Data: 
Martedì, 23 Settembre, 2014
Nome: 
Diego Crivellari

Signor Presidente, onorevoli colleghi, lunedì, in Polesine, si è consumata una tragedia sul lavoro che ha pochi precedenti. Morire di lavoro succede ancora in Italia, e succede pure nel profondo nord-est. L'incidente è accaduto alla Co.Impo di Adria, in provincia di Rovigo, azienda da anni operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Una nube di ammoniaca, generata da uno sversamento improvviso di acido solforico, e quattro lavoratori privi di vita: un bilancio pesantissimo.
  Voglio ricordare i nomi delle vittime: Nicolò Bellato, 28 anni, impiegato, morto nel tentativo di soccorrere i colleghi, Paolo Vallesella, 53 anni, Marco Berti, 47, tutti e tre di Adria, e Giuseppe Baldan, 47 anni, di Piove di Sacco, Padova. Lavoratori, ma anche mariti, padri, figli. Due, invece, sono i feriti, tra i quali un vigile del fuoco. A provocare le esalazioni sarebbe stato un mix incontrollato di sostanze chimiche, collegabili allo sversamento inaspettato dell'acido nella vasca contenente rifiuti. Questo quanto accaduto secondo le prime ricostruzioni, come hanno riportato gli organi di stampa, anche se queste indicazioni dovranno essere supportate dai risultati degli esami scientifici. Sarà, ora, l'inchiesta della procura di Rovigo ad accertare se vi siano stati errori od omissioni, e, soprattutto, se siano state rispettate, da parte dell'azienda, tutte le normative previste sulla sicurezza.
  Oggi, soprattutto, però, è il momento del dolore, del cordoglio e della doverosa vicinanza alle famiglie delle vittime. Una tragedia assurda ha colpito lavoratori impegnati a svolgere la loro mansione con impegno e con dedizione, tentando di aiutarsi e soccorrersi fino all'ultimo.
  Ciò che è accaduto non ha probabilmente precedenti nella memoria recente del Polesine, il lutto che vive la città di Adria è il lutto che vive tutta una provincia, un territorio dinamico, dove quello del lavoro è un valore vero, sentito, tramandato di generazione in generazione. La nostra vicinanza alle famiglie deve, allora, poter essere finalmente il segno che il Parlamento, che un Paese intero, non può e non vuole arrendersi al fatalismo e archiviare simili disgrazie come l'ennesimo fatto di cronaca. Il cordoglio deve trasformarsi oggi in motivo di una consapevolezza: di maggiore impegno nell'applicazione dei controlli e delle norme sulla sicurezza. La prevenzione e la sicurezza nel lavoro rappresentano per tutti noi una sfida continua. Tragedie come quella di Adria non devono più accadere.