Data: 
Giovedì, 14 Maggio, 2015
Nome: 
Umberto D'Ottavio

A.C. 2994-A

Grazie, Presidente. So che ho solo sei minuti e, così come hanno fatto i miei colleghi, stiamo cercando e cercherò rapidamente anche io di dare a questa discussione il senso che deve avere, cioè riportare ad un rilievo positivo il provvedimento di cui stiamo parlando, sapendo che ovviamente ci siamo presi una responsabilità e, cioè, che stiamo accettando una sfida complicata, che è quella di cambiare la scuola. 
Perché è complicata ? Perché il mondo della scuola è un mondo molto complesso. Infatti, io vorrei partire da una questione molto piccola per qualcuno, ma per me molto importante. Sono molto contento, per esempio, che la Commissione abbia approvato di inserire all'articolo 3, sulla questione che riguarda il piano dell'offerta formativa, un capoverso che parla anche dell'educazione degli adulti. Noi in Italia abbiamo, purtroppo, il più basso numero di adulti in formazione e c’è un grandissimo analfabetismo di ritorno. Questo provvedimento dice che entro 60 giorni il Ministero dovrà mettere mano al regolamento che regola, appunto, i centri provinciali per l'istruzione degli adulti, affidando ed integrando possibilmente tutte le loro competenze, perché il tema dell'istruzione degli adulti è un tema che riguarda adesso migliaia e migliaia di cittadini in formazione e che per un Paese come il nostro diventerà – e lo deve diventare – un tema di grande importanza, perché crediamo davvero nella formazione permanente e continua. L'altro argomento che vorrei affrontare è un argomento per il quale mi permetto di partire, anche qui, rapidamente da un aneddoto, diciamo così: sapete come e chi decide il nome di una scuola ? C’è una concertazione enorme intorno alla decisione di intitolare una scuola. Interviene il comune, interviene il Ministero, interviene la prefettura, decide il collegio dei docenti. E poi noi abbiamo delle scuole che si intitolano a Gramsci, Rodari, Calvino, Marie Curie. Sapete, per esempio, che abbiamo dieci scuole dedicate ad Enzo Ferrari e soltanto due dedicate a Cavour ? Io ho sempre pensato che intitolare una scuola ad un grande della cultura o della scienza fosse molto più che dedicare loro una statua e, se potessimo adesso vedere magari qualche slide di queste scuole, molto spesso vedremmo che alcune di queste all'esterno hanno ponteggi di sicurezza o aule chiuse per inagibilità. Ovvio abbiamo anche delle situazioni di scuole perfette, dove tutto funziona. Oggi, però, i comuni e le province e, purtroppo, anche le nuove città metropolitane ci dicono che non ce la fanno più a fare la manutenzione delle scuole. Ecco perché io sono molto contento che quello che è diventato l'articolo 21 di questo provvedimento dice una cosa molto chiara: lo Stato ritorna a farsi carico dell'edilizia scolastica, innanzitutto rilanciando l'osservatorio, completando il percorso per l'anagrafe dell'edilizia scolastica, dando un ruolo all'unità di missione di fare un programma nazionale di intervento. Guardate, noi abbiamo bisogno di questo, abbiamo bisogno di un programma nazionale di intervento sull'edilizia scolastica. Sono molto contento che in Commissione sia passato l'emendamento che consente di ampliare l'osservatorio alla partecipazione di associazioni che staranno con il fiato sul collo anche alla signora Ministro, ma anche a noi Parlamento. Cittadinanzattiva, Legambiente ci ricorderanno sempre le cose che dobbiamo fare. Io credo che da questo punto di vista sia importante l'idea di istituire una giornata nazionale per la sicurezza delle scuole, non fatta, come dire, come una cosa qualunque, ma anche perché i primi ad essere consapevoli della sicurezza devono essere innanzitutto gli utenti. Io ribadisco che le scuole insicure vanno chiuse, ecco perché è importante quell'articolo che parla delle indagini diagnostiche. Noi abbiamo fatto una campagna di rilevazione dello stato dell'edilizia scolastica facendo dei controlli visivi, invece con questo provvedimento stanziamo 40 milioni di euro per poter fare indagini vere e proprie e conoscere lo stato di sicurezza dei nostri 42 mila edifici. 

C’è poi un articolo molto importante che è quello delle scuole nuove. Qui c’è anche una sfida da lanciare alle nostre categorie professionali, ai nostri ingegneri e architetti; c’è bisogno che si lancino anche nello studiare soluzioni tecniche nuove. Lo school bonus: questa cosa forse nessuno l'ha letta, ma qui si parla di sostenere la manutenzione degli edifici. Io devo dire che negli altri Paesi l'idea che qualche mecenate restituisca un po’ della ricchezza nel valorizzare il patrimonio edilizio non è una cosa strana. Solo da noi sembra una cosa strana, facciamola questa cosa, speriamo di avere tanti che contribuiscano, magari come se sostenessero un monumento, a sostenere la propria scuola.  La scuola dell'autonomia è di un'autonomia incompiuta. Noi vogliamo rovesciare l'impostazione: non è lo studente che si adatta alla scuola. Questa è la vecchia concezione autoritaria di istituzione. Noi abbiamo bisogno di una scuola che si adatta allo studente, che lo accoglie, lo fa crescere e lo rende un cittadino autonomo e capace (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).