• 11/04/2016

“Dobbiamo ascoltare le parole con cui è stato accolto dal Consiglio d’Europa il ricorso della Cgil in materia di rispetto della legge sull’aborto e di discriminazione dei medici che non optano per la obiezione di coscienza. Interrompere una gravidanza è una scelta che una donna non prende a cuor leggero e proprio per questo lo Stato deve garantire la possibilità di abortire nel pieno rispetto della legge. Succede a volte che al dolore di quella scelta si aggiunga il percorso a ostacoli per la ricerca della struttura pubblica in cui abortire. In alcune regioni italiane in particolare, come emerge dalla relazione annuale al Parlamento sullo stato di applicazione della 194/78, risulta molto difficile abortire. È perciò necessario un impegno dello Stato per garantire la presenza di medici non obiettori su tutto il territorio nazionale in modo da evitare il ricorso all’aborto clandestino. Ci appelliamo al ministro Lorenzin perché si impegni personalmente affinché la 194 sia rispettata pienamente e vengano evitate discriminazioni sul posto di lavoro per quei medici che non sono obiettori”.

Lo ha detto Titti Di Salvo, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera.