Data: 
Giovedì, 14 Maggio, 2015
Nome: 
Simona Flavia Malpezzi

A.C. 2994-A 

Grazie, Presidente, buongiorno, signora Ministra. In questa mattina abbiamo sentito tante parole ricorrenti: una tra tutte, quella dell'autonomia. Finalmente, con questo disegno di legge, riusciamo a realizzare qualcosa che era un sogno dei Governi di centrosinistra: l'autonomia scolastica. Infatti, per fare autonomia, non bastano le norme. Le norme le abbiamo viste, ci sono di già. Ci vogliono le risorse: ci vogliono risorse materiali, noi le mettiamo, e ci vogliono risorse umane, e noi mettiamo anche quelle. 
  Le mettiamo perché, all'interno di questo disegno di legge, in quello che è stato, forse, uno degli articoli più controversi e discussi, l'articolo 8, che adesso si è trasformato, con tutte le modifiche, in articolo 10, abbiamo presentato ed emendato il cosiddetto piano assunzionale. Infatti, per dare gambe all'autonomia, ci vogliono risorse e ci vogliono risorse umane. Bisogna trasformare la scuola in qualcosa di stabile, bisogna garantire ai nostri ragazzi la continuità didattica, e questo processo lo si attua solo attraverso le assunzioni. Ora, assumere chi ? 
  In Italia ci troviamo con tre tipologie di cosiddette graduatorie, tre fasce: le cosiddette graduatorie ad esaurimento, la seconda fascia e la terza fascia. Ogni fascia è diversa, non per bravura e preparazione degli insegnanti, ma per il titolo che questi insegnanti hanno. In Italia si entra di ruolo nella pubblica amministrazione per concorso: lo dice un articolo della Costituzione, l'articolo 97, che recita che negli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si entra mediante concorso, salvo i casi previsti della legge. Noi queste persone ce le abbiamo lì, le abbiamo nelle graduatorie ad esaurimento, non le abbiamo scelte. Ci sono: hanno superato un concorso o ci sono stati casi, previsti dalla legge, che hanno consentito a queste persone di entrare in queste graduatorie. Non abbiamo fatto una scelta. Perché dico questo ? Perché, nella grandissima campagna di ascolto, che è partita dal mese di settembre, oltre al lavoro fatto dal Ministero, vi è stato tutto un lavoro del Partito Democratico di ascolto sui territori e di incontro proprio dei precari di quella seconda fascia e terza fascia che non erano previsti, e non sono previsti, in maniera così diretta, nel piano assunzionale. Con queste persone si è creato un rapporto, abbiamo tenuto i contatti, sappiamo quali sono le loro necessità e sappiamo anche che, per anni, loro hanno sostenuto la scuola. 
  L'hanno sostenuta perché i Governi che si sono succeduti hanno distrutto quel piano che avevamo fatto partire nel 2006, quando avevamo detto «graduatorie ad esaurimento che devono essere chiuse e poi si va avanti, solo ed esclusivamente, con i concorsi». Concorsi che non sono stati fatti e che hanno creato questa continua stratificazione. C'erano – certo – i corsi abilitanti, il cosiddetto TFA, il tirocinio formativo attivo, qualificante. Le persone che l'hanno fatto, hanno superato degli esami, ma – ahimè – lo diceva il bando stesso che non attribuivano titolo concorsuale. Questo lo dobbiamo dire chiaramente, perché la norma non è norma solo quando ci serve, è norma sempre e chi ha affrontato i TFA, superando delle prove assolutamente selettive, indubbiamente selettive, non aveva, però, un titolo di valore concorsuale. Il Partito Democratico aveva cercato anche di intervenire nella scorsa legislatura a sostegno di altri docenti, di quelli che, sempre per mancanza dello Stato, avevano prestato il loro servizio per anni senza poter fare i concorsi. Avevamo dato loro la possibilità di fare i percorsi abilitanti speciali, perché anche l'anzianità di servizio è un valore, non l'unico rispetto alla qualità, ma è un valore. L'esperienza si fa anche attraverso la pratica e noi abbiamo insegnanti validissimi che hanno superato i percorsi speciali, i cosiddetti PAS. Noi abbiamo gli insegnanti abilitati che magari – non esprimo un giudizio, ma dico: magari – sono migliori di quelli che ci sono nelle graduatorie ad esaurimento o viceversa – ripeto, non è questa la questione – ma i titoli che hanno sono diversi. Noi non potevamo fare altrimenti, il disegno di legge lo dice chiaramente: si assumono quelli che noi possiamo assumere e sono quelli che si trovano nelle graduatorie ad esaurimento, per gli altri viene previsto il concorso, riconoscendo a loro i titoli, riconoscendo il percorso che hanno fatto e dicendo, una volta per tutte, che i concorsi verranno fatti solo per abilitati. Quindi, l'abilitazione è il primo step che consentirà, poi, tutto quel percorso che permetterà, finalmente, l'immissione in ruolo. 
  Non ricordiamo solo i più di 100 mila che noi andremo ad assumere con questo disegno di legge dal 1o settembre, quindi con l'inizio del prossimo anno scolastico, ma andiamo anche a ribadire che ce ne sono altri 60 mila che verranno assunti attraverso concorso, nei prossimi anni. Non è poco, non stiamo scherzando con i numeri. I numeri che avevamo all'interno del primo testo della buona scuola, di quelle graduatorie, non consideravano ancora le sovrapposizioni tra le diverse classi di concorso; quando abbiamo avuto la possibilità di guardare attentamente, e nei dettagli, quelli sono i numeri che sono emersi. Sono emersi dei numeri che ci dicono di cosa la scuola ha bisogno, e non sono emersi semplicemente per la sentenza della Corte europea, perché le sentenze, oltre che accolte, vanno lette, e la sentenza penalizza l'Italia per aver reiterato dei contratti su posti vacanti e disponibili, significa più di 4000 mila docenti in tutta Italia; vacanti e disponibili. Noi ne assumiamo 100 mila, non stiamo correndo incontro alla sentenza, stiamo facendo un gesto che ci consentirà, finalmente, di trasformare quelle che per noi, sulla carta, erano questioni fondamentali, come l'autonomia, dal prossimo settembre, in una realtà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).