Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 27 Settembre, 2018
Nome: 
Piero De Luca

Signora Presidente, cari colleghi, colleghi del Governo, lo scorso 12 settembre il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione con la quale ha invitato il Consiglio a constatare, ai sensi dell'articolo 7, paragrafo 1, del Trattato sull'Unione europea, l'esistenza di un evidente rischio di violazione grave da parte l'Ungheria dei valori su cui si fonda l'Unione. I valori sono quelli enunciati all'articolo 2 del Trattato, e rappresentano peraltro il fondamento stesso della nostra Carta costituzionale: il rispetto e la dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dei diritti umani, dello Stato di diritto. Il senso profondo dell'Europa risiede nella promozione e nella tutela di questi princìpi fondamentali.

Questi valori però non sono scontati, non rappresentano un patrimonio garantito: sono trascorsi, come emerge dalla stessa risoluzione del Parlamento europeo, soli 73 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, da un conflitto che ha prodotto più di 40 milioni di vittime in Europa, ha dilaniato famiglie, luoghi, memorie, ha distrutto economie. Questa è la storia recente del nostro continente, ed è proprio per reagire a tali eventi che alcune personalità di straordinario spessore politico e culturale, i cosiddetti padri fondatori dell'Unione europea - parlo di De Gasperi, Adenauer, Schuman, Churchill e Jean Monnet - hanno avuto l'intuizione di creare e di realizzare nel medio e lungo periodo una vera e propria unione politica fondata su valori condivisi e sulla solidarietà. Ora, per la prima volta da quando questa possibilità è inserita nel Trattato, il Parlamento europeo ha chiesto al Consiglio di verificare il rispetto dello Stato di diritto di un Paese membro, esprimendo forti preoccupazioni sulla tenuta in Ungheria di alcuni valori e principi minimi non disponibili che rappresentano il fondamento di ogni comunità democratica liberale. La risoluzione del Parlamento europeo rappresenta a nostro avviso un segnale di vitalità, uno slancio di orgoglio di un'Europa che sembra voler ritrovare il senso profondo della sua esistenza. Lo voglio dire con chiarezza: io mi sento di salutare e ringraziare in quest'Aula, luogo simbolo dell'esercizio della democrazia nel nostro Paese, i colleghi parlamentari europei per la forza e il coraggio che hanno dimostrato nell'adottare una decisione storica, che segna un passaggio fondamentale per il futuro rilancio dell'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

In tale contesto, nell'avvio del procedimento dinanzi al Consiglio, il gruppo del Partito Democratico ha deciso di presentare una mozione che non intendeva alimentare un conflitto interno tra maggioranza e opposizione, mirava semplicemente a impegnare il Governo italiano a sostenere in Consiglio, a nome di tutto il Paese, in nome di tutti i cittadini italiani, la stessa posizione espressa al Parlamento europeo nella risoluzione del 12 settembre. Sotto il profilo tecnico, il Parlamento europeo ha attivato la procedura istituita all'articolo 7, paragrafo 1, che prevede un meccanismo - non facciamo confusione - per l'adozione di cosiddette misure preventive qualora si accerti un'evidente rischio di violazione grave dei valori essenziali su cui si fonda l'Unione. Questa previsione consente di attivare una fase preliminare e di aprire un dialogo con lo Stato interessato. L'obiettivo non è, come è stato detto in modo strumentale, quello di punire o colpire un determinato Governo o un determinato popolo, ma è l'esatto opposto: la procedura mira ad evitare eventuali sanzioni, mira a sollecitare le autorità politiche interessate con delle raccomandazioni a rimuovere le norme, le prassi e i comportamenti che presentano profili di criticità. Questo è l'obiettivo della procedura attivata!

È solo nel caso in cui questa azione preventiva non vada a buon fine e si constati l'esistenza, quella sì, di una violazione grave e persistente dei valori democratici che il Consiglio può attivare il meccanismo del paragrafo 2 dell'articolo 7, per adottare delle vere e proprie sanzioni nei confronti dello Stato interessato. E in entrambi i casi è evidente che la decisione finale spetta ai rappresentati degli Stati in seno al Consiglio, ma il quorum richiesto è diverso e questo è un altro punto centrale. Per quanto riguarda questo meccanismo attivato dal Parlamento europeo, la decisione richiede la maggioranza dei quattro quinti e questo determina una prima fondamentale conseguenza politica: in questa fase - lo ricordiamo bene a tutti - la decisione su Orban non contempla alcuna possibilità di veto in seno al Consiglio. Non è come avete provato a dire. Il voto del nostro Governo sarà determinante nella decisione del Consiglio dell'Unione europea. Non potete trincerarvi, come avete provato a fare, dietro un ipotetico “no” della Polonia, della Slovacchia e della Repubblica Ceca. La posizione dell'Italia sarà determinante e decisiva per adottare raccomandazioni che censurino le politiche del Governo ungherese. Non esistono, dunque, veti; esistono solo voti che pesano come macigni sulla dignità e sulla credibilità degli Stati membri e, in particolare, del Governo del nostro Paese. Questo lo dobbiamo tenere bene in conto e in considerazione.

