere un particolare ringraziamento ai nostri agenti, ufficiali e non, che con passione, impegno e anche a rischio personale sono impegnati nella repressione di un mercato illegale che semina morte e che vede nelle mafie del nostro Paese, purtroppo, un protagonista importante.

Non voglio qui ripercorrere quanto già in modo chiaro hanno descritto autori, giornalisti e magistrati di indagini che hanno dato vita anche a serie televisive - magari gli italiani le conoscono più per aver seguito serie televisive -, ma voglio ribadire che purtroppo la realtà è addirittura oltre le immagini televisive e molto più grave. La Colombia è un Paese straordinario per la sua natura e le sue risorse. Oggi la parte migliore del Paese - lo ricordava molto bene il relatore - è impegnata nel superare cinquant'anni di lotta armata, che ha condizionato la possibilità di sviluppo e che ha lasciato senza controllo legale intere zone, favorendo soprattutto lo sfruttamento dei campesinos e spesso anche il loro assoggettamento ai cartelli criminali, che hanno sfruttato le favorevoli condizioni climatiche per la produzione della cocaina, pagando una miseria i coltivatori e facendo enormi guadagni con la sua raffinazione e la sua vendita.

Oggi quel Paese - ce lo ha raccontato il Ministro della difesa colombiano, che abbiamo ascoltato in audizione al Senato - è impegnato nella sostituzione della coltivazione della cocaina con altre produzioni. È un processo lungo e che ha bisogno della pace, per questo l'Italia deve sostenere l'ONU nel seguire le operazioni di superamento del conflitto e appoggiare le tante nostre ONG che sono presenti in Colombia con molti giovani, tra l'altro soprattutto donne, che seguono progetti puntuali di cooperazione internazionale e che sono molto concreti nel sostenere lo sviluppo agricolo nel rispetto dell'ambiente e della cultura contadina.

Con l'approvazione di questo provvedimento, rafforziamo i rapporti tra Colombia e Italia contro l'illegalità e lo sfruttamento dei più poveri; una battaglia che non ha confini e che ci deve vedere uniti nel contrasto alla criminalità organizzata, e che vede nella collaborazione fra le forze di polizia dei due Paesi un tassello importante per la sua riuscita.