Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 19 Dicembre, 2018
Nome: 
Ivan Scalfarotto

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Signor Presidente, signora Viceministra, devo dire che arrivando in Aula questa mattina, io, povero illuso, mi aspettavo che finalmente il Governo prendesse una linea di politica estera, cioè ci dicesse che cosa voleva fare. Io ancora non ho capito cosa facciamo con la procedura contro l'Ungheria, per esempio, ancora non ho capito qual è il nostro atteggiamento nei confronti della Russia: venite in Aula a dire che le sanzioni devono essere superate, poi giustamente, perché la comunità internazionale, quella con la testa sulle spalle, ci ricorda che c'è una violazione del diritto internazionale grande come una casa, il Governo alla chetichella come al solito, ignorando il Parlamento, fa poi magari anche la cosa giusta, che è quella di rinnovare le sanzioni.

Ma il tema come al solito è che, appunto, il Parlamento non conta granché, signora Viceministra. Adesso non possiamo dimenticarci l'attualità più immediata: noi siamo alla vigilia della presentazione di una manovra di bilancio al buongiorno del 19 dicembre, manovra della quale nessuno sa nulla, che starà probabilmente in Senato un giorno, un giorno e mezzo, forse neanche passando per la Commissione.

Questo a dimostrazione che il Governo giallo-verde e il suo Ministro Fraccaro, quello che vuole svuotare di competenze il Parlamento, sono già a buon punto; e meno male che dovevate essere quelli dalla parte dei cittadini e quelli dalla parte della rappresentanza democratica.

Dispiace anche dire che in questa vicenda del Global compact noi abbiamo avuto anche la dimostrazione dell'inutilità, diciamo così, o del mistero della nostra politica estera, posto che da che mondo è mondo la politica estera la fa il Governo, è una prerogativa del Governo, e nella maggior parte dei casi, anzi sempre, quando il Presidente del Consiglio esprime una linea di politica estera, quella è. E invece noi ci troviamo in un Paese strano, dove il Presidente del Consiglio dei ministri, il famoso avvocato degli italiani, ci ha detto, ha detto in sede internazionale, perché ha avuto occasione di stringere la mano e di parlare con il Segretario generale delle Nazioni Unite, voglio dire, non l'ultimo arrivato, dicendo che l'Italia avrebbe aderito al Global compact; e poi abbiamo assistito ad uno spettacolo davvero estremamente triste… Per il Governo, ma guardi, signora Viceministra, glielo dico tramite il Presidente: anche per tutti i cittadini italiani, perché quando il Governo viene umiliato, soprattutto in politica estera, dove il Governo rappresenta comunque tutti noi, è comunque un dispiacere. È un dispiacere vedere la parola del Presidente del Consiglio ridicolizzata dentro quest'Aula, e il Governo rincorrere quello che forse è il vero Presidente del Consiglio, quello che riunisce gli imprenditori al Ministero dell'interno, per esempio, quello che chiede il mandato a 60 milioni di italiani per andare a trattare con l'Unione europea: lui, Ministro dell'interno e Vicepresidente del Consiglio, ha deciso il da farsi.

Ora, è chiaro che noi sappiamo che come in molte altre materie qui c'è chiaramente un problema politico, nel senso che la maggioranza su questo provvedimento non esiste. Devo dire che grazie alla manovra a tenaglia della destra estrema e della sinistra da questa parte, noi pensavamo che oggi avremmo sentito una presa di posizione. Io tra l'altro noto che il Presidente Fico casualmente non sta presiedendo questa seduta, e sappiamo benissimo che la sua posizione è una posizione originale sul Global compact for migration. Quindi pensavamo di vedere un Governo che governa. E invece il Governo ha la faccia, ma ci vuole davvero una faccia, di presentare una mozione di una paginetta, che riporta (e poi mi fermo perché tanto è inutile andare avanti): “impegna il Governo a rinviare la decisione”. Ma che Governo è? Cioè, è un Governo che non governa, un Governo che rinvia? E a quando?

Signora Viceministra, ma lei lo sa che oggi si vota il Global compact for migration, e che se noi non lo votiamo, i meccanismi che partiranno, partiranno con noi o senza di noi? Allora mi dico: ma se qui tutti quanti insieme stiamo cercando di internazionalizzare il problema della migrazione, nel momento in cui la comunità internazionale finalmente se ne fa carico, noi che cosa facciamo? Leggo perché i miei occhi non ci credono: impegniamo il Governo a rinviare la decisione? Ma stiamo scherzando? Signora Viceministra, non si può credere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Impegniamo il Governo a rinviare la decisione?

