Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 3 Luglio, 2019
Nome: 
Piero Fassino

 Doc. XVI, n. 2

Signor Presidente, grazie. Noi voteremo con convinzione le missioni internazionali, perché non consideriamo questo un passaggio burocratico. Stiamo discutendo dell'impegno militare e civile del nostro Paese in teatri di guerra e siamo consapevoli che viviamo in tempi in cui la sicurezza è anch'essa diventata un problema globale e anche ciò che accade a migliaia e migliaia di chilometri dal nostro Paese ci investe e ci riguarda. Viviamo in un tempo nel quale ogni Paese è chiamato ad assumersi la propria responsabilità: per oltre mezzo secolo, il mezzo secolo che abbiamo alle spalle, la sicurezza è stata per lungo tempo garantita dalle due potenze nucleari e il mondo era consumatore di una sicurezza che producevano due. Oggi non è più così e siamo chiamati tutti a essere consumatori della sicurezza di cui, però, dobbiamo essere produttori e, quindi, c'è una diretta responsabilità che ci investe e ci riguarda ed è per questo che, come in precedenti passaggi parlamentari, noi voteremo le missioni.

Quello che vorremmo, però, qui dire è che ogni volta che si discute delle missioni occorre, appunto, non avere un approccio burocratico, ma verificare esattamente la congruità di quelle missioni, che cosa stanno facendo e se quello che stanno facendo corrisponde alle finalità che noi ci proponiamo. Questo vale, in particolare, per quelle crisi che più da vicino investono il nostro Paese e, in particolare, quelle aree, dai Balcani al Mediterraneo, che sono più prospicienti al nostro Paese, quindi, tutto quello che accade là ci investe e ci riguarda direttamente.

Ebbene, in particolare, io credo che qui l'attenzione non può che essere concentrata sulla crisi libica: una crisi che, in questi mesi, nuovamente conosce un avvitamento in una spirale di guerra, con la decisione del generale Haftar di scatenare un'offensiva contro il Governo Serraj per occupare Tripoli, smentendo, tra l'altro, le propagandistiche rappresentazioni secondo cui la Conferenza di Palermo avrebbe determinato un accordo tra Haftar e Serraj; una crisi intorno a cui si giocano gli equilibri del Mediterraneo, perché sappiamo tutti che questa crisi vede protagonisti l'Arabia Saudita, la Turchia, il Qatar, l'Egitto; una crisi che si svolge in uno scenario che è caratterizzato da turbolenze anche in altri Paesi, dall'Algeria al Sudan, per non parlare della Siria, dove stiamo per entrare nel decimo anno di guerra civile; una crisi che mette in luce aspetti drammatici di violazione dei diritti umani, in particolare, quando si guarda ai campi nei quali sono ospitati migranti e profughi.

