Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 18 Giugno, 2014
Nome: 
Mino Taricco

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Signor Presidente, signor sottosegretario, colleghi, il tema di cui trattiamo, la semplificazione, è uno di quelli che più pesantemente condizionano la vita dei cittadini e delle imprese nel nostro Paese. 
  Abbiamo tutti sotto gli occhi, quotidianamente, statistiche e studi, ma anche e soprattutto proteste, domande di aiuto da parte di cittadini e di imprese, che ci rendono evidente un quadro drammatico. 
  È stato ricordato anche nella discussione che c’è stata in quest'Aula: i tempi necessari per ottenere autorizzazioni, per esportare e per importare, per compilare una dichiarazione, per pagare le imposte, per predisporre la documentazione per un progetto possono arrivare anche al doppio della media europea in molti adempimenti ed hanno una ricaduta pesantissima su imprese e famiglie, sia in termini di aggravio e di costi diretti che anche indiretti. 
  La semplificazione burocratica è una delle prime cause del nostro ritardo competitivo e molte analisi portano a correlare la complessità e la complicazione burocratica con gli spazi di corruzione o anche solo di evasione e di elusione delle norme. 
  In questi mesi di lavoro in Commissione bicamerale per la semplificazione, nel corso delle audizioni, abbiamo avuto una conferma puntuale di questo stato di cose. Moltissimi sono stati i riscontri e gli esempi concreti di questo stato di difficoltà del Paese: norme diversamente applicate da regione a regione, modulistica e procedimenti con modalità diverse da comune a comune, difficoltà interpretative di norme spezzettate e sparse in decine di leggi, testi unici che sono stati modificati decine di volte, senza una riforma organica, recepimento di direttive comunitarie con modalità molto più complesse rispetto agli altri Paesi europei, procedimenti amministrativi complessi e di durata inaccettabile, adempimenti formali che non incidono poi sulla realtà in molti settori. 
  La Banca Mondiale ha calcolato che la gestione amministrativa e fiscale a carico delle dell'imprenditoria italiana occupa mediamente il 76 per cento in più rispetto alla media europea ed il 46 per cento rispetto ai Paesi OCSE. 
  Non è un problema di poco conto che la Corte dei conti abbia lamentato la difficoltà nei controlli sulla pubblica amministrazione, addebitando in molti casi i problemi alla complessità, frammentarietà e mancanza di chiarezza delle norme. 
  Non è un problema minore, che la complessità normativa abbia trovato già accoglimento, davanti alla magistratura, come scusante di comportamenti illegali, portando in alcuni casi all'esclusione del danno erariale. Una complessità, quella che riscontriamo, che è istituzionale, normativa ed amministrativa. 
  Siamo consapevoli che l'azione del Governo e del Parlamento stesso si sta muovendo in questo momento nella direzione giusta, con le riforme istituzionali, le riforme del Titolo V, l'avvio della riforma della pubblica amministrazione e con molte iniziative settoriali di semplificazione e di chiarimento normativo. 
  Proprio per questo motivo, crediamo sia quanto mai opportuno un intervento articolato per ridurre lo stock normativo e renderlo accessibile ed organico, attraverso la predisposizione di testi unici, anche avvalendosi della possibilità della legge n. 400 del 1988, che prevede la possibilità, per il Governo, senza necessità di deleghe specifiche, di riorganizzare le normative settoriali in testi unici compilativi.

Anche il recepimento delle direttive comunitarie bisognerà che arrivi ad una modalità ispirata al principio in base al quale gli atti di recepimento di direttive comunitarie non possono prevedere l'introduzione ed il mantenimento di livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive stesse, così come recita la legge n. 246 del 2005 su semplificazione e riassetto normativo. Il differenziale sul recepimento delle direttive comunitarie rispetto ad altri Paesi dell'Unione europea è molto più pesante e gravante sulle imprese del nostro Paese. 
  È evidente la necessità di una revisione del Titolo V della Costituzione, proprio per affrontare le sovrapposizioni, le duplicazioni e le complicazioni normative causate da eccessiva e dispendiosa mancanza di coordinamento tra Stato e regioni e tra le regioni stesse. Fondamentale per questo è il percorso di riforma intrapreso, per dare una prospettiva di recupero di unitarietà, di certezza e di chiarezza delle norme. 
  Ma è fondamentale anche una grande opera di semplificazione amministrativa per superare l'inutile eccesso di carta in ogni senso, implementando i processi di digitalizzazione e di trasparenza e prevedendo forme di organizzazione che rendano chiare ed evidenti le responsabilità nei processi decisionali. 
  Anche per questo credo che la strada intrapresa con gli ultimi provvedimenti, dalle modifiche al DURC, alla revisione dei controlli, alle riforme in campo agricolo, ma anche all'accorpamento di enti e di funzioni, vada nella giusta direzione. La mozione di cui stiamo discutendo prevede una serie di indicazioni e di impegni molto concreti, con l'obiettivo di una vera e propria iniziativa di semplificazione e di chiarificazione normative. Il fatto, poi, che sia unitaria credo rafforzi l'efficacia di questa mozione. 
  Onorevoli colleghi, la situazione di grave difficoltà che attraversa il Paese richiede un impegno straordinario. Con questa mozione di indirizzo vogliamo accompagnare e stimolare l'azione del Governo e ricordare a noi stessi la posta in gioco e le ricadute sull'economia e sulla vita dei nostri cittadini. Per questi motivi, il voto del Partito Democratico su questa mozione sarà convintamente favorevole.