Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 7 Agosto, 2014
Nome: 
Giampaolo Galli

A.C. 2542-A

Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico ha votato a favore del rendiconto e voterà a favore dell'assestamento 2014, perché questi due documenti mostrano, come ha bene evidenziato il relatore, onorevole Misiani, che i conti sono stati tenuti sotto controllo. 
Vi sono aspetti problematici che questa discussione ha messo in evidenza: l'ulteriore compressione della spesa per investimenti – e chi dice questo dice una cosa vera, ma forse avrebbe il dovere di dire come si comprime la spesa corrente, nel momento in cui si concorda sul fatto che andrebbe invece aumentata la spesa per investimenti – e soprattutto l'aspetto problematico è l'aumento del rapporto debito-PIL. 
Ovviamente il tema cruciale, già evidenziato dalla Corte dei conti, diventa quello di quanto l'aggiustamento fatto sino ad ora sia tale da mettere in sicurezza l'Italia sotto il profilo della sostenibilità del debito pubblico e, dunque, qual è lo sforzo aggiuntivo che deve essere ancora compiuto. 
I dati ci dicono che, malgrado il cattivo andamento dell'economia, che perdura sino al secondo trimestre di quest'anno – sembra quasi che qualcuno sia contento di questo, noi non lo siamo affatto ovviamente – l'Italia ha fatto sostanzialmente ciò che era necessario per mettere sotto controllo la dinamica del debito pubblico. 
Sbagliano i catastrofisti, sbaglia chi dice che l'Italia sta sprofondando. Non è vero. Sbagliano coloro che ritengono che l'Italia sia su un sentiero di insostenibilità. Secondo le stime della Commissione europea, all'indebitamento netto pari al 3 per cento del 2013 corrispondeva un disavanzo corretto per il ciclo pari allo 0,7 per cento del PIL. L'Italia, dunque, anche nella valutazione della Commissione non è lontana dal pareggio strutturale. 
A questa considerazione se ne aggiunge un'altra che è ampiamente condivisa dagli addetti ai lavori, nota agli investitori, e contribuisce a spiegare la fiducia che ci stanno accordando i mercati, e dunque il calo dello spread. Io non vedo sfiducia nei mercati, come è stato qua detto, vedo invece una fase di fiducia dei mercati. 
Il punto è che la realtà del nostro deficit strutturale, ossia corretto per l’output gap, si ritiene dai più che sia migliore di quanto non emerga dalle stime della Commissione. Uno dei molti punti che deve essere trattato con Bruxelles. Basti considerare che, nel solo anno 2011, l'Italia ha fatto quattro manovre, come ricorderete, che assommano a quasi il 5 per cento del PIL come effetto sull'indebitamento 2013. Questo grande sforzo non è pienamente riflesso nei dati della Commissione, per motivi che sarà opportuno approfondire nelle sedi opportune. 
Vengo all'implicazione politica, che è che, con una manutenzione intelligente dei risultati raggiunti, i parametri di finanza pubblica si indirizzeranno nella direzione della sostenibilità, ossia della graduale riduzione del rapporto debito-PIL, non appena la situazione congiunturale e l'inflazione torneranno ad una condizione di relativa normalità. 
Non è, dunque, giustificato il pessimismo che circola in alcuni ambienti riguardo le prospettive del nostro debito; è vero, invece, lo dobbiamo dire con grande forza, con grande convinzione in questo Parlamento, che i grandi sacrifici che gli italiani hanno fatto in questi anni non sono stati inutili e stanno dando dei risultati. 
Non hanno alcun senso le ipotesi, che sono sottese ad alcuni degli interventi che ho sentito qua, di ristrutturazione del debito, le quali ipotesi sono anche apparse sulle prime pagine di alcuni quotidiani italiani. La ristrutturazione del debito non sarebbe affatto una liberazione dalla necessità di perseguire la disciplina di bilancio, sarebbe una forma estrema di austerityconcentrata in un brevissimo periodo di tempo; sarebbe una tassa straordinaria e straordinariamente elevata, nell'ordine necessariamente di alcune decine di punti di PIL; per confronto la stretta fiscale operata dal Governo Monti è stata di 2,5 punti di PIL, non di 30 o 40. 
Appare evidente che, in un'ipotesi del genere, crollerebbe ben più di quanto non sia accaduto fino ad oggi la domanda interna, con effetti devastanti sulle imprese e sull'occupazione. Ci sarebbe il default delle banche con tutte le conseguenze che ciò comporta, come insegna l'esperienza della Grecia. È difficile immaginare come l'economia possa riprendersi dopo uno chocdi questo tipo; è, però, certo che ci vorrebbero molti anni segnati da sofferenze sociali mai sperimentate prima. 
Questo Governo muove dall'assunto che bisogna tenere ferma la barra del timone dei conti pubblici perché non ci sono scorciatoie. Molti degli interventi che ho sentito qua sembrano assumere che ci siano delle alternative. No, le alternative sono molto peggiori e non certo per chi detiene capitali all'estero ma per il popolo, per il nostro popolo e, in particolare, per i più deboli. 
Dobbiamo ora fare ogni sforzo per rilanciare la crescita attraverso le riforme che questo Governo ha iniziato a fare; è questa la condizione per negoziare con successo, come ha detto molte volte il Presidente del Consiglio, un cambiamento delle politiche europee. 
Vanno ridotte le tasse sul lavoro come non si è mai fatto prima e come, invece, si è iniziato a fare con il bonus Irpef di 80 euro. I margini ci sono, devono venire dalla spending review, che va fatta con grande serietà e determinazione, come ha ribadito anche oggi in questa sede il Ministro dell'economia. La riduzione delle tasse e le riforme servono perché oggi la nostra burocrazia, lo sappiamo tutti, la giustizia, il fisco, sembrano fare di tutto per scoraggiare gli investimenti. 
Concludo dicendo che le riforme in campo istituzionale ed economico che questo Governo ha impostato, assieme al mantenimento di una ragionevole disciplina di bilancio, rimangono le condizioni necessarie per la ripresa della produzione e dell'occupazione. 

Sono l'ingrediente indispensabile per poter finalmente tornare a percorrere il sentiero della crescita. Per questi motivi di natura tecnica e politica dichiaro che il gruppo del Partito Democratico vota e voterà a favore dei due provvedimenti che sono oggi all'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).