Dichiarazione di voto
Data: 
Lunedì, 19 Gennaio, 2015
Nome: 
Walter Verini

Grazie Presidente, sinceramente, non seguirò la traccia che mi ero preparato, perché è stato un dibattito che merita di interloquire, perché è stato un dibattito serio, a partire ovviamente dalla relazione del Ministro. Ovviamente, non seguirò non soltanto la mia traccia, come ho detto, ma neppure risponderò all'ultimo intervento, che mi è sembrato davvero al di là del bene e del male. Ma vedremo. 
Io penso una cosa: stamattina, dopo molti anni – lo ricordava molto bene nel suo intervento David Ermini a nome del Partito Democratico –, per la prima volta, dopo molti anni, il Ministro della giustizia ha presentato al Parlamento un quadro organico e completo di interventi, di provvedimenti approvati, di provvedimenti che sono all'esame delle Camere, di provvedimenti che stanno conoscendo un'applicazione puntuale e di risultati raggiunti, che, per la prima volta, dopo anni, danno il senso che il nostro Paese sta affrontando il tema della riforma della giustizia, del funzionamento della giustizia in termini di sistema: non più in termini di guerra di religione tra schieramenti contrapposti, non più in termini di leggi, come si diceva, ad personam, ma, appunto, di sistema. Perché non riconoscere questo ? 
Io credo che soltanto chi non è abituato al dialogo, anche duro, nelle posizioni diverse non sia in grado di riconoscere questo. Perché, per la prima volta, noi possiamo cogliere davvero un'occasione e questo che il Ministro Orlando oggi ci ha rappresentato non è altro, Presidente, dall'insieme di lavoro che il Governo Renzi e questo Parlamento, in questi mesi, hanno messo in campo semplicemente per una cosa: cambiare l'Italia. 
La riforma della giustizia, la riforma della giustizia civile, la riforma della giustizia penale, non è che è cosa diversa, al di là della specificità, dalle altre iniziative di riforma che il Governo ha messo in piedi: la riforma del mercato del lavoro, la riforma della pubblica amministrazione, una legge di stabilità che, per la prima volta, dopo anni difficili, va nella direzione della crescita, la riforma della scuola, che conoscerà a breve un ulteriore confronto parlamentare. 
Insomma, è un'iniziativa che serve davvero, dopo tanti anni, a non perdere l'occasione di dare all'Italia quel cambiamento che è necessario per noi e per poter essere anche più credibili in Europa. Un Paese che fa sul serio – come ha detto l'altro ieri, a proposito della giustizia, il vicepresidente della Commissione europea, Katainen, in visita in Italia – e un Paese che, per questo motivo, per essere credibile, per fare sul serio, ha più titoli in Europa per rivendicare ed ottenere quel cambiamento della politica europea che è, ormai, necessario come l'ossigeno. È qui che si inserisce, appunto, questo processo di riforma della giustizia. Io posso capire che ci siano posizioni diverse nelle soluzioni proposte, posso capire che le forze di opposizione possano avere...Grazie Presidente. Posso capire che ci siano ricette diverse, ma quello che secondo me è veramente mortificante, sentendo alcuni interventi, è capire che veramente alcuni hanno gli occhi e le orecchie completamente desintonizzati con quello di cui si sta davvero discutendo. 
Nel merito, voglio sottolineare la relazione del Ministro che, come dicevo, dopo molti anni non è fatta di impegni, ma è fatta di risultati raggiunti in Consiglio dei ministri, raggiunti in Parlamento, del lavoro svolto e di quello che ci stiamo, ancora, in questo momento, impegnando a fare. Per quanto riguarda i risultati, lo voglio dire per primo, nel merito, entrando sul punto delle cose dette, credo che il primo risultato importante sia stato per il nostro Paese quello di aver combattuto con risultati efficaci e con riconoscimenti europei efficaci il tema delle sovraffollamento carcerario. Voglio qui ringraziare una persona che per nove anni ha guidato questo Paese con straordinario spessore morale e istituzionale, ma che ha rivolto a questo Parlamento un solo messaggio, un messaggio sulla condizione disumana delle carceri; è anche grazie a quel messaggio che questo Parlamento ha potuto fare cose importanti. Per questo non mi stancherò di dire, anche per questo, grazie al Presidente Giorgio Napolitano che anche su questo tema ha saputo dare un esempio di coraggio e di rigore. 