E la risposta negativa fornita all'impegno contenuto nella mozione mette allo scoperto il vero volto del vostro Esecutivo, perché durante il voto al Parlamento europeo è successo qualcosa di significativo: le due forze politiche che sostengono il Governo hanno adottato decisioni opposte. Infatti, il MoVimento 5 Stelle ha votato a favore dell'avvio della procedura di contestazione e si è schierato, quindi, contro le politiche adottate dal Premier ungherese Orban; la Lega invece, con Forza Italia, ha espresso un voto completamente diverso e ha difeso Orban nella sua azione di governo, sostenendo la contrarietà all'apertura della decisione di cui all'articolo 7. E allora mi rivolgo per suo tramite, Presidente, ai parlamentari 5 Stelle, del gruppo politico MoVimento 5 Stelle: spiegateci cosa è cambiato dal 12 settembre ad oggi e perché non vi fidate del voto espresso dai vostri colleghi in Parlamento europeo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché quelle constatazioni e le valutazioni operate dal Consiglio d'Europa, dall'OSCE, dalle Nazioni Unite, le condanne rese dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, tutte quelle informazioni specifiche, dettagliate e precise che hanno tanto preoccupato i vostri europarlamentari non sono sufficienti a impegnare il Governo italiano a confermare il voto del Parlamento europeo sul rispetto dello stato di diritto da parte l'Ungheria? Cosa è cambiato? Spiegateci il motivo di questa retromarcia, poiché Orban - e cito testualmente le dichiarazioni di vostri esponenti politici - non era quanto di più lontano ci fosse dalla vostra mente, non era distante anni luce da voi come politica, principi e valori. Questa è la vostra posizione espressa nel corso degli anni. Perché ora state cambiando idea dinanzi al Paese?

E, allora, evidentemente non era così. Evidentemente oggi vi mostrate subalterni al vostro partner di Governo. Il dato che emerge dalla vostra risposta alla proposta di impegno contenuta nella nostra mozione, cari amici del MoVimento 5 Stelle, è che voi siete politicamente e culturalmente uguali alla Lega (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quando si parla di diritti e valori fondanti la vita democratica voi siete pienamente allineati al pensiero politico e dogmatico del vostro alleato di Governo. Questa è la pura e semplice realtà. Voi oggi, care deputate e cari deputati del MoVimento 5 Stelle, col voto che state esprimendo per mezzo vostro attraverso il Governo chiarite al Paese che rappresentate in Italia la destra, la destra sovranista, nazionalista e conservatrice, ed è bene dirlo con chiarezza ai cittadini italiani e ai vostri elettori. E noi credo che in questo contesto e in questa situazione possiamo dire con forza e convinzione di essere convintamente dall'altra parte: noi siamo convintamente all'opposizione in Parlamento e nel Paese rispetto a questa cultura, rispetto a questa posizione e rispetto alla vostra impostazione politica, senza se e senza ma.

Dalla decisione di oggi emerge una differenza fondamentale tra noi e voi. Qui non discutiamo di libertà ma qui discutiamo di standard democratici minimi che caratterizzano la nostra stessa Costituzione e la presenza nell'Unione europea. Noi sosteniamo in Europa e in Italia il corretto funzionamento dei sistemi costituzionali ed elettorali. Noi intendiamo difendere, con questo voto, il principio dell'indipendenza della magistratura rispetta alla politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), rispetto ai media e rispetto ai poteri e le vostre dichiarazioni di questi minuti ci preoccupano fortemente e ci danno il senso, allora, del voto che state esprimendo. Noi intendiamo garantire la libertà di espressione della stampa e dei media, il valore della libertà accademica e dell'insegnamento universitario, voi no. Noi votiamo per tutelare la vita privata, i dati personali e sensibili delle persone, voi no. Noi siamo per rendere inviolabile la libertà di religione e di associazione, voi state difendendo la chiusura dei luoghi di culto e la censura del diritto di sciopero dei lavoratori in Ungheria. È questo quello che state sostenendo voi in concreto. E voi state sostenendo, da ultimo, una violazione grave del rispetto dei diritti dei migranti e degli obblighi di solidarietà europea nel governo dei flussi migratori.

Voi validate politiche col vostro voto che promuovono intolleranza, abusi e xenofobia nei confronti degli stranieri e soprattutto - lo diciamo con chiarezza - per ragioni di convenienza politica state anteponendo gli interessi delle autorità ungheresi alle esigenze dei cittadini italiani. Questo è il punto chiave, altro che prima gli italiani. Voi state difendendo un Governo che riceve 3 miliardi e mezzo di euro (cioè, più di quanto non versi all'Unione), che fa politica di investimenti e di sviluppo grazie alle risorse europee e poi propone di alzare muri tra gli Stati membri per non rispettare gli obblighi di solidarietà e di equa ripartizione di responsabilità nella gestione dei migranti. Questo è ciò che state sostenendo voi.

Allora, vi siete autoproclamati Governo del cambiamento. Avete ancora tempo per cambiare idea. L'Italia è uno dei Paesi fondatori del progetto di integrazione europea, un progetto che ha ottenuto il premio Nobel per la pace nel 2012. L'Italia è la patria di Einaudi…

…Spinelli, De Gasperi ed è la sede dei primi trattati istitutivi di Roma del 1957. Non merita un voto di un Governo che può segnare la nostra storia, la nostra tradizione e la nostra cultura democratica…Difendere lo Stato di diritto in un Paese membro vuol dire difendere la democrazia di tutti i 500 milioni di cittadini dell'Europa intera. La posizione dell'Italia è determinante per difendere questo patrimonio culturale. Vi preghiamo: assumetevi, assumiamoci tutti insieme questa responsabilità