Data: 
Giovedì, 7 Agosto, 2014
Nome: 
Alessandra Terrosi

Signor Presidente, intervengo per ricordare a questo Parlamento tre giovani uomini, tutti residenti in quell'angolo di Italia dove Lazio e Umbria si incontrano e tutti morti sul lavoro, nell'arco temporale di appena una settimana. 
Alessio Corradini, un operaio di Ciconia, Orvieto, in provincia di Terni, trentaquattrenne, dipendente di Rete ferroviaria italiana, ieri mattina ha trovato la morte mentre lavorava alla manutenzione della linea ferroviaria, folgorato da una scarica elettrica nella stazione di Fabro-Ficulle. Roberto Papini, di 42 anni e Fabio Lisei di 44 anni, entrambi di San Lorenzo Nuovo in provincia di Viterbo, il 28 luglio scorso sono deceduti in un centro di compostaggio di Aprilia, investiti dalle esalazioni venefiche, acido solfidrico, sprigionatesi dal percolato che stavano travasando. Tutti lasciano famiglie e amici. Per tutti, comprese famiglie e amici, l'esistenza è spezzata. 
In tutti i casi citati ovviamente è doveroso attendere il lavoro della magistratura per l'accertamento delle responsabilità. Dobbiamo, però, chiederci e lo dobbiamo a questi tre giovani uomini morti in una normale giornata di lavoro, ma anche a noi stessi, quanto per questo Parlamento sia grave e non più accettabile che i lavoratori e le lavoratrici perdano la vita sul posto di lavoro, a causa del lavoro. Credo che dare una risposta a cui far seguire atti precisi e volti ad aumentare la prevenzione e a garantire l'applicazione delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro, oltre che sostenere le famiglie delle vittime, sia un dovere di questo Parlamento. Riuscire a non permettere più che si muoia sul lavoro, credo si possa definire un obiettivo di civiltà.