Data: 
Mercoledì, 28 Giugno, 2017
Nome: 
Franco Cassano

Stefano Rodotà si è affacciato in quest'Aula in più legislature, spinto dalla sua passione civile che, come è stato ricordato, lo ha portato a ricoprire incarichi politici di grande responsabilità. Ma egli è divenuto un protagonista del dibattito politico e culturale anche e, soprattutto, sulla scia di un lungo ed originale lavoro di riflessione teorica; il cuore di tale riflessione è stata la difesa e lo sviluppo di una democrazia innervata dai diritti, capace, cioè, non solo di difendersi dagli abusi di ogni potere, ma di espandere progressivamente la sfera delle libertà. Un lavoro tanto più delicato ed importante in una stagione in cui i processi di globalizzazione spingono costantemente gli Stati, per attirare i capitali, a comprimere i diritti e i sistemi di protezione sociale.

La frequenza con cui il suo nome è risuonato recentemente nel dibattito politico non è che la conseguenza di questo passaggio drammatico che investe tutti i Paesi occidentali nel conflitto tra la difesa dei diritti e le nuove condizioni nella concorrenza globale.

In particolare, negli ultimi anni, la sua battaglia ha avuto come fuoco la difesa dei beni comuni, cioè di tutte quelle risorse che vanno sottratte al mercato e alla concorrenza perché d'interesse collettivo; risorse la cui privatizzazione esporrebbe la comunità a rischi gravi di dissesto e squilibrio. In un'epoca come la nostra, in cui il riscaldamento del Pianeta si rivela come una drammatica realtà che compromette quel grande bene comune che è il nostro ambiente, il lavoro di Rodotà ha il grande merito di aver formulato un impianto teorico all'altezza dei tempi.

Questa sensibilità derivava a Rodotà dall'impostazione laica e libertaria del suo pensiero, dalla costante apertura antiformalistica della sua riflessione, che, sottraendo il diritto alle diatribe tra specialisti, lo portava ad incrociare i grandi problemi sociali e le battaglie civili. È per questa ragione che il suo pensiero, pur avendo al centro, come diceva il titolo di uno dei suoi ultimi libri, il diritto di avere diritti, ha sempre avuto coscienza del rapporto difficile, ma necessario, tra libertà ed eguaglianza.

I diritti sono presidio delle libertà, ma vanno estesi a tutti, e questa espansione dei diritti è un percorso difficile e complesso, talvolta contraddittorio, e con questi problemi dovremo misurarci nei prossimi anni.

Descrivere, sia pure sommariamente, la biografia intellettuale e civile di Rodotà è però impossibile senza vedere il nesso inscindibile tra l'opera e la persona, tra i tratti libertari del suo pensiero e la sua curiosità e disponibilità umana. L'hanno sottolineato in tanti in questi giorni: l'affetto e la stima che lo circondavano, anche nel cuore di un confronto teorico e politico serrato, derivavano dalla convinzione irresistibile di trovarsi di fronte, nello stesso tempo, ad un grande studioso e ad una persona mite, curiosa, interessata al dialogo e capace di amicizia. È per questo che egli mancherà non solo a chi parla, ma a tanti dentro e fuori quest'Aula.