Questo Global compact for migration, guardate, è un documento di buonsenso. Io vorrei chiarire la questione molto chiaramente: parla di migranti, i migranti nel mondo sono 258 milioni; e non sono soltanto quelli disperati che scappano: il migrante è chiunque cambi residenza per qualsiasi motivo. Guardi, signora Viceministra, ne abbiamo anche in quest'Aula: l'onorevole Ungaro è un migrante, sta a Londra; l'onorevole Schirò è una migrante; l'onorevole Noja è stata una migrante; pensi, anch'io sono stato un migrante: per otto anni ho vissuto all'estero, ero un migrante. Addirittura l'assistente dell'onorevole Noja che è qui seduta in mezzo a noi e che l'aiuta a votare e l'assiste in tutto quello che è necessario, è una migrante, viene dal Sudamerica, viene dall'Ecuador. E sono tutte persone che stabilmente, siamo noi ex migranti ma anche i migranti attuali, nella grandissima maggioranza dei casi, persone che contribuiscono al reddito del Paese dove vivono, l'85 per cento di quello che guadagnano resta in quei Paesi; e hanno negli ultimi anni mandato nei loro Paesi di provenienza la bellezza di 450 miliardi di dollari, il triplo di tutto l'aiuto alla cooperazione di tutto il mondo!

Allora quando il Global compact for migration afferma che c'è un'utilità a gestire in modo sicuro, regolare, ordinato le migrazioni, afferma una cosa di normale buonsenso: che in quest'epoca di interconnessioni, in quest'epoca di globalizzazione, in quest'epoca in cui i confini non esistono più, non possiamo pensare di fermare il mare con le mani, signora Viceministra, sempre tramite il Presidente.

Noi dobbiamo proattivamente gestire un processo, perché quando i processi non si gestiscono, si subiscono. Se noi ci ritiriamo, accettiamo che qualcun altro decida per noi, cara rappresentante del Governo, perché è evidente che, quando si andrà a fare degli accordi e noi non ci saremo, quei Paesi che hanno fatto quegli accordi saranno privilegiati rispetto a noi perché hanno in piedi uno schema che è stato accettato a livello internazionale e rispetto al quale l'Italia ha girato la faccia. E poi, diciamoci una cosa: questo è un patto che non tocca in nessun modo la sovranità nazionale. Ho avuto già occasione di discutere di questo, in quest'Aula, indirettamente, con l'onorevole Meloni, e quando le ho letto il passaggio del Global compact che dice che la sovranità resta intonsa e la giurisdizione, la possibilità di legiferare sui flussi migratori, resta sui Paesi, sa che cosa mi ha risposto l'onorevole Meloni, sempre tramite il Presidente, cara signora Viceministra? Non mi ha letto il testo del Global migration compact, mi ha letto le posizioni di alcuni Paesi che ha citato anche oggi, tipo gli Stati Uniti di Trump, quelli che mettono i numeri sulle braccine dei bambini, quelli che separano i bambini dai genitori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), o l'Ungheria di Orbán, quella dove i parlamentari dell'opposizione vengono malmenati, quella lì, e oggi ci annuncia anche che un altro Paese, il Brasile di Bolsonaro ha deciso di non firmare il Global migration compact. Cara signora Viceministra, noi non prendiamo lezioni di diritti umani, né di gestione delle migrazioni né da Donal Trump, né dall'Ungheria di Orbán e né, francamente, dal Brasile di Bolsonaro, mia cara.

 E devo dire neanche dall'onorevole Meloni che dice delle cose che lasciano veramente stupefatti, facendo anche dei salti logici che non si capiscono. La Meloni trova che sia strano che il Global migration compact preveda il diritto di lasciare il proprio Paese: perché, l'onorevole Meloni vive nel Patto di Varsavia? Vive in Unione Sovietica? Le hanno ritirato il passaporto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

Chiunque ha il diritto, vivaddio, di lasciare il proprio Paese, ed è un salto logico pensare che noi siamo costretti ad accettarli, che non è affatto vero, perché l'una cosa non comporta l'altra. Ho sentito altre cose molto originali, come per esempio il fatto che prevenire e perseguire la xenofobia, il razzismo e le discriminazioni sarebbe una limitazione alla libertà di pensiero. Questo mi pare molto strano, perché abbiamo una legge in vigore in questo Paese che punisce la xenofobia e il razzismo, e non è affatto una limitazione alla libertà del pensiero, è un'assicurazione sulla libertà di ciascuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Allora deve essere chiara una cosa, cioè che nel momento in cui questo Governo, ancora una volta, non sa fare il suo mestiere e non governa - perché, signora Viceministra, non so lei con che faccia venga qui a proporci di non decidere, perché mi chiedo: lei che cosa ci sta a fare? - le dico questo: se voi non accetterete e non aderirete al Global migration compact, avrete tradito i bisogni e le esigenze di questo Paese, ma non sarebbe una novità.