Oltre a questo io credo che il quadro che è stato illustrato sia un quadro organico, perché da un lato c’è la riforma ordinamentale, da un lato c’è la riforma del civile e da un lato ci sono gli interventi nel campo del processo penale. Sul civile, che dire di più, ma che cosa stiamo aspettando di più per dare finalmente certezza del diritto a tanti cittadini: le specializzazioni, il tribunale delle imprese, l'avvio intensivo del processo telematico, la modifica, anche con questo Governo, di parte della geografia giudiziaria che, al di là di qualche turbolenza, ha ridato però dei risultati in termini di efficienza, gli impegni – purtroppo con le risorse che abbiamo – che il Ministro ha preso concretamente per quanto riguarda gli organici, credo siano cose che possano davvero dare il senso che l'Italia può dare dei segnali anche a coloro che in questo Paese e dall'estero guardano e che non investono in questo Paese perché temono, per esempio, che incappare nelle maglie della giustizia civile significhi andare in un tunnel senza fine. 
Ma anche la riforma ordinamentale ha la sua importanza e, a questo proposito, visto che l'ordinamento riguarda le componenti, un altro punto importante che in questi anni non avevamo mai conosciuto è che questa riforma avviene con il coinvolgimento di tutte le componenti. All'avvocatura italiana, con cui spesso nel passato c'erano stati anche dei contrasti, viene detto di svolgere un ruolo da protagonista; l'applicazione piena della riforma dell'ordinamento forense significa fare del ruolo dell'avvocato, non soltanto una parte del processo, come è fisiologico che sia, ma un protagonista del processo. E alla magistratura voglio dire una cosa, vedete, penso che in Italia il problema principale, quando si parla di giustizia, non siano i magistrati, penso che sia la corruzione, penso che sia la delinquenza, penso che sia la criminalità organizzata, ma tuttavia, detto questo, alla magistratura, alla quale si riconosce autonomia, alla quale si riconosce, giustamente e ovviamente, indipendenza, credo che si debba dire di dare il suo contributo innovativo e non di conservazione nel cambiare la giustizia, non resistendo a dei cambiamenti pur necessari che non dovremmo aspettare il Governo per fare, dovrebbe essere la stessa magistratura che da dei contributi. Penso, per esempio, a un tema, come è stato detto, quello della sospensione feriale, ma penso a un tema più di fondo, come quello di una esasperata forma di correntismo nella gestione dell'autogoverno della magistratura. 
Facciamole insieme queste riforme, perché non sono riforme che fanno comodo a un Governo ma fanno comodo al Paese, così come fa comodo al Paese un impegno senza precedenti per la legalità, contro la corruzione. Le cose che ha raccontato il Ministro sono cose importanti. Siamo impegnati in Commissione giustizia, sia qui che al Senato, con un pacchetto di misure anticorruzione che saranno importanti per combattere davvero questi fenomeni, che sono una piaga per il nostro Paese. Anche qui, per chi non vuole vedere: non si sta parlando soltanto di impegni. Noi non siamo solo quelli che hanno sostenuto – e il Governo nominato – uno come Cantone all'Autorità contro la corruzione, noi siamo quelli che hanno approvato, dopo tanti anni, la legge contro l'autoriciclaggio, come ricordava il Ministro, e siamo quelli che hanno approvato il 416-ter. Dipingere, come ha fatto adesso il rappresentante del MoVimento 5 Stelle, questa maggioranza e questo Governo come una congrega di malfattori significa non solo fare propaganda ma significa offendere il buonsenso e, se mi è consentito ironicamente, neanche fare onore al cognome che chi è intervenuto si porta dietro. Ho concluso, Presidente. Quello che voglio dire è che anche sul tema della giustizia l'Italia un'occasione: cambiare il Paese. E noi lo vogliamo fare, senza essere timorosi di fare in fretta. Non possiamo perdere tempo, e a chi lo vuole perdere e a chi lo vuole boicottare diremo: non consentiremo a nessuno di far perdere tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).