Tutto questo non può essere affrontato con un approccio burocratico: tutto questo richiederebbe - e uso non a caso il condizionale - un ruolo attivo del nostro Paese in questa crisi, in questo scenario. E uso il condizionale perché, in realtà, con questo Governo, noi siamo di fronte a una assoluta latitanza dell'Italia in uno scenario così drammatico, problematico e così strategico per il nostro Paese. Noi impegniamo forze navali, uomini, militari e civili, in missioni in teatri di guerra, quello che manca è una strategia politica dentro cui questo impegno si giustifichi e si legittimi. L'impegno italiano per il quale noi qui siamo chiamati a votare è figlio di un accordo che è stato sottoscritto tra il Governo Gentiloni e il Governo Serraj nel febbraio del 2017 che prevedeva, e prevede, dei precisi impegni, all'articolo 2: la sicurezza dei confini alla Libia del sud, il contrasto al traffico dei migranti, la umanizzazione dei centri di accoglienza, con il monitoraggio dell'UNHCR e dell'OIM, la formazione della guardia costiera e del personale dei centri di accoglienza, un impegno a sostegno delle municipalità libiche, un impegno a garantire tutto ciò che può consentire la ricostruzione civile e la rimessa in campo di attività economiche. Un accordo impegnativo, che ha visto il Governo Gentiloni e, in particolare, il Presidente del Consiglio e il Ministro Minniti impegnati tutti i giorni nel garantirne l'applicazione. Ebbene, tutto questo voi l'avete lasciato cadere: l'unica cosa di cui in questo momento il Governo italiano si occupa è che nessuno arrivi in questo Paese; al di là di quello che succede nel bagnasciuga del nostro Paese, voi non vi state occupando di nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Credo che vada detto con molta chiarezza che qui c'è una responsabilità gravissima del nostro Governo. Al collega Iezzi, che ha usato parole di cui credo, e spero, si voglia pentire e rammaricare vorrei dire che chi svolge la testa dall'altra parte è assai più complice di quello che accade nel Mediterraneo di chi, invece, si occupa di salvare delle vite delle vite umane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La vostra azione in questi mesi è stata: criminalizzare le ONG, in disprezzo delle tantissime vite umane che le ONG hanno salvato. Avete sabotato la missione Sophia: Ministro, lei ha detto la missione Sophia è congelata. Con un eufemismo: è congelata, prima di tutto, per il sabotaggio che questo Governo ha determinato della missione Sophia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avete determinato la chiusura dei porti, in dispregio e in violazione delle norme del diritto marittimo internazionale, e avete trasformato quaranta poveri cristi in un'emergenza internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), quando ci volevano pochi minuti a risolvere quel problema. E c'è il disinteresse totale nei confronti dell'aspetto più drammatico, che è l'aspetto dei campi: campi profughi in cui ci sono, come sappiamo tutti, perché conosciamo le relazioni dell'UNHCR, condizioni di vita disastrose, violazioni di diritti umani fondamentali, vessazioni di ogni tipo; campi nei quali, sulla base di quell'accordo sottoscritto, era previsto il monitoraggio di UNHCR e OIM, che avevano cominciato a realizzarlo e che, oggi, denunciano di non essere nelle condizioni di poterlo fare perché non c'è nessuno che li sostiene, li assiste e li accompagna.

Così come quell'accordo prevedeva, e prevede, corridoi umanitari, che si sono cominciati a realizzare in Italia, ma bisogna dire con grande chiarezza che i corridoi umanitari che si sono realizzati si sono realizzati grazie all'iniziativa della Comunità di Sant'Egidio, della comunità valdese, delle organizzazioni di volontariato e il Governo si è limitato a non ostacolarle, quando, invece, dovrebbe assumere i corridoi umanitari come un'iniziativa propria per svuotare i campi e uscire dalla drammaticità in cui vivono i profughi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E così, del Fondo per l'Africa si sono perse le notizie. Vorrei segnalare a quest'Aula che, nella legge di bilancio che si sta predisponendo, c'è una riduzione drastica dei fondi per la cooperazione allo sviluppo. Vorrei sapere che cosa significa farli stare meglio a casa loro quando si riducono le risorse per sostenere lo sviluppo di quei Paesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E l'assenza di una qualsiasi iniziativa politica, che io credo sia fondamentale per dare un senso al nostro impegno con le missioni militari che qui stiamo per approvare.

Insomma, quello che noi vi chiediamo è di cambiare radicalmente strada, di riprendere, invece, il percorso che era previsto dall'accordo Gentiloni-Serraj, di mettere in campo le iniziative che possono consentire di favorire una soluzione negoziale alla crisi libica, messa oggi in causa dall'offensiva del generale Haftar che ha come unico obiettivo quello di liquidare la possibilità di una soluzione politica a vantaggio semplicemente di un'affermazione militare.

Ma se volete che le missioni che noi stiamo per votare e che vedono l'impegno dei nostri uomini, a cui anche da parte del gruppo del Partito Democratico va il ringraziamento per l'attività che ogni giorno svolgono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), se volete che quelle missioni abbiano un senso, allora c'è la necessità di riprendere un'iniziativa politica a partire dall'accordo che era stato sottoscritto e ottemperando ogni giorno per l'applicazione di quegli accordi.

Per questa ragione - e ho chiuso - noi voteremo le missioni EUNAV, UNSMIL e quella di assistenza ospedaliera a Misurata, non parteciperemo al voto sulla missione che prevede l'assistenza alla Guardia costiera libica, perché quell'assistenza era parte di una strategia che vedeva il coordinamento della Guardia costiera italiana e di tutti gli operatori che agivano nel Mediterraneo; voi avete liquidato quel ruolo e oggi, quindi, la Guardia costiera libica, in realtà, assume un ruolo e un'attività che è equivoca e per la quale non è opportuno rinnovare l'assistenza bilaterale