Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 5 Aprile, 2016
Nome: 
Gianni Farina

A.C. 2981-A

Grazie, Presidente. Il Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Kosovo rappresenta una positiva evoluzione nella cooperazione giudiziaria e penale bilaterale tra i due Paesi. Vorrei dire che tale Accordo non è importante unicamente per la giovane Repubblica dei Balcani, ma rappresenta una tappa significativa di stabilizzazione democratica di una regione, i Balcani, che ha vissuto le drammatiche vicissitudini dei decenni passati. Chi è stato in quelle regioni, in Kosovo come in Montenegro, in Bosnia Erzegovina, in Croazia o in Serbia e altrove, sa bene quali sono ancora le difficoltà di ogni carattere: giudiziario, economico e sociale, convivenza tra le popolazioni dilaniate da un'insensata guerra civile e da scontri etnici di drammatica natura. 
Ben vengano i trattati e non unicamente in Kosovo, ma con tutte le nuove realtà di quelle terre vicine ai nostri confini e legate da profonde tradizioni storiche e culturali con l'Italia. Ben vengano, quindi, i trattati di collaborazione con l'Italia e con l'Unione europea se servono ad avvicinare, come sta avvenendo per il Kosovo, la Repubblica all'Unione europea, con il nuovo accordo di associazione e stabilizzazione, per la cui definizione positiva l'Italia ha fatto il suo dovere, sostenendo l'iniziativa sin dai primi approcci. Oltretutto, non posso che esprimere, a nome del gruppo del Partito Democratico, la soddisfazione non affatto formale, ma che parte dalle preoccupazioni con cui il nostro Paese ha seguito le vicende dell'indipendenza kosovara, i turbamenti, le difficoltà, le tensioni storiche tra le popolazioni della Repubblica del Kosovo in riferimento alla minoranza serba. Soddisfazione, ripeto, non affatto formale, che parte anche dai turbamenti in atto in tutte le regioni balcaniche e mediorientali. Voglio ripetere e sottolineare la soddisfazione per l'avviamento di un canale di dialogo fra il Kosovo e la Serbia. È un canale che va approfondito e allargato, affinché divenga un fiume portatore di convivenza e di solidarietà, perché aumenta le garanzie e migliora l'ancora incompiuto processo democratico. I testi che vengono sottoposti all'attenzione e alla ratifica dei Trattati di estradizione e di assistenza giudiziaria, fatti a Pristina il 9 giugno 2013, individuano le tipologie di reato in relazione all'assistenza giudiziaria e, più in generale, ogni e qualsiasi tipologia su cui i due Paesi ritengono di intervenire e su cui non mi vorrei dilungare. È tuttavia evidente che le vicende del Kosovo, non solo negli ultimi decenni del Novecento, con lo spostamento di parti consistenti di popolazione, l'esodo persino, e la presenza di forti comunità kosovare in Italia e in Europa, partendo dalla Svizzera e dalla Germania, danno a questi Trattati una fondamentale importanza sia sul piano immediato che in prospettiva. Voglio concludere brevemente, affermando che il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica si compone di quattro articoli. I primi due contengono, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica dei Trattati e l'ordine di esecuzione degli stessi. I due Trattati sono compatibili con le altre convenzioni firmate dall'Italia in materia. Segnalo, infine, che, nel corso dell'esame in Commissione, sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni affari costituzionali, giustizia e finanze, mentre la Commissione bilancio ha espresso parere favorevole alla condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 dalla Costituzione. Per quanto premesso e per quanto detto, auspico una rapida approvazione della ratifica di questi accordi, che rappresentano un segnale di sostegno e di vicinanza al lungo percorso di stabilizzazione avviato da Pristina in Kosovo e in tutta l'area balcanica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).